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Nuovi satelliti ad alta risoluzione stanno iniziando a sorvegliare gli operatori petroliferi e di gas che rilasciano metano nell'atmosfera. Almeno una ventina di questi satelliti, capaci di individuare i gas serra invisibile a occhio nudo, saranno in orbita entro la fine dell'anno.
I loro sensori riescono a rilevare il componente del gas naturale che fuoriesce dai gasdotti, dalle torce non accese, dai serbatoi di stoccaggio e dalle stazioni di compressione in tutto il mondo. Le immagini trasmesse sono cristalline e lasciano poco spazio a dubbi su chi sia responsabile delle perdite.
La domanda di informazioni sulle emissioni a livello di impianto è in forte crescita poiché le emissioni di metano potrebbero aiutare di più per rallentare il cambiamento climatico nel breve termine rispetto ad altre misure.
Le società petrolifere e di gas affrontano sempre maggiori pressioni da parte degli investitori e dei governi che mirano a ridurre le loro emissioni. La possibilità di individuare le perdite tramite i satelliti sta esponendo le falle negli approcci di segnalazione utilizzati finora da molte società e agenzie governative che hanno sottostimato le emissioni di metano.
Proprio questo approccio potrebbe, nel lungo periodo, sistemare il problema spingendo le varie compagnie ad avere più accortezza e quindi a ridurre le eventuali perdite.