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Internet, ma quanto ci costi? Non ci riferiamo ai canoni di abbonamento per case ed uffici, quanto piuttosto all’impatto sull’ambiente che comporta l’uso sempre più massiccio delle attività legate alla Rete, come videochat, servizi di streaming e download.
Un universo di comportamenti diffusi che la pandemia ha reso ancora più massivi - pensiamo solo alla DAD ed allo smart working - e che dopo un anno di crisi da Covid può essere analizzato anche sotto il profilo dell’impronta di carbonio che genera, vale a dire l’indicatore che misura l'impatto di un’attività sull'ambiente, in particolare sul clima da parte dei cosiddetti gas serra.
Di solito queste analisi si riferiscono ai veicoli - auto, aerei, navi - od alle attività umane come l’allevamento intensivo di bestiame, ritenute potenzialmente cause scatenanti dell’aumento di emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Stavolta però la prospettiva cambia: uno studio congiunto condotta da Purdue University, Yale University e dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e di recente pubblicato sulla rivista Resources, Conservation & Recycling, rivela che se le emissioni globali di carbonio nel 2020 sono diminuite, il passaggio delle riunioni di ufficio e delle lezioni scolastiche in attività da remoto e la crescita dello streaming sta generando nuove dinamiche d’inquinamento.
Un semplice esempio: una sola ora di videoconferenza comporta in termini di energia utilizzata e di riscaldamento dei server per ogni utente emissioni di CO2 che possono arrivare a 1.000 grammi, circa 1/8 di quanto emette nella stessa ora lo scarico di un'auto a benzina che viaggia a velocità Codice.
Ancora: la stessa ora di videoconferenza richiede un consumo di acqua da 2 a 12 litri e per essere compensata a livello di impronta comporta una superficie di terra paragonabile all'area di un iPad Mini, quantità all’apparenza minima ma che la ricerca definisce come “significativa”, visto che va moltiplicata per tutti gli utenti collegati.
Se la tendenza legata allo smartworking e al tempo passato in casa anziché al volante dovesse proseguire, gli studiosi indicano nell'equivalente di una foresta di 115.229 km quadrati il fabbisogno per bilanciare le emissioni di carbonio, con necessità di acqua addirittura pari alla capacità di 300.000 piscine olimpioniche.
Gli autori dello studio suggeriscono metodi operativi per recuperare efficienza: nel caso di videoconferenze, il solo spegnimento della telecamera consente di ridurre l’impatto ambientale fino al 96%; analogamente, lo streaming di contenuti in definizione standard anziché in HD potrebbe ridurre fino all'86% l'impronta di carbonio nell’ambiente.