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Il salto all’indietro è da brividi: dalle 57.000 immatricolazioni di marzo 2019 si è passati alle sole 7.000 del mese scorso, con un regresso della’88%: l’emergenza Covid-19 ha colpito duro anche le attività di noleggio a breve termine e car sharing, oltre a bloccare le nuove immatricolazioni delle flotte del lungo termine.
Numeri che invertono la crescita registrata dal settore negli ultimi mesi, che confermava la progressiva diffusione della sharing mobility in Italia: 461.000 vetture immatricolate ogni anno (25% del totale automotive) e una flotta di oltre 1.200.000 veicoli, tutti Euro6, mentre la perdita di oltre 50.000 veicoli significa meno PIL, perdita di posti di lavoro, ridotto gettito per l’Erario.
Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, attraverso il presidente Massimilano Archiapatti, si rivolge direttamente al Governo: «Gli acquisti d’auto da parte del settore del noleggio, in assenza di adeguati interventi di sostegno, sono destinati a crollare ulteriormente e a confermare anche nei prossimi mesi il trend registrato a marzo. Bene allora i provvedimenti del Governo per dare subito liquidità alle imprese, ma bisogna già oggi guardare anche al dopo: per alimentare la ripartenza e supportare la mobilità delle aziende italiane, è necessario prevedere nei prossimi Decreti misure capaci di generare un effetto volano per l’industria automotive e per la mobilità aziendale, turistica e cittadina del Paese, con impatto positivo sulle casse dell’Erario».
Ripristino del super-ammortamento
Il superammortamento, negli anni in cui è stato utilizzato (2016-2017), ha generato benefici economici e finanziari per l’intera filiera dell’auto: costruttori, noleggiatori, concessionari, centri di assistenza e manutenzione, oltre ad un positivo ritorno per le casse dell’Erario: l’aumento di immatricolazioni ha infatti prodotto infatti maggiori entrate (IVA, imposte locali, diritti di motorizzazione), con un “ritorno sull’investimento” stimato intorno al 300%. Considerando solo le vetture a noleggio a lungo termine, questa misura ha prodotto complessivamente 64.600 immatricolazioni in più, con maggiori entrate per l’Erario di 318 milioni di euro, senza contare la promozione di maggior correttezza fiscale, funzione fisiologicamente esercitata dal noleggio lungo termine, in cui tutte le operazioni sono tracciate e documentate e l’accelerazione del rinnovo del parco circolante, con positivi effetti dal punto di vista ambientale e della sicurezza stradale.
Riallineare la fiscalità aziendale italiana alla media europea
Occorre rimettere mano in modo strutturale alla tassazione sulle auto aziendali in Italia, che ci vede ancora lontani dagli altri Paesi dell'UE. In Italia perdura un regime in proroga sulla detraibilità dell’IVA ferma al 40%, mentre in Germania, in Inghilterra e in Spagna si detrae il 100%. Un regime straordinario, il nostro, in vigore dal 2007 e prorogato sistematicamente ogni tre anni. Anche un aumento graduale, scaglionato nel tempo, produrrà benefici per l’Erario grazie all’aumento di immatricolazioni.
Estensione dell’eco-bonus alle vetture usate
In Italia su un totale di circa 38 milioni di vetture circolanti, ben il 30% (oltre 11,5 milioni di auto) è ante Euro4, quindi con più di 14 anni di età, con evidenti maggiori livelli di inquinamento. Le finalità perseguite dalla norma sugli eco-incentivi previsti nella Legge di Bilancio per il 2019 riguardano una fascia limitata del mercato nazionale. Nella fase economica che seguirà l’emergenza attuale è presumibile che la capacità di spesa e l’attitudine a investire somme consistenti sarà molto limitata. Considerando il costo minimo di un veicolo agevolabile (circa 25.000-38.000 euro) e quello medio di una vettura usata (12.000 euro), gli incentivi potrebbero essere estesi alle vetture Euro6, con minori emissioni. Con tale misura si raggiungerebbero più facilmente le fasce di contribuenti con reddito medio-basso, che usano le vetture più “anziane”, con motorizzazioni più inquinanti.