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Il sistema italiano dei trasporti su gomma non conosce tregua e in questi giorni è vittima dell’ennesimo aumento tariffario. Diciamo vittima a proposito, perché sotto i nostri occhi si profila un autentico stillicidio di rincari che colpiscono chi utilizza l’auto, la moto e i veicoli commerciali.
Fino a oggi abbiamo puntato il dito contro la tassazione mostruosa dei carburanti, le tariffe assicurative più alte d’Europa e l’imposizione fiscale semplicemente folle (solo in Italia abbiamo il superbollo e l’originale imposta provinciale di trascrizione sui passaggi di proprietà che garantisce ogni anno quasi due miliardi di euro alle province, enti di discutibile utilità tra l’altro).
E’ di domani, 12 aprile 2013, l’ennesimo rincaro che colpisce le tratte autostradali. Quella che una volta era considerata la strada delle vacanze degli Italiani, e che oggi soddisfa l’86% del traffico commerciale, aveva già subito un significativo aumento delle tariffe nel dicembre 2012 (del 3,4% nel caso di Autostrade, che gestisce il 60% della rete).
Gli ulteriori aumenti richiesti dai gestori erano motivati dalla necessità di mantenere sicura ed efficiente la rete ed erano in teoria regolati dalla normativa che definisce appunto gli adeguamenti tariffari. Ma erano stati bloccati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che aveva subordinato l’autorizzazione di ulteriori aumenti al parere positivo del CIPE e di altri organismi competenti.
“E’ di domani, 12 aprile 2013, l’ennesimo rincaro che colpisce le tratte autostradali. Quella che una volta era considerata la strada delle vacanze degli Italiani, e che oggi soddisfa l’86% del traffico commerciale, aveva già subito un significativo aumento delle tariffe nel dicembre 2012”
In questi giorni il Ministero ha sbloccato gli aumenti che variano dallo 0,07% al 3,8% a seconda dell’ente gestore. Sulla A4, sulla A21 e sulla Milano-Serravalle saranno di circa il 2,9%. In tutti i casi verrà adottato l’arrotondamento per eccesso o per difetto ai 10 centesimi.
Il rincaro delle tariffe rischia di ripercuotersi sui prezzi dei beni al consumo, in particolare di quelli alimentari, come lamentato dalla Coldiretti: «L’aumento delle tariffe autostradali pesa in un Paese come l’Italia dove l’86 per cento del trasporto commerciale avviene su gomma. Particolarmente rilevante è l’incidenza del costo dei trasporti sui prodotti agricoli e alimentari».
Nel 2012 il traffico in autostrada è calato in media del 7% a causa sia della crisi economica che dell’aumento dei pedaggi e della benzina. Al contempo si è registrato un sensibile aumento di traffico sulle strade statali, scelte da molti Italiani proprio per evitare il pedaggio.