Allarme politico in Germania: l’auto elettrica decima i posti di lavoro nel nuovo decennio?

Allarme politico in Germania: l’auto elettrica decima i posti di lavoro nel nuovo decennio?
Pubblicità
La nota rivoluzione elettrica tanto spinta dal gruppo VW, secondo vari studi potrebbe far perdere oltre 400mila posti di lavoro. Nessuna cifra reale ma stime di calo per la Germania: molto forte dei decenni passati, incerta per il futuro
13 gennaio 2020

Lo abbiamo già scritto più volte, sulle nostre pagine, dell’effetto che la rivoluzione elettrica nell’auto potrebbe dare al mondo del lavoro. Anche a quello tedesco molto forte, grazie ai suoi colossi generalisti e premium. Se qualcuno spinge per la rivoluzione elettrica, altri allarmano per i posti di lavoro nell’industria automotive e in tutta la filiera. Quella da tempo solida sul fronte meccanico, estesa all’elettronica ma non quanto viene richiesto da una mobilità 100% EV. Soprattutto non facile da convertire o frenare sui volumi, senza toccare i posti lavoro.

Frasi e cifre spesso usate con stile politico, quelle di molti giornali tedeschi, ma che sono veritiere almeno in parte. Nessuno può darli certi, questi numeri, però hanno un sicuro impatto, economico e sociale, causa la transizione tecnologica. Le ultime analisi divulgate da NPM in uso anche a molti politici tedeschi, parlano di drammatica perdita: 410.000 posti di lavoro entro il 2030. Vero? Qualcuno dice di no, che è falso allarmismo sulle auto elettriche.

Però ci sono anche questioni geopolitiche, come la Brexit, il commercio difficile con USA e Cina a rischio dazi e una situazione più che in passato volubile. Proprio il passato, buono per i tedeschi, permette di presumere possibile un calo, anche se indefinito. Nemmeno un anno addietro erano a raccontare invece di un ottimo livello occupazionale, alcuni politici tedeschi, con cifre mai viste da inizio anni Novanta.A “dare i numeri” o a farli dare, ci pensano anche le stesse aziende tedesche, che non possono negare tutto, anzi. Eccesso di produzione possibile già nel 2020 per alcuni modelli, causa anche il salto sulle emissioni da 1/1/20. E in Audi si profilano 9.500 posti di lavoro in meno, nei 5 anni. Quelli di Daimler si accordano con i sindacati per ristrutturare, nei prossimi tre anni. BMW non tocca i lavoratori ma mira a ridurre i costi e alcune remunerazioni. Fronte sistemisti, Continental programma alcune razionalizzazioni e possibili chiusure.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Insomma, non solo noi italiani abbiamo le nostre “rogne” da curare. Le cause del calo occupazionale, secondo queste stime, sono varie e comprendono la diminuzione nella produzione motori e sistemi trasmissione. Ovvio, data la minor complessità delle auto elettriche, con meno parti e meno manutenzione. Di pari passo è sempre in corsa l’automatizzazione dei processi, ovvero minori attività umane dirette.

 

Fonte dati: Npm, Handelsblatt

Argomenti

Pubblicità