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La formula magica è quella del 2+2, per poter condividere le emozioni di questa esclusiva supercar con più di un passeggero, ma va chiarito subito che i sedili posteriori andrebbero stretti anche a due bambini: molto meglio - e più nello spirito della vettura – utilizzarli per riporre le mazze da golf o una valigetta portadocumenti.
Questa, comunque, è l’unica promessa mancata da Aston Martin con la DB9, che per il resto può regalare soddisfazioni non comuni ai suoi fortunati proprietari.
Un design che lascia il segno
Di sicuro non delude la sua linea, davvero mozzafiato: ripropone alcuni elementi stilistici storici della Casa, a partire dalla calandra anteriore, in un corpo vettura dall’aspetto perfettamente moderno, dal quale traspare un raro equilibrio tra eleganza e sportività.
Vista lateralmente, presenta il classico profilo Aston Martin: molto pulito, con un tettuccio disegnato su un'unica curvatura. Le linee ordinate scorrono leggere fino alla coda pronunciata, con le fiancate posteriori ampie e arrotondate.
"Le Aston Martin non sono spigolose. Non presentano superfici angolate o bombature pronunciate sul cofano. Le curvature della carrozzeria sono delicate, muscolose come quelle di un atleta", spiega il direttore del design Henrik Fisker.
Un classicismo che comunque non ha impedito ai designer della Casa di proporre anche qualche soluzione originale, come l’apertura delle porte ad “ali di cigno”: interrogati al riguardo, risponderebbero sicuramente che questa soluzione riduce l’ingombro laterale a porte spalancate, ma ciò che conta davvero è soprattutto il risultato visivo, davvero notevole.
Dodici cilindri e scocca in alluminio
Dal punto di vista tecnico, la DB9 rappresenta un progetto inedito: Aston Martin non ha usato una piattaforma adattata da una linea esistente o da una berlina di lusso, secondo un approccio di partenza comune nelle auto GT. Questa soluzione infatti avrebbe potuto condurre a compromessi di stile e peso, con conseguente perdita di carattere.
Tutte le principali parti meccaniche e gli elementi della carrozzeria sono in alluminio, lega di magnesio o materiali compositi avanzati particolarmente leggeri. Tra questi, il motore V12 e la trasmissione in alluminio, le sospensioni forgiate in alluminio e gli ammortizzatori con corpo in alluminio. Anche la cornice del parabrezza è in alluminio pressofuso, mentre le intelaiature delle porte e i pannelli interni, il piantone dello sterzo e le alette comando cambio sono in magnesio.
Tanta attenzione alla riduzione del peso ha sicuramente sortito un effetto benefico sulle prestazioni e il comportamento stradale della DB9, anche se la vettura inglese con in suoi 1.710 kg (1800 con il cambio automatico) non può dirsi proprio leggerissima, ma a questo riguardo occorre considerare la categoria - è pur sempre un’elegante 2+2 piuttosto che un “animale da pista” - e le dimensioni piuttosto generose, con una lunghezza di 4710 mm e una larghezza di 1875 mm, a fronte di un’altezza di soli 1270 mm.
Prestazioni ai vertici
Le prestazioni, comunque, sono di assoluto rilievo, grazie al generosissimo “cuore” della DB9: un V12 di 6.0 litri da 450 CV a 6.000 giri/min. e 570 Nm di coppia massima a 5.000 giri. Quanto basta per scattare da 0-100 km/h in 4,9 secondi (5,1 sec. con il cambio automatico) e raggiungere i 300 km/h, scaricando la potenza sulle ruote posteriori attraverso un cambio manuale o un automatico con le ormai immancabili levette dietro al volante.
Ricchissima la dotazione di serie, mentre l’abitacolo offre come da tradizione della Casa un’ampia possibilità di personalizzazione.
Aston Martin
Viale Certosa, 187
20149 Milano
(MI) - Italia
02 4351 0988
info@astonmartinmilano.it
https://www.astonmartin.com/en/dealers/aston-martin-milano
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