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L'Antitrust ha svelato un cartello tra le finanziarie delle case automobilistiche, chiamate ad erogare i prestiti ai clienti che acquistano una vettura a rate o in leasing: un'istruttoria conclusasi lo scorso 20 dicembre ha svelato contatti assidui per concordare i tassi e le condizioni da offrire. Si tratta di un'alterazione del mercato ad opera di concorrenti chiamati in teoria a guadagnarsi quote e profitti a discapito degli altri. L'Antitrust per questo cartello ha comminato una multa complessiva da circa 680 milioni di euro, da dividere tra le realtà coinvolte.
Tutto è partito da una richiesta di clemenza di Daimler e della sua captive bank - così si definiscono le finanziarie dietro alla case automoblistiche - Mercedes-Benz Financial Services Italia; in seguito a questa domanda, che ha permesso a Daimler di evitare la sua parte di multa, si è scoperta un'intesa tra le finanziarie delle varie case automobilistiche, che si passavano informazioni in merito a quantità e prezzi.
La finanziaria di Daimler ha fornito all'Antitrust 145 documenti che attestavano, si legge nel documento dell'Autorità ripreso da Repubblica, "un’intesa segreta (cartello) posta in essere attraverso un pervasivo scambio di informazioni sensibili tra le principali captive banks", il quale "ha avuto luogo almeno a partire dal 2003 e fino al 2017".
In cosa consisteva l'intesa? Nello scambiarsi "informazioni relative a variabili sensibili nella fissazione delle condizioni per la concessione di finanziamenti e leasing", "attraverso contatti diretti bilaterali e multilaterali tra le imprese, corredati dalla compilazione e dall’invio di form, anche strutturati, denominati ad esempio ‘benchmarking for success’".
Ci sono stati anche contatti diretti tra i vertici e in ambito associativo, "che hanno avuto ad oggetto i più diversi argomenti, tra i quali: TAEG, estinzioni anticipate dei finanziamenti, 'condividere insieme l’attuale difficile momento', andamento del rischio, e ancora scambi di dati su 'volume distribution, renting, dealer network, approval rate, auto rejection, approval rate calculation', spread e tassi applicati".
Queste sono le società coinvolte: Banca PSA Italia S.p.A., Banque PSA Finance S.A., Santander Consumer Bank S.p.A., BMW Bank GmbH, BMW AG, Daimler AG, Merceds Benz Financial Services Italia S.p.A., FCA Bank S.p.A., FCA Italy S.p.A., CA Consumer Finance S.A., FCE Bank Plc., Ford Motor Company, General Motor Financial Italia S.p.A., General Motors Company, RCI Banque S.A., Renault S.A., Toyota Financial Services Plc., Toyota Motor Corporation, Volkswagen Bank GmbH, Volkswagen AG.. A queste si aggiungono le associazioni di categoria, Assofin ed Assilea.
“Avevamo sentito puzza di bruciato già due anni fa e abbiamo documentato le irregolarità e i comportamenti illegittimi con nostre indagini e denunce; siamo stati i primi a intervenire a sostegno dell’Autorità garante. Stiamo lavorando per ottenere risarcimenti rispetto ai danni subiti; date le intese, molti consumatori hanno pagato interessi più alti del dovuto e condizioni peggiori": così commenta la notizia Ivo Tarantino, responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo.