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L'iniezione di capitali che serviva ad Aston Martin per dare la spinta finale verso la produzione del suo SUV, DBX, è arrivata nella giornata di venerdì, con l'ufficializzazione dell'acquisizione di una quota di 182 milioni di sterline da parte del miliardario canadese Lawrence Stroll. A questa cifra si aggiungeranno in seguito altri 318 milioni, per un aumento di capitale foraggiato dai principali azionisti, Stroll compreso. I numeri li conosciamo, ma quali saranno le conseguenze di questa nuova struttura dell'azionariato sul futuro della casa di Gaydon?
La certezza è naturalmente rappresentata proprio da DBX, SUV che nelle speranze di Aston Martin dovrebbe aiutare il brand a risalire la china entrando nel segmento degli sport utility di lusso, certamente lucrativo per molti concorrenti diretti della casa di Gaydon. Nel 2020, però, arriveranno anche la Vantage Roadster e la V12 Speedster, e inizieranno le consegne della Valkyrie, la hypercar sviluppata in collaborazione con Red Bull Racing. La Valkyrie rappresenterà il canto del cigno dell'intesa con il team di Milton Keynes, visto che dal 2021 la Racing Point diventerà il team ufficiale di Aston Martin in Formula 1.
Una decisione, questa, che non stupisce, visto che Lawrence Stroll è proprietario proprio della Racing Point, team che Stroll salvò dall'amministrazione controllata e in cui milita il figlio del magnate canadese, Lance. Nel futuro di Aston Martin, poi, dovrebbe esserci spazio anche per le vetture a motore centrale. A confermarlo, in un'intervista rilasciata ad Autocar, è il CEO di Aston Martin, Andy Palmer. «In termi di business, i margini sul profitto di queste vetture sono appetibili, il mercato è ancora in crescita ed aperto, e il poco cross-shopping tra gli acquirenti non andrebbe ad inficiare le vendite degli altri nostri veicoli», spiega Palmer.
Tra le novità in cantiere per Aston Martin ci sono la Valhalla, che sarebbe dovuta essere frutto della collaborazione con Red Bull, e la Vanquish. La casa di Gaydon sta inoltre lavorando ad un V6 inseribile in un powertrain ibrido, per impiegarlo verso la metà del decennio appena iniziato. La spinta verso l'elettrificazione subisce però una battuta di arresto, visto che la Rapide-E è stata eliminata dai piani futuri di Aston Martin e che il brand elettrico Lagonda, il cui debutto sul mercato era previsto per il 2022, arriverà solamente nel 2025.