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Audi Urban Future Initiative ha presentato al New Museum di New York lo studio "Extreme Cities Project" realizzato con la collaborazione della Columbia University, che si propone di anticipare una visione futuristica delle megalopoli in previsione del 2050, anno in cui si prevede che la popolazione mondiale debba raggiungere i 7 miliardi di abitanti.
Mark Wigley, Preside di facoltà della Columbia Graduate School of Architecture e Direttore del progetto, ha quindi definito cinque aspetti in base a cui “tracciare” le megalopoli del futuro, ovvero: migrazione, capacità transgenerazionale, generosità, mobilità asimmetrica e complessità.
Mobilità asimmetrica: Viaggiare da un punto A ad un punto B implica effettuare una scelta precisa, ovvero prediligere l’auto o il treno per dirigersi ad un evento serale, oppure restare a casa perché dirigersi in città richiede troppo tempo? I modelli di mobilità asimmetrica sono già oggi in aumento, il che significa che non sarà necessario prendere una decisione, in quanto le persone già impiegano numerosi mezzi di trasporto per ottemperare alle proprie esigenze quotidiane. In treno è possibile seguire maggiormente gli impegni lavorativi, il che vuol dire che la mobilità futura sarà asimmetrica in tal senso, ossia molto più flessibile ed incline a soddisfare le esigenze lavorative.
“Le città sono luoghi in cui le etnie, le classi e le idee multiculturali possono incontrarsi. Se queste potessero unirsi si potrebbe raggiungere un elevato grado di creatività e nelle megalopoli di domani le persone vivranno sempre più a contatto tra loro”
Complessità: Le città sono luoghi in cui le etnie, le classi e le idee multiculturali possono incontrarsi. Se queste potessero unirsi si potrebbe raggiungere un elevato grado di creatività e nelle megalopoli di domani le persone vivranno sempre più a contatto tra loro. Sarà quindi inevitabile raggiungere un incremento di scambi di idee che potenzieranno il tasso di innovazione.
Migrazione: Le città sono il prodotto della migrazione. L’identità di queste è continuamente rimodellata dai flussi migratori e nei prossimi 40 anni ciò diverrà la norma, in quanto la migrazione non sarà legata ai singoli, ma il frutto di frequenti spostamenti globali legati a mutate esigenze lavorative.
Generosità: L’efficienza e la produttività delle grandi città è basata anche sulla generosità. Lo spazio urbano promuove infatti la collaborazione aumentando gli interscambi, migliorando così le città stesse dando così impulso a nuove idee e a nuove forme di collaborazione, ove gli orti comunitari saranno piantati in modo cooperativo, fornendo così prodotti per tutto il quartiere.
Capacità transgenerazionale: I progressi medici e la sanità preventiva hanno aiutato ad incrementare l’aspettativa di vita globale. Un risultato questo destinato ad aumentare entro il 2050, ed in città si potrà usufruire di strutture sempre più flessibili volte ad incrementare l’aspettativa di vita.