L'Antitrust apre un'istruttoria sul progetto “anti-frode” dell'Ania

L'Antitrust apre un'istruttoria sul progetto “anti-frode” dell'Ania
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L'authority teme che si possa creare un “cartello” tra le compagnie italiane
17 novembre 2020

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un'istruttoria nei confronti del cosiddetto progetto “anti-frode” nei rami vita e danni annunciato lo scorso marzo dall'Ania, l'Associazione che riunisce le compagnie assicuratrici.

Questo consiste nella creazione di una banca dati che consenta, anche attraverso elaborazioni statistiche, la rilevazione dei fenomeni fraudolenti.

L'Autorità Garante vuole vederci chiaro ed ha aperto l'istruttoria per accertare se si tratti di fatto di un possibile “cartello” tra compagnie assicuratrici.

«In particolare, ad una prima analisi emergerebbe il rischio che - trattandosi di un progetto sviluppato da un’associazione che rappresenta gli interessi delle imprese di assicurazione - non sussistano sufficienti garanzie di terzietà tali per cui l’attività antifrode, sicuramente meritevole, possa essere effettivamente svolta a beneficio di tutti gli stakeholder. L’Autorità valuterà inoltre se e in che misura lo scambio di informazioni connaturato al progetto e utile alla sua riuscita possa causare un aumento artificiale della trasparenza nei mercati interessati, agevolando la collusione tra concorrenti. Lo sviluppo di algoritmi comuni e la condivisione di una ampia mole di dati potrebbe influenzare, uniformandole, le scelte delle compagnie, in fasi importanti dell’attività assicurativa», scrive in una nota l'Agcm.

Il Garante ha ribadito che «l’attività di contrasto e prevenzione delle frodi assicurative rappresenta uno dei compiti istituzionali dell’IVASS, in particolare nel ramo RC Auto» e che «l’IVASS gestisce appositi archivi e banche dati per supportare le imprese di assicurazione nella loro attività di individuazione e contrasto delle frodi assicurative RC Auto, in particolare nella fase di liquidazione dei sinistri».

L'ipotesi è che la banca dati “anti-frode” dell'Ania potrebbe configurare un’intesa restrittiva della concorrenza, in possibile violazione dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

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