Assicurazioni: ecco i tranelli che vi fanno retrocedere nella classe di merito

Assicurazioni: ecco i tranelli che vi fanno retrocedere nella classe di merito
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Per conquistare la classe di merito 1 ci vuole una vita, ma per ripiombare nelle retrovie basta una svista. La colpa è delle assicurazioni (e delle leggi varate dal parlamento). Ecco come evitare di ritrovarsi brutte sorprese
28 aprile 2015

Scalare la classe di merito nella propria polizza assicurativa è un'impresa lenta e paziente, degna di un eroe dell'antica Grecia. Ma retrocedere è velocissimo, anche senza esserselo meritato. Il nuovo assicurato parte nelle retrovie, in classe 14, e poi ogni anno, se non commette sinistri, guadagna timidamente una posizione. Il traguardo della prima classe di merito sembra un miraggio, un'oasi felice ma irraggiungibile. Alcuni perdono le speranze, mentre qualcuno vocifera che neppure esista per davvero. Eppure c'è chi, dopo anni di guida virtuosa, ce la fa per davvero e conquista la sospirata classe di merito 1, che dovrebbe garantire tariffe più vantaggiose.

"Anni per costruire, attimi per distruggere"

Le compagnie assicurative però studiano di notte come rendere vero il detto “anni  per costruire, attimi per distruggere”. Già perché se per conquistare la classe di merito più vantaggiosa occorre (quasi) una vita, per perderla basta un istante. I tranelli infatti si annidano dietro ogni angolo – o meglio dietro ogni modifica delle normative - e se non ci si documenta con attenzione si rischia di mandare tutto all'aria. Il primo rischio si corre quando si decide di cambiare la vettura,  per esempio vendendo la vecchia e attendendo qualche tempo prima di acquistarne una nuova. 

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Ogni volta che si cambia assicurazione non bisogna disdire il contratto. Basta una sospensione per fare il trasferimento alla nuova compagnia

 

In questo caso, dal momento che le compagnie hanno ottenuto col decreto Bersani  di associare la RC Auto alla vettura e non più all'automobilista, bisogna sempre (!) ricordarsi non disdire la vecchia polizza ma solo di sospenderla in attesa di fare il trasferimento sulla nuova vettura. Solo in questo modo infatti è possibile conservare la propria classe di merito, maturata dopo anni di fatiche. Chi risolve il vecchio contratto senza fare il trasferimento, magari firmando una nuova polizza con una compagnia ritenuta più conveniente, ripartirà dal punto di partenza senza diritto di appello. Tutto da rifare quindi, con il meccanismo bonus-malus che “si azzera”, e che rispedisce lo sciagurato assicurato nella classe che gli spetta in funzione del certificato di “buona condotta”, ovvero dell’attestato di rischio.  

Certificato di buona condotta: il trucco per tenere i prezzi alti

A proposito del quale dobbiamo far notare che  non dice tutta la verità, cioè è molto reticente sui meriti degli automobilisti, mentre dice tutto sugli incidenti provocati. Infatti le compagnie ne hanno limitato la funzione solo agli ultimi cinque anni di guida, dimeticando volutamente chi non commette incidenti da molti anni. Chi non denuncia sinistri da 40 anni, per esempio, finisce per essere considerato, agli occhi dell'assicuratore, virtuoso tanto quanto chi non è coinvolto in un incidente da soli 5 anni.

Le compagnie assicurative però studiano di notte come rendere vero il detto anni  per costruire, attimi per distruggere

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Le assicurazioni in questo modo – complici le leggi approvate dal Parlamento - riescono a livellare sempre di più il profilo degli assicurati. Infatti alle compagnie non conviene ritrovarsi con profili assicurativi troppo virtuosi, da premiare con congrue riduzioni della polizza, mentre preferiscono gestire una miriade di assicurati mediamente disciplinati, sia nel bonus sia nel malus, in modo da mantenere tariffe più alte per tutti. E soprattutto meno rischiose dal punto di vista imprenditoriale.  Tutto questo non è per nulla trasparente e il Parlamento deve tenerlo presente per i prossimi interventi in materia assicurativa.

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Il risparmio sull'RC Auto promesso in fase di acquisto di un nuovo veicolo può trasformarsi in lacrime amare

Auto nuova? Rc Auto gratis per un anno, un arma a doppio taglio

Ma di recente è venuto alla luce un nuovo trucchetto per penalizzare le polizze. Ultimamente infatti sempre più costruttori ingolosiscono i clienti con un anno di polizza Rc Auto gratuita in caso di finanziamento. Un regalo che fa gola a molti, specialmente ai neopatentati e soprattutto in alcune zone d'Italia, dove i prezzi delle assicurazioni rasentano cifre folli. Il problema non appare istantaneamente, ma  al momento del successivo rinnovo. Una volta scaduto l'anno di polizza gratuita  molti automobilisti infatti non sono riusciti a veder riconosciute  nuovamente le condizioni assicurative che avevano maturato in precedenza, con un’altra vettura.

Alle assicurazioni non conviene ritrovarsi con profili assicurativi troppo virtuosi

 

In pratica molte compagnie non sono disposte a riconoscere l'anno di copertura gratis, né ad applicare la Legge Bersani (la legge 40/2007), che consente di applicare all’assicurato la classe di merito più vantaggiosa di un familiare. Scaduta quindi la polizza gratuita,  questi automobilisti si sono ritrovati a ripartire dalla classe di merito 14. L'inghippo nasce dal fatto che questo tipo di contratti “gratuiti” viene stipulato in serie con una formula apposita,  a libro matricola e non con la classica scala bonus-malus, esattamente come una nuova polizza. Pertanto, una volta esauritosi l' omaggio si deve ricominciare daccapo. Sembra che nel trabocchetto siano caduti migliaia di automobilisti, e il probema sia venuto a galla.

Ivass fin troppo timida...

Dopo le polemiche alcuni costruttori, come l'intero Gruppo Volkswagen (fonte: Quattroruote), hanno deciso di non utilizzare più contratti a libro matricola e di consegnare ai clienti un attestato che permetta loro di conservare la classe di merito maturata in precedenza anche alla fine dell'anno omaggio. Altri costruttori però continuano ad offrire la classica polizza, quindi l'Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) è intervenuto con la sua alta autorità a sanare la situazione: in pratica consiglia di informarsi molto bene prima della stipula di un eventuale contratto in offerta. In Paesi più attenti alla trasparenza, le assicurazioni non avrebbero neppure potuto sognarsi di ricorrere alle furbate che abbiamo descritto sopra. Se andate a New York, nella V Strada, trovate un cartello di divieto di sosta: dice “Non farti neppure venire in mente di fermarti qui”. Ecco l’Ivass avrebbe dovuto dire qualcosa del genere alle compagnie che fanno questi giochetti.

 

Il cartello a New York: "Don't even think of parking here". Dall'Ivass ci saremmo aspettati un tono di questo tipo nei contronti delle compagnie...

new york don't even think of parking here
 

 

Enrico De Vita

Matteo Valenti

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