Aksel Lund Svindal: «La Audi TT Cup ti fa girare la testa»

Aksel Lund Svindal: «La Audi TT Cup ti fa girare la testa»
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Aksel Lund Svindal, sciatore norvegese medaglia d'oro alle Olimpiadi di Vancouver, ci racconta la sfida di diventare pilota per un weekend, nella Audi Sport TT Cup, a Zeltweg.
1 agosto 2015

Punti chiave

Lo sciatore norvegese Aksel Lund Svindal, medaglia d'oro nel Super G alle Olimpiadi di Vancouver, è sicuramente abituato a sfrecciare con gli sci ai piedi. Con la complicità di Audi, questo weekend a Zeltweg per la prima volta è alle prese con una velocità diversa, quella di una vettura da corsa. In pista, nel fine settimana di gara austriaco della Audi Sport TT Cup, ci sono anche due suoi colleghi, Felix Neureuther e Marcel Hirscher. Lo abbiamo incontrato al Red Bull Ring per farci raccontare le sue sensazioni al volante della Audi TT Cup.

 

Questa è la prima volta che ti trovi a disputare una gara automobilistica, vero?

«Sì, è la mia prima volta che mi trovo a sedere al volante di una vettura da corsa. È una sensazione fantastica, ma allo stesso tempo è decisamente difficile. Non sei solo in pista; ci sono tante altre macchine, e ci sono un sacco di fattori a cui prestare attenzione. Su un’auto come questa, tutto è molto preciso: bisogna trovare il giusto punto di frenata, curvare in modo appropriato. Quando ci si trova per la prima volta a guidare una vettura del genere, c’è molto a cui pensare. Ti gira la testa mentre sei al volante».

Audi TT Cup 2015 Zeltweg (20)
Aksel Lund Svindal, sciatore norvegese medaglia d'oro alle Olimpiadi di Vancouver nel 2010, posa con una TT Cup

 

Per essere alla prima esperienza, il tuo passo è decisamente buono...

«Sono quattro secondi indietro rispetto al migliore in pista. Credo che, con un po’ di pratica, questi quattro secondi potrebbero essere ridotti a due velocemente. Limare quegli ultimi secondi, come in ogni sport, diventa poi difficile. Credo che abbiamo svolto un buon lavoro: abbiamo sfrutttato la mezz’ora di prove libere e ora ci aspetta la gara. Finora non ho distrutto nessuna vettura, e non sembro dei totali incompetenti, per cui il bilancio è positivo».

 

È difficile per te non essere davanti a tutti, vero?

«La cosa importante, qualsiasi cosa tu faccia, sia che tu sia uno sportivo, un professionista del fitness, o un’artista, è fare pratica. Io posseggo alcune auto d’epoca, e mi piacciono molto le macchine, e venire qui a Zeltweg per guidare una vera vettura da corsa, è divertentissimo a prescindere dal risultato. Si tratta di un’opportuntà che la maggior parte delle persone non ha».

 

Che auto possiedi?

«Ho una Porsche 911 del 1970, una Volkswagen-Porsche 914 del 1970, e un pick-up Chevrolet del 1972. Per ora ho solo queste, ma vorrei diventare un collezionista. Ho intenzione di acquistare la prima Audi Quattro il mese prossimo, e vorrei restaurarla completamente».

 

Molte persone pensano gli sciatori preferiscano i rally. Quanto c’è di vero in questa affermazione?

«Il modo in cui guidi qui è molto pulito, per andare più veloce, mentre nei rally hai la possibiliità di guidare in modo più libero. Anche nel nostro sport la linea più pulita è quella più veloce. In Scandinavia, però, i rally sono molto popolari, ci sono molti piloti di rally. C’è una cultura dei rally in Scandinavia. Credo però che l’automobilismo su pista sia più facile da capire rispetto ai rally».

Audi TT Cup 2015 Zeltweg (10)
Svindal posa scherzosamente con Felix Neureuther, anch'egli impegnato nella Audi Sport TT Cup questo weekend

 

Come descriveresti la sensazione di guidare ad alta velocità?

«È incredibile. Non tanto mentre spingo l’acceleratore, quanto mentre mi avvicino al punto di frenata, perché sai che devi farlo in modo corretto, altrimenti sei fuori. Quando acceleri, è più facile guardare avanti, mentre quando freni guardi a ciò che è vicino. Ci sono un paio di punti della pista in cui è facile accorgersi della velocità. Nei primi due rettilinei, e in particolare quello in discesa. In quel frangente mi viene voglia di frenare prima, perché mi sembra di viaggiare ad una velocità troppo alta. Ma siamo qui per correre, e bisogna provarci».

 

Cosa pensi dell’impegno di Audi nel dare vita ad un campionato monomarca come questo?

«La cosa che mi ha colpito di più della TT Cup è l’organizzazione estremamente professionale da parte di Audi. La hospitality è eccezionale, e le macchine sono incredibili.  Parlando con altri piloti, mi hanno confermato la bontà di queste vetture a livello prestazionale. In altri casi, si tratta di auto da strada che vengono modificate per la pista; qui, invece, abbiamo tra le mani una vera auto da corsa. I meccanici ai box, inoltre, sono estremamente professionali. Avere la possibilità di gareggiare in un ambiente come questo è sicuramente importante e formativo anche per i giovani piloti che militano in questo campionato. Hanno davanti una lunga gavetta, ma qui possono vivere in prima persona un’esperienza professionale, con una vettura ottima. È un’ottima motivazione per continuare a spingere».

 

Quando ci si trova per la prima volta a guidare una vettura del genere, c’è molto a cui pensare. Ti gira la testa mentre sei al volante

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Credo che motivazione sia il termine più adatto per descrivere lo sport. Serve motivazione per vincere qui e altrove..

«Quando vieni qui per correre una o due gare, è molto divertente; ci sono anche momenti nello sport, però, in cui le cose non vanno bene, e devi continuare a lottare. È lì che ti serve la motivazione. È fondamentale che ti piaccia quello che stai facendo. Se vieni qui e pensi che guidare questa macchina sia la cosa più favolosa che potresti fare, allora diventa facile, perché continui a spingere».

 

Quando inizia la tua stagione?
«Alla fine di ottobre. Lo scorso anno mi sono infortunato; ora, però, è arrivato il momento di dare del filo da torcere ai miei avversari».

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