Altro che dazi, le EV cinesi continueranno ad essere vendute

Altro che dazi, le EV cinesi continueranno ad essere vendute
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Stati Uniti e Unione Europea pensavano di aver risolto la pratica cinese imponendo la stangata dei dazi (100% nel caso americano, dal 17,4 al 38,1% nel Vecchio Continente) su tutte le auto elettriche made in China. Ma non è così
12 luglio 2024

La mossa dei dazi USA ed Europa dovrebbe, in effetti, arginare il fenomeno, ma potrà non bloccarlo del tutto. Sia perché le principali aziende dell'automotive del Dragone hanno iniziato a spostare i loro stabilimenti in Europa – in certi casi lo hanno già fatto – sia perché il mondo non inizia e finisce in Occidente. Spieghiamo meglio: le EV cinesi che non dovessero riuscire, a causa dei costi eccessivi, a fare breccia nel mercato Ue, sposterebbero il loro raggio d'azione ad altre latitudini. Dove? Nei Paesi in via di sviluppo, tra sud-est asiatico e America Latina, ad esempio. Intercettando la richiesta di molti governi, desiderosi di affidarsi alla mobilità elettrica e al contempo di rinnovare gli inquinanti parchi auto dei propri cittadini. I numeri, al netto di dazi e tariffe, sono però emblematici. Secondo la società di consulenza AlixPartners, le case automobilistiche cinesi continueranno la loro rapida espansione al di fuori della Cina e conquisteranno il 33% del mercato automobilistico mondiale entro il 2030.

Le 7 vite delle auto elettriche cinesi

Nonostante le sfide a breve termine in alcuni mercati, e sulla base delle attuali impostazioni politiche, entro il 2030 circa un auto su tre sulle strade del pianeta apparterrà ad un marchio cinese, rispetto a circa il 21% di oggi (una su cinque). Siamo di fronte ad una tendenza potenzialmente allarmante per i produttori occidentali, visto che i loro affari non si limitano soltanto ad Europa e USA. Insomma, le case automobilistiche che hanno tradizionalmente dominato il mercato delle quattro ruote devono rivedere i loro metodi, pena il rischio di sprofondare nell'irrilevanza internazionale. "Le case automobilistiche che si aspettano di continuare ad operare secondo i principi del business as usual sono destinate a qualcosa di più di un brusco risveglio: sono dirette verso l'obsolescenza", ha spiegato Andrew Bergbaum, co-leader della divisione automotive e industriale di AlixPartners. Non è folle sostenere che la rivoluzione in atto nell'industria automobilistica globale sia guidata dall'incredibile - e un tempo impensabile - maturazione delle Case automobilistiche del Dragone.

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Dazi? Ci vorrebbe ben altro...

Gran parte della crescita dei colossi dell'automotive del Dragone avverrà nell'enorme mercato cinese, dove i produttori locali hanno superato i player europei e americani. Attenzione però, perché i giganti di Pechino si stanno preparando per una seria espansione globale, non limitata all'Europa. Al di fuori della Cina, la loro quota di vendite di veicoli dovrebbe salire dal 3% di quest'anno al 13% nel 2030. Per mettere in prospettiva l'ascesa epica della Cina, negli ultimi anni il paese ha superato Germania e Giappone diventando il principale esportatore di veicoli al mondo. Tra il 2024 e il 2030, AlixPartners ha previsto che la quota cinese delle vendite di auto nordamericane salirà da appena l'1% al 3%. Del resto, al momento, gli Stati Uniti ricevono solo poche importazioni cinesi, tra cui la Polestar 2 EV, Buick, Lincoln e Volvo. L'Europa, come abbiamo visto, si sta blindando (ma potrebbe essere tardi). La vera e propria partita sulle EV made in China si giocherà nel resto del pianeta. Se i marchi cinesi conquisteranno i mercati dei Paesi in via di sviluppo, ma più in generale mercati extra Ue e Usa ci troveremmo di fronte ad un gioco a somma zero. Insomma, l'espansione cinese avverrà a discapito dei concorrenti occidentali.

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