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Cresce il fenomeno relativo alle frodi del commercio dei carburanti. Un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza ha infatti fatto emergere come, nel lasso temporale compreso tra lo scorso gennaio ed il mese corrente, sia stato “consumato in frodo”, un quantitativo di 71.000 tonnellate di carburante, ossia il 127% in più rispetto allo scorso anno.
Questo significa quindi che un ingente quantitativo di carburante è stato consumato totalmente al di fuori dal controllo dello Stato senza produrre introiti per le casse pubbliche sotto forma di tasse, accise ed IVA ed andando così ad alimentare in maniera consistente l'evasione fiscale, che finisce poi col pesare sulle spalle di tutti i cittadini.
Le truffe sul commercio di carburante
Tale situazione è dovuta a numerosi fattori che vanno poi a ripercuotersi sui consumatori. Sono infatti state scoperte dagli uomini delle Fiamme Gialle due società di origine greca che, dopo aver acquistato i carburanti da una raffineria con sede in Atene, li trasportavano in Italia allo scopo fittizio di farli poi arrivare in Spagna, mentre questi restavano in realtà sulla nostra penisola per essere immagazzinati all’interno di un deposito clandestino e poi consegnati ad una serie di distributori che li erogavano poi in maniera truffaldina.
Un metodo questo che va ad affiancarsi a quelli già in voga da tempo, come i contatori manomessi delle pompe o le cisterne che non vengono completamene svuotate all’atto della consegna. Una serie di sotterfugi insomma che sommati tra loro hanno portato i finanzieri a scoprire irregolarità per il 15% dei 2.400 distributori ispezionati a sorpresa nella prima metà del mese.
1 distributore su 7 in Italia non agisce in maniera corretta
Risulta insomma essere uno su sette il rapporto tra i distributori disonesti e quelli onesti, ai quali si affiancano sotterfugi come quelli legati ai prezzi non segnalati o peggio ancora indicati più bassi sui tabelloni rispetto a quelli poi realmente applicati alla pompa.
I controlli effettuati hanno portato alla denuncia di molti gestori, che sono stati così accusati di frode e di alterazione degli strumenti di misura, mentre altri situati in provincia di Napoli hanno addirittura erogato gasolio “allungato” con l’acqua, causando così anche malfunzionamenti ai veicoli che si sono in questi impianti riforniti.
In un distributore situato a Reggio Emilia era invece la quantità erogata a risultare inferiore rispetto a quella indicata, mentre presso un altro distributore situato a Pescara i clienti venivano distratti in fase di rifornimento con la sostituzione dei tergicristalli al fine di azzerare i display in corso di rifornimento, modificando così i quantitativi erogati.
Enrico De Vita a Radio 1: «Le truffe ci sono, ecco come provare ad evitarle»
Sulla questione delle truffe legati ai carburanti erogati dalle stazioni di rifornimento è intervenuto il nostro editorialista Enrico De Vita, all’interno della trasmissione Prima di Tutto andato in onda su Radio 1 il 14 agosto scorso.
“A volte si verifica l’alterazione del display che indica la quantità di carburante erogato con strumenti elettro-meccanici o magnetici”
E' verosimile che in Italia 1 distributore su 7 sia irregolare?
«Nel nostro Paese c’è da sempre il problema delle pompe di benzina irregolari. Già quando mi occupavo di alcune inchieste sul benzene molti anni fa, mi ero accorto che il 3-4% dei campioni prelevati erano “nocivi” o per il fisco o per il motore. Oggi siamo arrivati a percentuali maggiori, però occorre precisare l’entità di questo 14-15% di impianti di rifornimento irregolari rilevati dalle Fiamme Gialle. Alcuni di questi distributori infatti presentano irregolarità solo di tipo amministrativo, come per esempio sigilli mancanti ai display delle pompe, scorte di carburante non registrate nei registri contabili, ecc. Gli impianti invece su cui ricadono vertenze penali perché sono stati denunciati per aver causato danni a con carburanti non regolari sono di meno, il 3-4% circa».
Quali sono le irregolarità più gravi che rischiano di danneggiare gli automobilisti?
«Le irregolarità più gravi sono principalmente due. La prima si verifica quando a fronte di 50 euro di carburante acquistato ce ne ritroviamo la metà nel serbatoio, una truffa che i gestori mettono in pratica con il solito trucchetto di nascondere il display oppure con quello di non incastrare completamente la pistola nella sua sede, senza far così scattare l’azzeramento della pompa. A volte invece si verifica l’alterazione del display che indica la quantità di carburante erogato con strumenti elettro-meccanici o magnetici . In questo modo si rallenta l’avanzamento delle cifre indicate dal display che riportano i litri erogati, mentre si lascia correre quello che indica il valore monetario in euro».
Cosa succede quando nel serbatoio viene inserito gasolio diluito con acqua?
«Aggiungere acqua al gasolio è molto grave perché incide molto negativamente sul funzionamento del motore diesel delle auto. L’acqua essendo più pesante del gasolio si deposita sul fondo del serbatoio e viene quindi immessa nel motore poco tempo dopo aver effettuato il rifornimento. In questo caso l’auto si arresta quasi istantaneamente. Per trovare il colpevole basta tornare dall’ultimo distributore dove si è effettuato il rifornimento. Se ci si arresta pochi metri dopo aver immesso nel serbatoio carburante alterato il motore non subisce danni gravi, però bisogna comunque portare il mezzo in officina con un carro attrezzi e far svuotare il serbatoio. Se invece si percorre molta strada con carburante alterato, perché il motore non sembra manifestare particolari problemi, l’acqua entra negli iniettori e i moderni sistemi common rail possono subire dei danni anche gravi, con costi di riparazione che possono raggiungere qualche migliaio di euro».
“Un metodo per evitare di imbattersi in carburanti alterati è quello di rivolgersi alle stazioni di rifornimento di proprietà delle grandi marche, che le gestiscono direttamente e che sono circa il 30% di quelle disponibili nel nostro Paese”
Qualora si riesca a dimostrare che il gasolio alterato è stato erogato da un determinato distributore, chi paga i danni al motore?
«I danni devono essere risarciti dalla compagnia petrolifera che rifornisce il distributore. I distributori sono assicurati, ma spesso le compagnie assicuratrici sono restie al pagamento quindi non è sempre facile veder riconosciuto il proprio danno. Le compagnie petrolifere più grosse, i marchi più noti, dispongono di compagnie assicurative proprie e quindi è più facile avere il risarcimento, ma le grandi compagnie effettuano anche più controlli quindi il rischio di imbattersi in carburanti alterati è minore».
Come si possono evitare le truffe al momento del rifornimento?
«Un metodo per evitare di imbattersi in carburanti alterati è quello di rivolgersi alle stazioni di rifornimento di proprietà delle grandi marche, che le gestiscono direttamente e che sono circa il 30% di quelle disponibili nel nostro Paese. Un buon metodo può essere quello quindi di fare rifornimento in grandi stazioni di servizio, perché statisticamente sono quelle meno a rischio. Inoltre è molto consigliato farsi sempre fare la ricevuta o pagare con carta di credito, operazione che oggi non sempre comporta commissioni, in modo tale da avere una prova del rifornimento effettuato».
Il rifornimento self-service è più o meno sicuro?
«Secondo me il self è più sicuro. Fare rifornimento con il self-service evita infatti due tipi di truffe. Prima di tutto quella che fa “manualmente” il gestore quando non rimette correttamente al suo posto la pistola, evitando di azzerare il display della pompa ma anche quella che fa il compare del gestore quando copre abilmente il display agli occhi del cliente».
Quali sono gli strumenti in mano al consumatore per potersi difendere dalle truffe?
«Nelle auto di ultima generazione i display ci informano su quanta autonomia abbiamo ancora a disposizione con il carburante presente nel serbatoio, quindi non è difficile, attraverso qualche semplice calcolo matematico, capire effettivamente quanti litri sono stati inseriti al momento del rifornimento.
In caso di gasolio alterato si può fare qualcosa per evitare il rischio?
«No. Chiaramente sulla qualità del prodotto il consumatore non è nella condizione di fare analisi. I 1.216 controlli della Guardia di Finanza effettuati nell’ultimo mese però indicano che c’è qualcuno che veglia sulle nostre spalle».