Altroconsumo: una class action contro Autostrade

Altroconsumo: una class action contro Autostrade
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Obiettivo, ottenere un risarcimento medio di 220 euro per l’inefficienza dei servizi a fronte dell’aumento delle tariffe
22 giugno 2021

Davide contro Golia? Forse, ma almeno Altroconsumo ci prova: l’associazione dei consumatori ha annunciato l’avvio di una class action contro Autostrade, cui si chiede un risarcimento medio di 220 euro, cifra ottenuta calcolando i dati Istat) come forma di rimborso per gli anni di inefficienza ed i mancati lavori obbligatori che hanno peggiorato il servizio offerto, a fronte oltretutto di costanti (ed ovviamente per Altroconsumo ingiustificati) aumenti dei pedaggi.

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In base ai dati in suo possesso, Altroconsumo denuncia che in Italia c’è un cantiere di lavori aperto ogni 18 km, situazione che deriva da una causa ben precisa: «Tra il 2009 e il 2018 - rileva l’Associazione - Autostrade ha volutamente evitato di effettuare lavori di manutenzione obbligatori nelle infrastrutture e ha cercato, negli ultimi due anni, di recuperare il tempo perduto causando numerose ulteriori problemi a tutti gli italiani alla guida. In questi anni, inoltre, Autostrade ha aumentato con costanza i pedaggi, che sono cresciuti del 28%, secondo i dati Istat e del Ministero Infrastrutture e Trasporti».

Secondo le rilevazioni di Altroconsumo, tra le tratte più colpite da tali disagi ci sono la A12 La Spezia-Genova, con 14 cantieri in cui viene eliminata almeno una corsia in circa 90 km; la A1 Milano-Bologna, con 11 cantieri che determinano la percorrenza ad una corsia per 190 km; la A24 Ancona-Pescara con 19 cantieri concentrati in 42 km (26% dell’intera tratta).

«Autostrade - prosegue la nota di Altroconsumo - negli ultimi dodici anni ha avuto un comportamento fortemente contrario agli interessi dei consumatori. Non solo è venuta meno all’impegno di garantire la praticabilità e la sicurezza delle strade, mancando per lungo tempo di svolgere gli investimenti e la manutenzione a cui era chiamata. Ma ha anche costretto i cittadini a sostenere costi di viaggio continuamente crescenti, a fronte di un servizio di in costante peggioramento. Da ultimo, persino i tardivi tentativi di recuperare in pochi mesi i ritardi di un decennio, rappresentano la “toppa peggiore del buco” e non hanno fatto che aumentare ulteriormente i disagi. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti coloro che abbiano dovuto percorrere, ogni giorno o anche solo una volta, le tratte più martoriate dello Stivale. Una situazione, a nostro avviso, non circoscrivibile solo a qualche tratta, ma coinvolge da Nord a Sud tutta la rete amministrata sin qui da Atlantia e che ora tornerà sotto il controllo dello Stato attraverso CdP. Questo passaggio, i cui esiti valuteremo nel futuro, non può far però dimenticare il passato e soprattutto un presente che, con la stagione estiva alle porte, già si preannuncia ancora problematico e “rovente” per gli automobilisti italiani».
 

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