Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ogni auto d’epoca ha lo stesso diritto di esistere
Galzignano Terme (PD) - Che senso ha tenere un’auto d’epoca rinchiusa nel buio di un garage? Queste affascinanti nonne a quattro ruote hanno ancora tanta voglia di farsi guidare e di trasmettere grandi emozioni, ma soprattutto desiderano lasciarsi ammirare dai tanti appassionati nelle strade e nelle piazze delle nostre città.
E non importa che si tratti di una Fiat 500 o di una blasonatissima Lancia Aprilia carrozzata da Pininfarina. Ogni auto storica, anche la più semplice, magari di umile origine, ha una sua dignità e possiede la stesso diritto ad essere conservata e preservata. Perché ognuno di questi gioielli ha una sua storia da raccontare ed è portatrice di un immenso patrimonio culturale, che aiuta a parlare dell’uomo e della sua epoca.
A pensarla così è certamente l’Asi, l’Automotoclub storico italiano, che per questo motivo organizza ogni anno l’Autoshow. Un enorme raduno dedicato a tutti i suoi soci, che porta auto da ogni angolo d’Italia, da nord a sud. E non è solo un modo di dire perché a queste kermesse abbiamo trovato davvero automobilisti siciliani, abruzzesi, piemontesi, veneti, pugliesi e chi più ne ha più ne metta. Ecco di cosa è capace la forza della passione.
Autoshow 2014: 139 auto danno vita ad un museo itinerante
Quest’anno l’Autoshow è andato in scena in Veneto, sulle meravigliose strade dei Colli Euganei nei pressi di Padova, per poi spostarsi sui Colli Berici, nel vicentino. All’appello dell’Asi hanno risposto ben 139 equipaggi che hanno dato vita ad un vero e proprio museo itinerante su quattro ruote, capace di stregare chiunque al suo passaggio.
Perché il fascino intramontabile dell’auto d’epoca azzera le differenze d’età e rapisce tutti allo stesso modo. Grandi e piccoli infatti rimanevano incantati allo stesso modo ad ammirare le sfavillanti automobili lungo le strade o nelle piazze dove approdava il corteo.
Dalla Bianchina alla Maserati
E a conferma di quanto dicevamo all’inizio - cioè che tutte le auto d’epoca hanno la stessa identica dignità di esistere - non erano solo i modelli più preziosi ed esclusivi ad attirare gli sguardi, ma anche quelli più semplici, quelli che popolavano in gran numero le nostre strade fino a quarant’anni fa.
Numerosissimi i modelli di rara bellezza come l’Alfa Romeo Giulietta SS, la Dino, le straordinarie Maserati Bora e Merak, la Asa 1.000 e le sempre verdi Porsche 356 e 911. Ma non mancavano nemmeno vetture più “popolari” ma non per questo meno affascinanti come la mitica Bianchina, la Topolino, la Abarth 595, oltre a vere e proprie rarità per intenditori come una NSU con motore Wankel, una Volkswagen Maggiolino Typ 143 Cuopé con carrozzeria Karmann-Ghia oltre ad una Hudson e una Austin dei primi anni ’30.
“Questo immenso patrimonio tecnico/ingegneristico farebbe rimanere chiunque a bocca aperta e pensare al triste destino del marchio Lancia oggi è qualcosa che rimane davvero difficile da accettare”
Lancia: tanto (troppo) amaro in bocca
Se il ricordo più bello che portiamo a casa sono gli sguardi rapiti dei passanti, quello che ci ha lasciato una buona dose di amaro in bocca riguarda Lancia. All’Autoshow erano presenti tantissimi modelli che hanno fatto la storia di questo marchio italiano, capaci di testimoniare la sua dirompente forza innovatrice, unica al mondo. Ci siamo rifatti gli occhi con la Lancia Aprilia, capace di schizzare a 140 km/h nel 1937, una velocità semplicemente folle per l’epoca, e realizzata su una rivoluzionaria - almeno per l'epoca - scocca portante.
E poi con la Aurelia, un’auto di un’eleganza mozzafiato e spinta dal primo motore V6 di serie. Non mancavano nemmeno le più recenti Flaminia e Beta, modelli che hanno fatto sognare generazioni di automobilisti. Questo immenso patrimonio tecnico/ingegneristico, per non parlare dello stile, farebbe rimanere chiunque a bocca aperta e pensare al triste destino del marchio Lancia oggi è qualcosa che rimane davvero difficile da accettare.
Cultura a 360°: dai motori ai siti Unesco
Ma torniamo al nostro Autoshow, che non vuole di certo essere un raduno come tutti gli altri. L’Asi infatti ha l'ambizione di essere un incubatore culturale a 360°. Per questo non si occupa soltanto di preservare il patrimonio motoristico italiano, ma porta i suoi soci a visitare alcuni dei luoghi più significativi del nostro Paese.
Quest’anno per esempio ha permesso di conoscere da vicino il centro storico di Padova, con l’incantevole piazza di Prato della Valle e la visita al Palazzo della Ragione. Attraverso i Colli Euganei, Patrimonio Unesco, le auto hanno raggiunto poi l’Abbazia di Praglia, dove i monaci benedettini ci hanno portato alla scoperta del suo fascino rimasto immutabile nei secoli.
Il viaggio è proseguito il giorno seguente verso Vicenza, la "città di Palladio", sui saliscendi dei Colli Berici, per terminare domenica a Montagnana una tra le più famose città medievali murate dʼEuropa, a cui è stata conferita la Bandiera Arancione per le sue bellezze storiche e per la valorizzazione dei prodotti tipici. I soci infine hanno visitato il Castello di Bevilacqua, edificio risalente al XIV secolo, situato nel cuore della pianura veronese fra Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, una location ricca di affreschi ed opere dʼarte.
L'appuntamento per il prossimo Autoshow è fissato per il prossimo anno, in una nuova località ma nel frattempo gli uomini dell'Asi non staranno di certo con le mani in mano. Nei prossimi mesi infatti sono attesi tanti nuovi eventi che metteranno al centro, ancora una volta, l'importanza irrinunciabile del motorismo storico.
GUARDA LA GALLERY COMPLETA CON TUTTE LE AUTO D'EPOCA PIU' AFFASCINANTI DELL'ASI AUTOSHOW 2014