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Dei modellini che costano quanto un'auto vera: le riproduzioni dell'Amalgam Collection sono esagerate tanto nel prezzo, quanto nella qualità del prodotto finito. Dietro ai 13.000 euro della riproduzione della McLaren Senna, tanto per fare un esempio, si nasconde un lavoro di fino da puro artigiano. «E' la cosa che mi diverte quando scattiamo una fotografia ad alta risoluzione e la facciamo vedere a qualcuno - racconta Sandy Copeman, il 65enne fondatore della factory di Bristol al Corriere della Sera -, se non capiscono che si tratta di un modellino e pensano alla macchina vera e propria, allora vuol dire che abbiamo fatto bene il nostro lavoro».
Come base di partenza, gli artigiani della Amalgam impiegano i dati CAD forniti dalle case costruttrici e contano sugli ingegneri dei marchi. Tra i partner della Amalgam c'è anche la Ferrari: l'azienda, infatti, produce i modellini delle F1 della Rossa dal 1998, in piena epoca Schumacher. La serie delle riproduzioni delle vetture di F1 era cominciata due anni prima, grazie ai buoni rapporti del vulcanico fondatore Copeman, ex hippie, con la Jordan. «È stata la realizzazione di un sogno. La passione per il motorsport accomuna molti del nostro team. Dopo la Jordan 196, nel ‘96 abbiamo fatto un accordo con la Williams e due anni dopo con la Ferrari», racconta Copeman.
Per le auto storiche, il procedimento cambia: Amalgam crea delle scansioni laser di ogni elemento, sia della carrozzeria che degli interni, scattando migliaia di foto. Per la produzione dei modellini vengono impiegate tecnologie all'avanguardia, come ad esempio la stampa 3D, ma le rifiniture di ogni esemplare vengono realizzate a mano. La lavorazione di un modellino in scala 1:8 di Amalgam può richiedere fino a 4.000 ore di lavoro; il risultato passa dall'approvazione del costruttore. La stampa, l'assemblaggio e la colorazione dei modellini in vendita dura invece dalle 250 alle 450 ore.
Tra i clienti di Amalgam ci sono anche diversi VIP: lo stilista Ralph Lauren, ad esempio, ha commissionato all'azienda le riproduzioni di 17 esemplari della sua collezione di auto, tra cui una Jaguar D-Type. Richard Mille, co-fondatore dell'omonima maison d'orologeria, ha invece richiesto modellini di alcune delle vetture da corsa più rare della storia dell'automobilismo, come la Ferrari 312B con cui Mario Andretti vinse il GP d'Italia del 1970, o la M2B del 1966, guidata da Bruce McLaren. Una clientela extra-lusso, insomma, per prodotti di grandissima qualità.