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Prendi una città con storia e arte in bella vista, nota a tutto il mondo e ambita, come meta classica per dolci passeggiate. Mettici una Ferrari di quelle con motore V12 davanti e trazione dietro. Al volante un pilota vero, che sa come si guida quel ferro a manetta, per davvero. Sarebbe bello fargli fare un giro a pieno gas, ignorando i limiti e il traffico. Prendendo il percorso urbano di vie note come fosse un circuito chiuso. Roba da film ovviamente e di film infatti parliamo. Però è uno di quelli “underground” e segreti. Di quelli che si girano con effetto 100% real al buio. Anzi no, questo è stato fatto all’alba. Senza dire niente a nessuno in una domenica mattina, rischiando però grosso visto che il permesso per una simile cosa, chiudendo le strade, non era arrivato dalle istituzioni.
È l’opera del regista francese Claude Lelouch, compiuta in un agosto di metà anni Settanta. Le immagini che vediamo sono quelle di una telecamera piazzata sulla Ferrari 275 GTB da circa 300CV, condotta in strada dal pilota F1 professionista che si è prestato al tempo. Ufficialmente ignoto, ma pare certa la nazionalità francese. Quindi vennero ipotizzati René Arnoux, Jacky Ickx, Jacques Laffite o Jean-Pierre Jarier. In ogni caso il giro nel cuore di una Parigi che non ti aspetta sulla Rossa V12, gareggiando con se stessi per un tempo record, è diventato reale sulla pellicola. Il crono, previsto intorno ai 10 minuti per fare Porte Dauphinee, Arco di Trionfo, Louvre e SacreCoeur, è poi stato inferiore: poco oltre gli otto minuti.
Nel conteggio di pazzia, o piede che dir si voglia, si elencano: velocità massima di oltre 200 Km/h in città, mancato rispetto di stop, precedenze e semafori rossi, marciapiedi, vie contromano, mancato rispetto delle strisce, dei pedoni (e dei piccioni).
Ovviamente quando il film ”C’était un rendez-vous” (in pratica la corsa per arrivare a un appuntamento con donna in attesa) arrivò alla notorietà, fu bandito e proiettato solo clandestinamente. Lelouch fu anche arrestato, brevemente, con momentaneo ritiro della patente, ma alimentò bene il mito di questo corto metraggio. Al volante forse era lui stesso che premeva sul gas, sperando di essere avvertito da un aiutante qualora fosse stata in arrivo la polizia. Non sentendo avvisi, per non sbagliare guidò il più veloce possibile.
Tra le altre chicche, emerse dopo le proiezioni iniziali, quella secondo cui non fu la rossa a girare per strada ma una 450 SEL di Stoccarda (adeguata per stabilità e sospensioni) a cui poi in montaggio si è unito il bel suono del V12, al posto del V8. Secondo una stima il percorso del film con la Ferrari 275GTB a manetta in centro, è lungo circa 10 Km, il che suggerisce secondo i tempi una velocità media di 75 Km/h.
Quest’opera capace sapientemente di alimentare negli anni un filone, è poi stata ripresa varie volte, anche da autori di Mission Impossibile, saga con Tom Cruise sulla cui qualità degli inseguimenti auto e moto, si potrebbe aprire un capitolo… Per dire che faceva forse più impressione la finta gara della Rossa in città degli anni Settanta.