Ape Piaggio: addio all'Italia, arriverà dall'India

Ape Piaggio: addio all'Italia, arriverà dall'India
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La Piaggio ha annunciato la fine della produzione in Italia dell'Ape, il classico tre ruote che dal 1948 ad oggi ha messo in movimento l'Italia che lavora
2 dicembre 2024

Un po' come la 500 e la Panda, è parte integrante del panorama italiano: l'Ape Piaggio però, celebre motocarro a tre ruote, è molto più di un semplice mezzo di trasporto. È un'icona del design italiano, un simbolo di ingegno e praticità che ha conquistato il mondo intero. La sua storia, iniziata nel 1948 in un'Italia ancora segnata dalla guerra, è un esempio di come un'idea semplice, nata da una necessità, possa trasformarsi in un successo globale.

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Dalle ceneri della guerra alla nascita di un'icona

Nel dopoguerra, l'Italia era in ginocchio, la mancanza di mezzi di trasporto era evidente e molte persone non potevano permettersi un'automobile. La Piaggio, già famosa per la Vespa e bisognosa di convertirsi dall'economia di guerra, intuì l'esigenza di un veicolo commerciale economico e maneggevole. L'idea era quella di creare un veicolo a tre ruote, derivato dai primi modelli della Vespa, che potesse rispondere alle esigenze di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori. Tre ruote, perché? La tassazione all'epoca prevedeva tasse di circolazione ridotte e questo avrebbe fatto dell'Ape un veicolo economico da gestire. 

Le prime due serie dell'Ape, prodotte tra il 1948 e il 1956, erano essenzialmente una Vespa con un asse posteriore a due ruote che sosteneva il cassone. Non a caso, in alcuni mercati, l'Ape fu commercializzata come VespaCar o addirittura la TriVespa.

Dalla terza serie, l'Ape acquisisce una struttura indipendente dalla Vespa, pur mantenendo alcuni componenti in comune, come il manubrio e il cambio manuale. Questo segna un passo importante nell'evoluzione dell'Ape, che inizia a distinguersi come un veicolo a sé stante. Nel corso degli anni, la Piaggio ha continuato a innovare e a sviluppare nuovi modelli di Ape, con motori di diverse cilindrate e caratteristiche sempre più avanzate. L'Ape si è affermata in diversi settori, dal trasporto merci al turismo, con la celebre versione Ape Calessino.

Ape Calessino
Ape Calessino

Nostalgia canaglia dell'Ape delle caldarroste (e dei gelati)

Oggi l'Ape lascia per sempre l'Italia per continuare la produzione negli stabilimenti indiani, già attivi su licenza da molti anni, dove ha trovato terreno fertile per la sua compattezza ed economicità: l'Ape infatti è utilizzata come mezzo di trasporto pubblico, sotto forma di risciò motorizzato o tuk-tuk, un'immagine ormai iconica del Sud-Est asiatico e anche dell'Africa. Dopo 76 anni di fabbricazione, l'Ape lascia lo stabilimento di Pontedera, anche in seguito all'introduzione di nuove norme comunitarie che lo rendono obsoleto. La fabbrica pisana è oggi impegnata con il Porter (quattro ruote) anche in versione elettrica, abbandonando del tutto i motori a due tempi che è quasi impossibile mettere in regola per l'Euro 5. Anche se le rappresentanze della Piaggio non hanno espresso preoccupazioni per possibili esuberi dovuti alla perdita del'Ape, l'azienda ha annunciato tre settimane di cassa integrazione per 1.100 operai.  

 

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