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“Vincere con la Ferrari al suo ritorno a Le Mans ha rappresentato un bellissimo risultato sia nel 2023 per la 499P n.51 che quest’anno per noi. Da pilota un successo del genere ti rende veramente orgoglioso, felice. È un sogno che avevo fin da bambino”. Nonostante siano passati mesi dalla vittoria colta alla 24 Ore insieme a Nicklas Nielsen e Miguel Molina sulla Ferrari 499P n.50, lo sguardo di Antonio Fuoco si illumina ancora quando, alle Finali Mondiali della Rossa a Imola, gli chiediamo cosa abbia significato per lui un successo colto da italiano rappresentando uno dei marchi più iconici del nostro paese.
E la mente torna inevitabilmente agli ultimi giri vissuti da Fuoco come spettatore d’eccezione, osservando il suo compagno di squadra, Nicklas Nielsen, avvicinarsi alla bandiera a scacchi al Circuit de la Sarthe. “È stata un’emozione grandissima – ricorda - Onestamente penso che in quei momenti da pilota sia meglio stare in macchina che fuori. Ai box ci sono molta più tensione, preoccupazione. Però è stata una sensazione straordinaria, un’esperienza bellissima. Sono dei ricordi che porterò sempre con me”.
Cogliere il successo assoluto con entrambe le vetture ufficiali nei primi due anni dal ritorno nella classe regina dell’Endurance è sicuramente motivo di orgoglio per la Ferrari. “All’inizio di questo programma – sottolinea Fuoco - il nostro obiettivo era quello di imporci a Le Mans. L’altro è provare a vincere il titolo mondale”. Le speranze che possa accadere già nel 2024 sono flebili. Ma in vista dell’ultima gara stagionale del WEC in Bahrain Fuoco mostra una certa determinazione.
“Quest'anno è difficile. C'è ancora una piccola chance, cercheremo di fare il nostro meglio – riflette Antonio -. Sappiamo che i nostri avversari sono molto forti, però come sempre noi ci crediamo dal primo all'ultimo giro, non abbiamo assolutamente niente da perdere. Andremo full-attack e proviamo a mettere un po' di pressione agli avversari”. A cominciare, viene da pensare, dalla qualifica, circostanza in cui Fuoco eccelle.
È difficile pensare che il suo senso per il giro secco mostrato ripetutamente al volante della 499P sia frutto di un affinamento recente, ma è così. “Onestamente fino a qualche anno fa era il mio punto debole. In questi anni ho lavorato tanto su questo aspetto, essere preciso e forte nei momenti come la qualifica. Sappiamo che nell'endurance non è fondamentale, ma vista la crescita del livello del campionato – anche per quanto riguarda i piloti - penso che partire davanti sia diventato più importante, dato che i sorpassi sono più complessi. La mia è una qualità che è emersa negli ultimi anni, e sto cercando ancora di migliorarla e perfezionarla”.
Una capacità, l’essere fulmineo in qualifica, che Antonio Fuoco condivide con un suo grande amico, Charles Leclerc, che come lui ha vissuto pagine indimenticabili della sua storia nella stagione 2024. La vittoria di Le Mans è arrivata a pochi giorni dal tanto atteso successo di Charles a Montecarlo. Come hanno festeggiato questi traguardi? “Io ero con lui quando ha vinto a Monaco, e ho partecipato alle celebrazioni. E quando sono tornato da Le Mans, Charles mi ha organizzato una festa a sorpresa a Montecarlo”.
“Abbiamo un grandissimo rapporto di amicizia che va al di là del lavoro – racconta Fuoco - passiamo tanto tempo insieme e credo che per tutti e due quest'anno sia stato un grandissimo anno. È un rapporto veramente speciale il nostro, ci conosciamo da tantissimo tempo ed è un'amicizia molto forte che va al di là di tutto”. Un legame importante, come quello tra Antonio e la sua famiglia. “Mi hanno permesso di essere qui oggi. Mi hanno sempre supportato sin dagli inizi, quando correvo con i go-kart, standomi vicino. Avere il supporto della mia famiglia è stato molto importante per arrivare fin qui”.
Il qui e l’ora per Antonio Fuoco è il complesso quanto affascinante mondo delle corse di durata. Un’avventura sfidante, anche per il blasone del marchio che rappresenta. “Sicuramente da pilota Ferrari la pressione c’è. L'aspettativa è sempre molto alta da parte del team e dei tifosi, e di conseguenza c'è tanto stress”. Ma è anche il WEC in sé a nascondere tante insidie. “Le gare di durata sono difficili da gestire perché da pilota si vuole sempre esprimere il meglio sin da subito, ma non bisogna dimenticarsi che una gara può durare sei, otto o ventiquattro ore. Bisogna gestire le emozioni, con la consapevolezza di condividere l’auto con altri piloti”.
“A volte non puoi azzardare e prenderti un rischio perché ci sono altri due ragazzi che aspettano la macchina al box. Credo che sia fondamentale avere un bel gruppo di piloti che credono in loro stessi e si danno forza a vicenda. Sappiamo che quando è il momento di attaccare, di prendere qualche rischio in più, lo facciamo sempre”. Un’alchimia speciale, quella tra Fuoco, Molina e Nielsen, capace di portarli a salire sul gradino più alto del podio alla 24 Ore di Le Mans 2024, cogliendo un successo che era materia dei sogni dell'Antonio bambino.