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Il 1955 è un anno che ricordiamo con piacere data la nascita della Alpine, casa fondata da jean Rédélé che negli anni a seguire avrebbe poi dato vita alla A110. Un berlinetta con forme e linee destinate a passare alla storia. Non si trattava di un'auto di sola apparenza, ma di
un mezzo capace di calpestare i piedi a tanti costruttori più blasonati, uno tra tutti Porsche, come dimostrano i successi nel rally del 973.
I risultati di rilievo nel motorsport non sono mancati poi anche nel 1978 con il sucesso a Le Mans, gara in cui Alpine compete tutt'oggi
grazie alla Signatech. Storia a parte, alla design week anche la casa francese era presente con la sua nuova A110 e il suo designer Antony Villain. Dopo la discussione con il collega Van Den Acker, abbiamo sottoposto alcune domande anche al capo di uno dei progetti più riusciti degli ultimi anni, in quanto, a nostro parere, è quello che è riuscito a trasportare e far rivere in maniera più rispettosa una leggenda del passato.
Lo stesso Villain ci racconta: "Ci siamo trovati davanti a una vera e propria sfida e credo sia stato importante riuscire a capire che non
fosse necessaria la nostra interpretazione personale del concetto alla base dell'auto ma più semplicemente riuscire a riportare in chiave
moderna una linea che parlasse da sola. Credo che descriverei il nostro lavoro con la parola 'rispettoso', in quanto il pubblico che l'auto
sarebbe andata a interessare è composto da appassionati e puristi che avrebbero sicuramente gioito nel vedere una delle loro icone preferite rinnovata e fedele senza stavolgimenti."
Dopo di che chiediamo anche a lui cosa ci sia da aspettarsi per i prossimi 10 anni, o meglio quale sia il futuro di queste auto per
quanto riguarda il design, visto le sfide tecniche imposte dalle nuove soluzioni propulsive e dal fatto che sempre di più si tratterà di
auto a guida autonoma e connesse.
"Credo sinceramente che per noi il lavoro sarà molto più semplice rispetto ai nostri colleghi. Perché sicuramente una Clio o una Megane
dovranno rispondere a molte più esigenze in termini di mobilità rispetto a una macchina coma la A110, quindi in quel caso il design sarà
pesantemente influenzato da certe necessità. La nostra coupé invece dovrà attenersi a una filosofia più semplice e chiara, quella
della sportività. Ecco perchè la sua identità rimarrarà molto vicina al concetto originale; certo, potrà trattardi si un'auto elettrica, ma
con linee e proporzioni che saranno di certo in grado di emozionare come oggi."