Atlantia-Cdp, l'accordo su Autostrade si avvicina

Atlantia-Cdp, l'accordo su Autostrade si avvicina
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Un nuovo scenario a due fasi potrebbe portare al perfezionamento dell'accordo tra Atlantia e la Cassa Depositi e Prestiti per l'uscita da Autostrade per l'Italia
2 settembre 2020

L'annoso accordo tra Atlantia e la Cassa Depositi e Prestiti per l'uscita della holding di casa Benetton dal cda di Autostrade potrebbe essere molto vicino. Le insistenti voci di una via d'uscita sulla base di una valutazione infrastrutturale di 11 miliardi di euro stanno facendo volare il titolo di Atlantia in Borsa, con un +8% a Piazza Affari. Questo a quasi due mesi dalla lettera che prevedeva la discesa nel capitale di Benetton e la salita di Cdp con un aumento di capitale dedicato, contestualmente alla quotazione in Borsa di Autostrade per l'Italia e l'assegnazione dei titoli pro-quota ai soci di Atlantia. 

Nel mese di agosto, però, Atlantia ha sondato delle alternative, come la vendita diretta delle sue quote in Aspi, corrispondenti all'88% del totale, direttamente sul mercato, invitando de facto Cdp a partecipare ad un'asta competitiva. Mossa, questa, che non è piaciuta alla Cassa. Nonostante questo intoppo, i lavori per trovare un accordo sono proseguiti. E apparentemente si è trovata la soluzione giusta. Che prevederebbe, stando a quanto riportato da Bloomberg, un percorso fatto di due tappe.

Si procederebbe prima, attraverso lo scorporo del 70% di Aspi da Atlantia, alla creazione di una nuova società quotata che potrebbe lanciare un aumento di capitale da 6 miliardi per l'ingresso di Cdp, ma anche di altri invesititori. In seguito, la nuova società potrebbe impiegare i fondi raccolti per abbattere il debito e riacquistare il 18% di Aspi che in questo scenario sarebbe ancora in mano ad Atlantia. Stando alle ultime voci, il piano dovrebbe essere oggetto di discussione nel prossimo cda di Atlantia, in programma domani, stesso giorno in cui il Ministro Gualtieri riferirà in parlamento sul dossier. Ma la partita potrebbe complicarsi nel caso in cui la Commissione Europea, cui si sono rivolti alcuni investitori esteri, decida di intervenire nella vicenda. 

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