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Che il prestigio di Lamborghini non necessiti di presentazioni particolari è cosa ormai scontata; le sue attività in campo extra-produttivo, però, sono altrettanto virtuose, se non di più: stiamo parlando di sostenibilità ambientale, impegno per un futuro green e di soluzioni pratiche per il recupero dei materiali dagli scarti di produzione.
Un mondo che non è da definire parallelo al principale "lavoro" della casa emiliana (costruire automobili, ndr), bensì parte integrante (da anni ormai) del suo modus operandi. La sostenibilità è infatti un pilastro fondamentale di tutta la strategia aziendale, tanto radicato da esserne anche un modello di business, che vede gli investimenti erogati per adempiere ai pioneristici impegni prefissati come parte necessaria per rendere tutta l'azienda operativa in massima efficienza e all'avanguardia “già da ieri”, senza necessità di rincorrere future normative e guidando come esempio la nuova generazione del "fare impresa".
Economia circolare vuol dire tutto e niente, però abbiamo scoperto di come, ad esempio, il riciclo di pellami di "scarto", ovvero i ritagli residui o non utilizzabili per piccoli difetti di pelli già trattate e di altissima qualità, sono destinati ad avere una nuova vita attraverso la creazione di oggettistica personalizzata che spazia da piccole/grandi borse, custodie e gadget.
Oggetti capaci di portare, sul mercato, un prodotto made in Italy (realizzazione a cura della vicina cooperativa Cartiera di Marzabotto) e in grado di diventare istantaneamente cult, unendo le maestranze artigianali al sogno di “possedere” una parte di una Lamborghini. Tutto a disposizione di clienti e appassionati, tramite i canali di vendita ufficiali.
Riutilizzo di materiali che tocca addirittura la fibra di carbonio, il più famoso materiale composito approdato oggi nell’industria automobilistica di alto livello e di cui Lamborghini ne fa ampio utilizzo; in questo caso è possibile recuperare sia i residui di produzione “finita” e sfrido (dal 2020 ne sono state recuperate più di 30 tonnellate) per rigenerare il materiale e renderlo nuovamente compatibile all’utilizzo in costruzione degli elementi di autotelaio o aerodinamici, oppure destinando i lotti di fibra di carbonio pre-impregnata “vetusti” (e non più idonei, teoricamente, all’uso “attivo”) alla realizzazione di piccola oggettistica come gadget e accessori o alla donazione del materiale vergine a enti formativi o università che si occupano di formare i futuri ingegneri e addetti specializzati.
Nel nostro piccolo abbiamo fisicamente realizzato lastre multistrato di fibra di carbonio ed il cilindro ellittico da cui poi verranno ricavati i braccialetti brandizzati Lamborghini, con lo stesso identico processo utilizzato in catena produttiva: attivazione del foglio impregnato di resina, posizionamento e modellamento, chiusura sottovuoto e passaggio in autoclave.
Sempre parlando di sostenibilità aziendale, è ragguardevole constatare le soluzioni adottate dall’intera azienda per essere non solo neutrale alla CO2 dal 2015, ma un assoluto riferimento in termini di approvvigionamento ed efficientamento energetico di tutto l’impianto.
Trasporto su rotaia anziché su ruota delle componenti di Urus verso l’Italia (-85% di CO2), ben 2,5 MegaWatt di energia solare prodotta ogni anno da uno degli impianti fotovoltaici più estesi di tutta l’Emilia-Romagna e due impianti di trigenerazione che, importando energia termica attraverso lunghissime tubature (utilizzando l’acqua calda come vettore) tra la sede di Lamborghini ed un vicino impianto che produce energia termica come scarto dalla combustione di biogas, permettono di ottenere, in sede Lamborghini, riscaldamento, elettricità e raffreddamento per oltre 20 MegaWatt di energia complessiva.
Come se non bastasse Lamborghini ha avviato anche attività di studio e compensazione attraverso la creazione di un parco che conta 10000 querce (dove si studiano i metodi più efficienti per crescere e ripopolare la vegetazione), il biomonitoraggio di CO2 ed inquinanti (pesticidi, metalli pesanti, diossine ed altri) grazie all’attività delle api tramite la presenza di 13 arnie “smart” nel perimetro del Parco Lamborghini, che in tempo reale (data la connessione telematica) registrano il “traffico” in base alle variazioni climatiche delle oltre 600.000 api presenti e monitorano lo stato di salute dell’alveare.
Le tracce lasciate da questi insetti (vitali per la vita del pianeta) sono poi campionate e analizzate per avere un quadro molto preciso della “salute ambientale” che si estende con un raggio di più di 3 KM dalle arnie, che includono gli stabilimenti Lamborghini, terreni agricoli e altre aziende.
Nel complesso queste attività hanno permesso alla fabbrica Automobili Lamborghini di ottenere per il secondo anno di fila il premio Green Star 2022 e, soprattutto, la certificazione internazionale Leed Platinum con un punteggio di 92/100, registrandosi come il più alto mai assegnato in Italia e sinonimo di superamento di molteplici standard di classificazione ambientale meno “selettivi”.
Insomma, Lamborghini che vuole e riesce ad essere pioniera non solo dell’utilizzo delle migliori tecnologie nella realizzazione di automobili da sogno, ma che è un veraa, pratica e reale dimostrazione virtuosa di come fare impresa in un mondo sempre più delicato e bisognoso di attenzioni.
Con Complimenti da parte dell’autore;