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Ogni evento sportivo che si rispetti è anticipato da una lunga serie di rituali, che coinvolgono l'appassionato di turno in cose da fare, cose da non fare, cose da evitare. Dato che però chi vi scrive non è più così giovane, serviva qualcosa di diverso (e francamente, di più intellettuale) per prepararsi al Gran Premio di Formula Uno di Monza, in programma domenica. Già, ma che fare? Mangiare un gelato alla fragola ricordando il rosso Ferrari? No, bisogna rimettersi in forma. Scalare una montagna imitando la rimonta mondiale di Hamilton? No, vivo in pianura. Volare in Finlandia per andare alle radici di Raikkonen? Bello, ma c'è poco tempo.
Mi sono allora ricordato di avere ricevuto qualche tempo fa una spedizione misteriosa... misteriosa e pesante, voluminosa, ormai impolverata. Quando sei come me circondato da pacchi consegnati da vettori ignari, perdi un po' il contatto con la realtà, e ti dimentichi anche le cose più semplici per poi estrarle dal cilindro nei momenti giusti, quando ti suona il campanello e ti si accende la lampadina. Scappato in magazzino alla ricerca del plico, una volta individuato ho trovato la mia dimensione: ecco cosa posso fare in vista del Gran Premio. Posso cercare di conoscere il passato per prepararmi al futuro.
Se dici Monza ti viene subito in mente il traffico che c'era soprattutto qualche anno fa ai semafori per chi arrivava da Milano, e ovviamente l'Autodromo. Io all'Autodromo sono stato spesso: da tifoso durante il Gran Premio, da pisquano quando abbiamo girato il video per il milione di like alla pagina Facebook di Automoto, da fan durante il concerto di turno, e anche a correre quando ancora correvo. La storia dell'Autodromo si fonde con quella del parco, e ovviamente con i motori. Quando con Diana frequentavo il corso prematrimoniale prima di sposarmi, ricordo che la famiglia che ci ospitava teneva la copia di un libro sacro in mezzo al salotto; aperto, lo potevi leggere quando volevi, respirandone l'aria e l'atmosfera.
Eccolo un volume da mettere in bella mostra. 364 pagine, una al giorno, per tutto l'anno, per aspettare il Gran Premio successivo. Un'immagine riesce senza alcuna parola a far sobbalzare il cuore, specie se ciò che stai guardando ti coinvolge emotivamente
Ho pensato che se avessi avuto un libro di fotografie, per me che le amo, sarebbe stato spettacolare presentare agli ospiti un volume spettacolare in mezzo alla zona living. E ora il plico rinvenuto nel magazzino mi può aiutare. Formula Uno & Monza, Immagini di una corsa (di Enrico Mapelli, Giorgio Nada Editore, 364 pagine, 60 euro) racconta di questo connubio indissolubile tra l'Autodromo di Monza e la Formula Uno. Come? Con 900 immagini, a colori e in bianco e nero, che raccontano di un circuito capace di trasformarsi a seconda dell'evento, dei vip presenti, delle epoche attraverso le quali è passato.
Molte foto tolgono il fiato, e solo Enrico Mapelli, giornalista del posto, poteva far emergere una conoscenza così marcata della storia dell'Autodromo. Eccolo un volume da mettere in bella mostra. 364 pagine, una al giorno, per tutto l'anno, per aspettare il Gran Premio successivo. Un'immagine riesce senza alcuna parola a far sobbalzare il cuore, specie se ciò che stai guardando ti coinvolge emotivamente. Saper trovare le parole giuste da far corrispondere al racconto di un'immagine è qualcosa contro cui noi giornalisti spesso ci troviamo in difficoltà.
Eppure, mentre sfogliavo Formula Uno & Monza, Immagini di una corsa, mi è venuta voglia di conoscere di più. Da tifoso Ferrari superficiale, non mi ero mai impegnato nella lettura della storia dell'uomo da cui tutto partì... anche perché non avrei saputo quale biografia scegliere. Tutto il mio scetticismo alla vista di Ferrari Rex si è dissolto vendendo il nome dell'autore, e iniziando a leggere. Quando ti trovi davanti a un libro di grande mole, l'unica cosa che puoi fare è quello che, parafrasando, dicono da sempre gli allenatori di calcio: "Bisogna affrontare una partita alla volta". Qui bisogna leggere una pagina alla volta, e il fatto è che con Luca Dal Monte una pagina diventa una ciliegia.
1168 pagine vanno via come un'acqua minerale che disseta e che vorresti avere sempre a portata di mano, anche a costo di farsi venire i dolori, alla mano, per reggere un volume così pesante
Impossibile fermarsi, tanto che le 1168 pagine vanno via come un'acqua minerale che disseta e che vorresti avere sempre a portata di mano, anche a costo di farsi venire i dolori, alla mano, per reggere un volume così pesante. Ferrari Rex (di Luca Dal Monte, Giorgio Nada Editore, 1168 pagine, 28 euro) racconta non solo l'Enzo Ferrari delle corse, ma anche l'uomo, con una capacità di racconto che assoceresti al romanzo, e che non stufa. Non è un mero elenco di fatti, ma è un viaggio in ciò che ha significato l'esistenza di Enzo Ferrari. Non a caso, sono serviti otto anni di ricerca e cinque di scrittura per ultimarlo. Corredato da più di cento foto a colori e in bianco e nero, ti prende per mano e ti porta in quello che gli uomini della mia generazione (ho 35 anni) hanno solo visto negli ultimi frangenti. Ecco un altro motivo per cui dire: Sarei voluto nascere prima.