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Metti due amici, che poi sono anche colleghi. Potrebbero salire su un aereo e girare il mondo, toccando decine di scali in una manciata di giorni. Ma il viaggio, ed è un tema ormai dimenticato ai nostri tempi, è anche quello che ti porta alla meta, e se sei seduto nell'economy di un volo in mezzo all'oceano, difficilmente ti restano dentro emozioni da ricordare. Invece la penna di Emilio e la guida di Carmelo vogliono di più; i loro occhi, soprattutto, sono avidi di esperienze e sono aperti al nuovo. I metodi convenzionali, i check in e i passaporti, i taxi e le cene più o meno sostanziose e care, gli alberghi e le lenzuola pulite notte dopo notte non fanno per loro.
Viaggio in auto dall'Italia all'Australia, di Emilio Malara, Casa del Sole Edizioni, 14 euro, nasce con l'obiettivo di raccontare i 26.462 chilometri percorsi, i tredici Stati e i tre continenti nei quali i due amici si sono scambiati alla guida di un Ulysse prima e di una Camry per la fase finale
L'Australia in volo si raggiunge in circa 24 ore. Perché invece non andarci in auto? Il progetto è mastodontico, ci sono dettagli da conoscere e regolamenti da interpretare, specialmente per chi si mette alla guida senza conoscere il russo o il cinese. Giorni di pianificazione che poi sono anch'essi un viaggio e poi via, finalmente. Di solito alla guida c'è Carmelo, ma la penna che racconta è quella di Emilio e suoi sono i pensieri passati per la testa e le emozioni vissute.
Viaggio in auto dall'Italia all'Australia, di Emilio Malara, Città del Sole Edizioni, 14 euro, nasce con l'obiettivo di raccontare i 26.462 chilometri percorsi, i tredici Stati e i tre continenti nei quali i due amici si sono scambiati alla guida di un Ulysse prima e di una Camry per la fase finale. La storia di Emilio e Carmelo mischia i grandi pensieri ai problemi di tutti i giorni, con una scrittura semplice che ha il merito di incuriosire il lettore quando il Vecchio Continente resta alle spalle e ci si addentra su strade meno battute.
Ancora oggi, però, mi manca una bella foto di Emilio e Carmelo davanti a quell'Ulysse che alla fine, a differenza dei protagonisti, non ha fatto ritorno a casa.
I tentativi nemmeno troppo velati di estorsione di alcuni zelanti doganieri, gli sguardi curiosi di chi non ha mai visto un europeo, la demolizione dell'Ulysse sono sono alcuni degli aneddoti raccontati da Emilio, dal quale però avremmo voluto anche più cuore, più sentimenti, più presa di coscienza della grandiosità del progetto, magari in una appendice scritta al ritorno in Italia. Solo in pochi casi e troppo raramente si legge l'animo dei protagonisti, ma forse l'intento era un altro. Quale, però?
Alla fine di ogni capitolo ci sono inappuntabili informazioni sulle credenziali necessarie per varcare il confine dei vari Stati, sul costo della vita, sulla qualità delle strade, ma lo sfondo del viaggio non è sempre sufficiente nello sviluppo di una narrazione che a volte rimane quasi sospesa. A proposito di appendici: bella quella a chiusura con le fotografie del viaggio. Ancora oggi, però, mi manca una bella foto di Emilio e Carmelo davanti a quell'Ulysse che alla fine, a differenza dei protagonisti, non ha fatto ritorno a casa.