AMG Road Trip 2013: dalla Slovacchia a Milano con oltre 2.500 CV

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Abbiamo viaggiato dalla Slovacchia all'Italia in compagnia di Thomas Biagi e dell'AMG in occasione del Road Trip 2013 effettuando un trasferimento in stile... F1!
17 giugno 2013

Bratislava – E’ mattino presto sullo Slovakia Ring. L’aria è frizzantina, il cielo terso e il sole si sta alzando con decisione. Siamo i primi a dirigerci verso i box, dove ad attenderci ci sono le cinque Mercedes-Benz AMG che ci riporteranno verso casa, ovvero C63 AMG (sia nella variante station wagon che coupé: quest’ultima impiegata come safety car nel corso del weekend di gara); GL 63 AMG; ML 63 AMG e CLS 63 AMG Shooting Brake.

Il paddock è praticamente deserto, gli equipaggi stanno finendo di “mettere in valigia” le ultime cose – qua domenica 9 giugno si sono corse gara 1 e gara 2 del terzo appuntamento del Campionato Superstars International Series 2013 – e l’atmosfera è carica di quella magia particolare che solo un circuito in fase di quiete post-gara è in grado di regalare.

Si parte!

L’odore di gomme arroventate e di pregiati metalli surriscaldati avvolge gli oltre 2.500 CV delle “nostre” AMG, che in cauto silenzio ci attendono alle spalle della pit-lane pronte a riportarci verso l’Italia come vere protagoniste dell’AMG Road Trip 2013. Sono le 8:00 in punto del mattino, e la carovana si appresta a partire. Dai 'piani alti' la sera prima sono stati chiari: “la parola d’ordine per la partenza di domani è puntualità. Abbiamo tanti km da percorrere”.

Il rientro con Thomas Biagi

E’ la Mercedes; sono tedeschi, e in quanto tali sono precisi. Per l’ora prefissata la carovana prende il via. La destinazione finale è Roma, ma noi dobbiamo arrivare 'solo' fino a Milano. I Gruppi si formano in maniera commista presidiando le varie vetture, mentre noi optiamo per effettuare la fase iniziale del nostro viaggio come compagni di avventura di Thomas Biagi - compagno di squadra di Vitantonio Liuzzi ed attuale leader del Campionato – che occupa, ovviamente, il posto di guida.

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I Gruppi si formano in maniera commista presidiando le varie vetture, mentre noi optiamo per effettuare la fase iniziale del nostro viaggio come compagni di avventura di Thomas Biagi - compagno di squadra di Vitantonio Liuzzi ed attuale leader del Campionato – che occupa, ovviamente, il posto di guida

 

Il viaggio inizia, ed appena immessi sul rettilineo che porta a lasciarci alle spalle lo Slovakia Ring, Thomas inizia a farci percepire tutta l’esuberanza del V8 biturbo. “Rallenta o ci separiamo”, tuonano subito dalla radio (ogni vettura ne aveva una con sé per permettere la comunicazione tra equipaggi). Prima biforcazione. “Gira a sinistra”, ci comunicano gli organizzatori. “Ma il navigatore dice di andare a destra…”, replica Biagi. “Sì, ma il benzinaio più vicino è a sinistra, e dobbiamo prima andare a rifornirci”, replicano dalla ‘regia’.

Puntuali e precisi (?)

Biagi conferma, e rallenta per attendere il resto del gruppo. Svolta a sinistra e ‘musi’ delle vetture puntati verso le stazioni di rifornimento. “Manca una vettura all’appello!”, ci informano dallo staff. Abbiamo percorso poco più di un km e ci siamo già persi! Ma non si era tedeschi e quindi precisi, si era detto? Già! In Mercedes-Benz - a Stoccarda e ad Affalterbach - sono tedeschi, ma noi siamo italiani, ed in quanto tali non possiamo non manifestare la nostra, a tratti comica, ma stupenda natura, che ci rende così unicamente diversi da tutto il resto del mondo.

“Che fine avete fatto? Restate dove siete, che torniamo a prendervi!”. Completato il rifornimento facciamo rotta per la strada originariamente prevista - e puntualmente indicata dai navigatori satellitari – sulla quale recuperiamo l’equipaggio ‘disperso’, e facciamo rotta per Vienna, ‘stella polare’ che ci conduce verso l’ingresso della rete autostradale austriaca, che rappresenta la seconda parte del nostro viaggio ed il ‘corridoio di rientro’ destinato a condurci verso l’Italia. “Dobbiamo fermarci al prossimo benzinaio”, comunica via radio l’organizzazione. “Ma come?!? Abbiamo appena fatto benzina, dobbiamo fermarci di nuovo?”, domanda stupito il nostro pilota.

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Ultimato il rifornimento della C63 AMG berlina e terminate le… verifiche tecniche, la carovana dell’AMG Road Trip 2013 si prepara per lasciarsi alle spalle anche quest’area di sosta, destinazione: il confine con l’Italia per fare tappa verso Udine

 

Saliamo sulla GL 63 AMG

Approfittiamo della sosta tecnica per effettuare un primo scambio di vetture e il nostro gruppetto capitanato da Biagi si trasferisce in toto dalla CLS 63 AMG Shooting Brake al GL 63 AMG, una vettura poderosa, alla cui guida (che abbiamo sperimentato per un breve tratto al rientro in Italia) ci si sente letteralmente padroni della strada e che, a dispetto delle dimensioni, è in grado di trasmettere al pilota una sorprendente sensazione di agilità Capiente e comodo per viaggiare in gruppo, oltre che prepotente grazie alla motorizzazione made in Affalterbach, il SUV della divisione sportiva della Stella presenta una tonalità di scarico cupa e rauca e non disdegna per nulla la guida sportiva, per altro ben tenuta a bada dall’ottimo impianto frenante griffato AMG.

Abbandoniamo la stazione di servizio con il nostro autista d’eccezione alla guida; un campione non solo sotto il profilo sportivo, ma anche sotto quello caratteriale. Disponibile e simpaticissimo, Biagi è stato infatti anche il nostro animatore nel corso di questo viaggio, con una serie di battute sempre pronte (“quando non corro, lavoro a Zelig”, scherza lui) ed adattate al mondo delle corse grazie ad una cronaca - passateci il termine - ‘formulaunistica’ del viaggio, parlando così via radio con la vettura che ci precedeva ‘scimiottando’ in maniera simpatica le comunicazioni tra muretto ed F1 nel corso di un gran premio.

Frenato dal numero di rilevatori di velocità che tappezzano il tratto autostradale che raccorda l’Austria con l’Italia, Biagi procede a velocità codice verso il Bel Paese...

"Non prendete multe!"

Frenato dall’elevatissimo numero di rilevatori di velocità che tappezzano il tratto autostradale che raccorda l’Austria con l’Italia, Thomas procede a velocità codice verso il Bel Paese, e non facciamo neanche in tempo a percorrere pochi altri chilometri che di nuovo perdiamo il contatto con - eccezion fatta per la CLS 63 AMG Shooting Brake che ci precedeva – le altre vetture. “Ancora? Ma non li rispettano i limiti?”. E sì che la sera prima Paolo Lanzoni, Direttore della Comunicazione di Mercedes-Benz Italia, era stato chiaro: “Sarebbe carino non ricevere delle ‘foto ricordo’ da parte dei vari tutor…”. Perso quindi il contatto con il resto del Gruppo, decidiamo di procedere verso la prima tappa intermedia: Udine, ove una (forse un po’ ottimistica) tabella di marcia prevedeva la sosta per la pausa pranzo.

Affidiamo ai satelliti che da svariate migliaia di km dalla Terra triangolano la nostra posizione di guida il delicato lavoro del navigatore, e puntiamo così lo sguardo in direzione dell’Italia, senza sapere concretamente quanto da qua in poi avremmo iniziato a divertirci.
La comunicazione via radio tra noi e la vettura che ci precede, si trasforma infatti –vuoi perché esaltati dalle gare del giorno prima tra Superstars e Formula 1 (in cui peraltro Mercedes-Benz ha dato una concreta dimostrazione di competitività), vuoi perché alla guida di un’AMG e con un pilota professionista con noi - da qui in poi in una vera e propria comunicazione tra… una vettura da F1 ed il team al muretto!

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Tutte le comunicazioni avvenute da un certo punto in avanti sono state delle cose del tipo: “siamo ok con la finestra dei consumi. Vettel (così è stato identificato un furgone targato Austria) ha una tattica di due soste”; oppure “in questo settore della pista non fanno solo foto, ma anche video, avremo dei dettagli precisi su tutti gli intertempi”

Ricciardo ha messo le morbide e Vettel sta scappando!

Se qualche radioamatore dovesse essersi messo ad ascoltare le nostre frequenze, dovrà aver pensato due cose: o di ricevere le trasmissioni dal GP del Canada con un notevole ritardo di segnale, o di avere a che fare con dei pazzi. Tutte le comunicazioni che sono avvenute da qui in avanti sono state delle cose del tipo: “siamo ok con la finestra dei consumi. Vettel (così è stato identificato un furgone targato Austria) ha una tattica di due soste”; oppure “in questo settore della pista non fanno solo foto, ma anche video, avremo dei dettagli precisi su tutti gli intertempi. Per i costi del servizio consiglio di chiedere a Mercedes tra un mese!”.

Percorsi poi numerosi km, i piloti iniziano a preoccuparsi di fattori tecnici quali l’autonomia necessaria a completare… la ‘gara’: “prosegui sereno, tu devi pensare a guidare, al resto ci pensiamo noi dal muretto”, sentenziano ‘dai box’. Affermazione a cui in tutta risposta segue un poco fiducioso: “ecco perché perdiamo sempre le gare…”. “Stiamo effettuando dei calcoli, ti teniamo aggiornato”, replichiamo noi, ma il nostro pilota si mostra nuovamente titubante, ed esordisce con un: “Non è possibile! Stiamo facendo una corsa!”. L’ingegnere di pista tenta a questo punto di riportare il pilota verso una maggior quiete: “per favore, mantieni la calma. Ti stai prendendo troppi rischi, sei sotto investigazione!”. “Daniel Ricciardo con la Toro Rosso è impazzito – prova a giustificarsi il pilota – ha cambiato passo, probabilmente ha messo le gomme morbide!”. “Lascialo andare – replichiamo dal muretto – con questa tattica non finisce la gara!”.

Il GP è diventato un'endurance

Abbiamo percorso numerosi km oramai, e il confine inizia ad essere sì a portata di mano, ma troppo lontano per la pausa pranzo. Capiamo quindi che il GP si è trasformato in un’endurance: piloti e squadra necessitano di energie per proseguire nella corsa e giungere così al termine della 24 Ore. Decidiamo così di ricorrere a sofisticatissime e segretissime tecnologie – che vi sveliamo in anteprima e che dovrete prometterci di non divulgare - alle quali solo un reparto corse può permettersi di attingere per rimetterci in contatto con il nostro direttore della gestione sportiva: “qualcuno ha il numero di telefono? Chi lo chiama per favore? Io ho finito i soldi…”.

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Il GP si è trasformato in un’endurance: piloti e squadra necessitano di energie per proseguire nella corsa e giungere così al termine della 24 Ore. Decidiamo così di ricorrere a sofisticatissime e segretissime tecnologie alle quali solo un reparto corse può permettersi di attingere per rimetterci in contatto con il nostro direttore della gestione sportiva: “qualcuno ha il numero di telefono? Chi lo chiama per favore? Io ho finito i soldi…

 

Ripreso finalmente contatto con il nostro capitano d’avventura, decidiamo così di modificare la strategia di gara. Optiamo per abbandonare la strategia su una sosta, ed effettuiamo il secondo rifornimento in una stazione austriaca, al che il ‘team sanitario’ che segue un così professionale gruppo sportivo porta all’attenzione degli strateghi di gara un calo prestazionale dovuto alla carenza di energie, motivo per il quale è necessario intervenire in funzione della...sicurezza: “Paolo, abbiamo fame, quand’è che si mangia?”. Il ‘direttore sportivo’ Mercedes-Benz comprende le necessità del team, e decide così di venire incontro alla squadra anticipando la sosta in terreno austriaco, sprezzante del rischio costituito dal dare vantaggio a Vettel, e fiducioso nella capacità dei suoi uomini di riprenderlo una volta effettuata la ripartenza.

Arrivo in Italia

Terminata la sosta, la carovana AMG – il cui passaggio non può non essere notato da chiunque, attirando su di sé tutti gli sguardi di curiosi ed appassionati - riprende la propria rotta verso l’Italia. Via il confine, mentre il roco del V8 bi-turbo lascia alle nostre spalle il segno del nostro passaggio, mettiamo Udine nel mirino, destinazione da cui il team dovrà prendere una singolare decisione indispensabile per la riuscita della corsa: separarsi. Alcuni equipaggi rallenteranno i rivali nei settori del circuito che vanno da Udine a Milano e da Milano a Bologna, mentre il nostro leader, decide di caricare sulle sue spalle tutte le responsabilità per il finale di gara verso Roma. Il gruppo costituito da chi vi scrive, Davide Stefano, Veronica Falco e Valentina Coco passa quindi da qui al comando della Mercedes-Benz CLS 63 AMG Shooting Brake diretto verso la capitale della moda. Mission: spianare la strada alle altre vetture del team per portare la Stella sul gradino più alto del podio!

Finalmente alla guida

Impugniamo quindi (finalmente!) il volante della supersportiva familiare di Affalterbach per raggiungere la nostra meta. Adattiamo la triangolazione di guida alla nostra statura, ed iniziamo ad esplorare l’esperienza sensoriale dell’essere a bordo di una AMG. Una profusione di materiali a contrasto va letteralmente ad assalire il tatto, mentre passando la mano lungo plancia e tunnel centrale le nostre dita rilevano superfici metalliche, fibra di carbonio e pellami con impunture a vista finemente amalgamati tra loro in un ambiente in cui nulla è lasciato al caso.

Il V8 da 5.5 litri ha una sonorità di scarico pazzesca. Borbotta continuamente in fase di rilascio ed ogni qualvolta richiamato in attività dal comando del gas. L’erogazione, una volta scavalcati i 3.000/3.500 giri diventa veramente brutale


Accoppiamenti e finiture sono impeccabili e sotto il profilo ergonomico tutto è a portata di mano esattamente dove serve. Per una volta ci sbilanciamo: difficile trovare dei difetti in una vettura come questa. Il cambio lavora bene sia quando affidato alla funzione automatica, che quando richiamato all’impiego manuale dai paddles metallici posti dietro al volante e che seguono quest’ultimo nell’arco dell’intera rotazione. Solo gli specchietti retrovisori potrebbero offrire un filo in più di vivibilità, ma a questo ovviano i dispositivi elettronici presenti, come il rilevatore di ostacoli nell’angolo cieco, che segnala al pilota anche le vetture a lui non visibili in questo normalmente poco piacevole frangente di guida. La parte dell’attore protagonista su questa vettura è però costituita dal motore. E’ per impostazione una familiare, è vero - e lo spazio riservato a bagagli ed occupanti ce lo ricordano; una famiglia numerosa può andare in vacanza con estrema comodità – ma è anche una sportiva vera nel suo DNA.

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I 525 CV di potenza e i 700 Nm di coppia trasmessi al suolo dal cambio a sette marce si sentono tutti, facendo ricordare al pilota di essere a bordo di una vettura in grado di sfidare senza remore e a viso aperto una 911 di quelle più sportive; stiamo pur sempre parlando di una macchina che è capace di scattare da 0 a 100 km/h in soli 4.4 secondi

CLS 65 AMG Shooting Brake. Familiare? Solo nell'aspetto

Il V8 da 5.5 litri ha una sonorità di scarico pazzesca. Borbotta continuamente in fase di rilascio ed ogni qualvolta richiamato in attività dal comando del gas. L’erogazione, una volta scavalcati i 3.000/3.500 giri diventa veramente brutale a dispetto dell’elasticità dimostrata nella zona bassa del contagiri, evidenziando così le due anime della vettura. I 525 CV di potenza e i 700 Nm di coppia trasmessi al suolo dal cambio a sette marce si sentono tutti, facendo ricordare al pilota di essere a bordo di una vettura in grado di sfidare senza remore e a viso aperto una 911 di quelle più sportive; stiamo pur sempre parlando di una macchina che è capace di scattare da 0 a 100 km/h in soli 4.4 secondi e capace di una velocità di punta ipersonica se non fosse per il fatto che i sistemi elettronici ne autolimitano la stessa a 250 km/h.

Una vettura assolutamente brutale e capace di schiacciare con veemenza gli occupanti contro i sedili quando si decide di fare sul serio, e che oltretutto, a dispetto dei suoi 2.030 kg in ordine di marcia, è in grado di far percepire al pilota un’agilità inaudita grazie ad uno sterzo preciso e a delle sospensioni ben calibrate.

Anche le cose belle hanno purtroppo una fine

Il sole è in fase calante, ed una volta arrivati in città le luci del centro abitato demarcano nel buio della notte milanese il termine della nostra avventura, mentre l’otto cilindri a V tedesco sfila lungo le vie della capitale della moda. Purtroppo questa nostra bellissima esperienza è giunta alla sua conclusione, e tocca ora affrontare la fase più dura di questo viaggio: restituire la CLS al legittimo proprietario e dover salutare i nostri simpaticissimi compagni di viaggio. Grazie di tutto AMG, a questo punto non ci resta che dire: “alla prossima”, oltre naturalmente che alzare la testa verso il cielo e pregare di non ricevere dalle autorità nessuna foto da aggiungere al nostro servizio, bastano quelle che abbiamo. In caso contrario, il nostro nome è Ajeje Bratzof…

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