Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ha compiuto 70 anni, ma non li dimostra. Anzi, è proprio con la maturità che ha iniziato a viaggiare per il mondo. E' l'Ape Piaggio, il “tre ruote” più famoso del mondo lanciato nel 1948 da un'intuizione di Enrico Piaggio e Corradino D’Ascanio, il papà della Vespa.
L'Italia del dopoguerra è un Paese in fermento, c'è voglia di fare e di lavorare, ma i soldi in tasca sono ancora pochi. Così, a Pontedera pensano ad un mezzo alternativo per trasportare le merci, più economico dei grandi autocarri e dei motofurgoni, ma più comodo e veloce dei tricicli a pedali o dei carretti spinti a mano che si incrociano numerosi in città.
Non si parte da un foglio bianco, ma da un progetto che dopo appena due anni è già in fase di decollo: è la Vespa, che nel 1948 totalizza quasi 20.000 vendite contro le circa 2.500 del 1946, il suo anno di lancio.
Costa 170.000 lire il primo Ape del 1948, l'Ape A, che conserva dello scooter che si rivelerà fortunatissimo la caratteristica scocca portante con scudo che viene allungata al posteriore con un cassone e... una ruota in più montata su un assale azionato da una trasmissione a catena. Il motore è lo stesso 125 cc che nel 1948 debutta sulla Vespa V1T.
«Si trattava di colmare una lacuna nei mezzi di locomozione utilitaria del dopoguerra, portando sul mercato un motofurgone di piccola cilindrata, di limitato consumo e di modesto prezzo di acquisto e di manutenzione, facile alla guida, manovrabile nel più intenso traffico cittadino, e soprattutto adatto e sollecito e pronto al trasporto a domicilio della merce acquistata nei negozi», raccontò anni dopo D'Ascanio.
Nel 1952 l'Ape si evolve in Ape B, in cui la cilindrata sale a 150 cc, il cassone è in lamiera stampata e il cambio con rinvii a bacchetta cede il passo ai più affidabili ed economici cavi metallici.
Rimane in produzione fino al 1956, quando l'Ape con la versione Ape C conosce la sua più importante evoluzione: l'avvento della cabina. La portata passa da 200 a 350 kg, facendone un vero e proprio, per quanto piccolo, autocarro. Il motore si avvia manualmente, ma è disponibile anche l'avviamento elettrico, mentre le portiere da opzionali diventano standard dopo pochi anni.
Ad aumentarne la fama anche fuori dai confini nazionali è la versione chiamata Ape Calesse, un Ape in versione “spiaggina” su cui spesso vengono ritratti dai paparazzi i divi del tempo in vacanza nelle località più “in”: Versilia, Capri, Ischia, Portofino.
Il revival dell'Ape votato alla “dolce vita” porta nel 2007 all'Ape Calessino, che reinterpreta il design degli anni ’60 con inserti in legno, cromature e toni pastello dal sapore vintage. Inizialmente previsto in serie limitata a 999 esemplari, nel 2010 viene seguito dalla versione elettrica “Electric Lithium” e nel 2013 dall'Ape Calessino 200, tutt'ora commercializzato con motore benzina Euro 4 da 200 cc.
Nel 1958 in Italia succedono tante cose: nasce la CEE, primo embrione della futura Unione Europea con il nostro tra i Paesi fondatori, entra in vigore la Legge Merlin che mette fuorilegge le case chiuse, esplode la febbre per la allora diciottenne Mina, sul soglio pontificio sale Giovanni XXIII, il “papa buono”, il boom economico italiano è alle porte. Non a caso, in un clima di ottimismo, Piaggio conia lo slogan «Ape, il veicolo che vi aiuta a guadagnare» per promuovere il nuovo Ape D. E' più grande, la cabina è completa di porte, il faro anteriore passa dal parafango al centro della cabina, si adotta un nuovo motore della cilindrata di 170 cc.
Una variante oggi molto rara quanto apprezzata dai collezionisti è l'Ape Pentarò nato nel 1961, ovvero l'Ape a 5 ruote. Si ispira agli autoarticolati, con un grande pianale che può sopportare carichi fino a 700 kg.
Cinque anni dopo, nel 1966, tocca all'Ape MP (motore posteriore”) introdurre il cambiamento tecnico più sostanzioso dall'adozione della cabina chiusa. Piaggio infatti sposta il motore dall'abitacolo all'asse posteriore, eliminando la trasmissione a catena in favore di un più robusto sistema con semiassi. Il comfort migliora grazie agli ammortizzatori idraulici, la cabina è più curata, tanto che viene offerta anche la versione Ape MPV del 1968 con volante in alternativa al classico manubrio. Il motore posteriore permette di attenuare rumorosità, eliminare i cattivi odori e bilanciare meglio i pesi.
Nel 1969 arriva l'Ape 50, meglio conosciuto come l'“Apino”. La sua nascita coincide con quella dei ciclomotori, categoria che viene definita nel Codice della Strada nei primi anni '60 dalla legge che impone la targa ai veicoli di cilindrata superiore. Per lo stesso motivo nel 1964 era nata la Vespa 50, di cui il piccolo Ape ripercorre le orme diventando il veicolo commerciale più piccolo ed economico della storia.
Il 1971 segna l'arrivo del nuovo modello battezzato Ape Car: nuovo il design, che si fa più squadrato, nuova la scocca e il telaio, che consentono dimensioni maggiori a vantaggio dell'abitabilità e della capacità di carico. Si guida attraverso un volante, la leva del cambio e i pedali come un autocarro. Nuovo anche il motore, che sale a 220 cc. L'Ape Car è un successo enorme che prosegue con vari aggiornamenti fino agli anni '80.
E' il 1982 quando Piaggio si rivolge a Giorgetto Giugiaro per ridisegnare il proprio cavallo di battaglia tra i veicoli commerciali leggeri. Nasce così l'Ape TM, tutto nuovo nei lamierati, nelle dimensioni della cabina e nel telaio, che adotta sospensioni indipendenti a bracci oscillanti, freni a tamburo in lega leggera e ruote da 12 pollici. L'Ape di Giugiaro è talmente riuscito che il suo disegno è arrivato praticamente invariato sino a giorni nostri. E' tuttora commercializzato nelle versioni Pianale, Pianale Ribaltabile e Furgone. Nel 1984 arriva per la prima motorizzazione Diesel con cambio a 5 marce: con 422 cc è il più piccolo Diesel a iniezione diretta del mondo.
Gli anni '90 segnano l'arrivo di una novità che ha del clamoroso per i giovani dell'epoca: Piaggio azzarda una versione dell'Ape 50 per i quattrodcenni, battezzandola Ape Cross. Viene pubblicizzato anche sulle riviste per ragazzi, che cerca di attrarre con colori più sgargianti, roll bar e autoradio di serie.
Debutta invece nel 1994 l'Ape Poker, ovvero il primo Ape a quattro ruote che è equipaggiato con gli stessi motori dell'Ape TM. Rimane in produzione fino al 2005, lasciando successivamente spazio al Quargo.
Da allora la gamma Ape non ha subito più grandi rivoluzioni, ma continui affinamenti fino agli odierni motori Euro 4 e a qualche miglioria di dettaglio che hanno portato alle già citate versioni Calessino che affianca la meno pretenziosa Classic. Il tre ruote nato in Toscana si è nel frattempo ritagliato un posto di primo piano nei Paesi in via di sviluppo, grazie alle sue riconosciute doti di robustezza e praticità.
Dal 1999 l'Ape è prodotto nelle versioni Diesel 501 cc e 601 cc nello stabilimento indiano di Piaggio Vehicles Private Limited a Baramati, al ritmo di 150.000 unità all'anno destinate al mercato asiatico. Viene commercializzato anche in Africa, Sud America e Medio Oriente. L'ultimo Paese di lancio è l'Egitto.
«Il Gruppo Piaggio sta portando avanti da diversi anni un progetto di crescita dell’export dei Veicoli Commerciali leggeri nei Paesi emergenti. Grazie alle sue peculiarità, Ape è il veicolo ideale per supportare in modo efficace lo sviluppo delle economie in fase di espansione, come quella egiziana», ha commentato Roberto Colaninno, Presidente e ad del Gruppo Piaggio. Insomma, 70 anni dopo l'Ape continua instancabile ad aiutare chi lavora, come quelle migliaia di italiani che dal dopoguerra a oggi si sono affidati a lui per i compiti più gravosi.