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Ci sono oggetti che valgono più per quello che rappresentano che per i materiali con cui sono fatti. È il caso del Rolex Datejust acciaio e oro referenza 6827 indossato da Guido Nicheli, il leggendario Dogui, in Vacanze di Natale 1983. Icona assoluta di un certo stile anni ’80 — fatto di pellicce, Cortina e battute fulminanti — l’orologio è finito all’asta in Svizzera tramite la casa d'aste Antiquorum, pronto a passare di polso. Ma solo a chi sa portarlo.
Chi ricorda la scena cult del film sa che il Dogui non era mai in ritardo, nemmeno col jet lag: “Mi si sono incastrate le coronarie... è il fuso orario!”
Un battito dopo, l’inquadratura sul Rolex due-tone, perfetto esempio di eleganza disinvolta. Niente lusso gridato, solo la sicurezza di chi sa di avere classe da vendere.
E se al polso c’era il Datejust, sotto il sedere non poteva che esserci un’auto all’altezza: la Mercedes-Benz 500 SEL, la top di gamma tedesca che nel film accompagna Donatone Braghetti da Via della Spiga a Cortina in tempo record: “2 ore, 54 minuti e 27 secondi... Alboreto is nothing!”
Il Rolex Datejust 6827, con la sua cassa in acciaio e lunetta zigrinata in oro giallo, rappresentava l’equilibrio perfetto tra raffinatezza e robustezza. Nessun eccesso, ma qualità ovunque: automatico, preciso, resistente e senza tempo, proprio come la Mercedes 500 SEL V126, punta di diamante della gamma S-Class dell’epoca.
Sotto al cofano, un V8 da 5.0 litri con 231 CV, che spingeva la berlina a 225 km/h con lo stesso aplomb con cui il Dogui si sistemava il bavero della pelliccia. Disegnata da Bruno Sacco, era la prima Classe S a parlare anche italiano nel design, oltre che tedesco nella sostanza. La sigla SEL stava per Sonderklasse Einspritzung Lang — classe speciale, iniezione elettronica, passo lungo. Tradotto: più spazio per le gambe e per l’ego.
Rolex e Mercedes, entrambi in versione Dogui (peraltro il Rolex all'asta è anche personalizzato con le iniziali dell'attore), vanno un po’ oltre ai soliti beni di lusso: erano dichiarazioni d’intenti: il Rolex segnava il tempo, la SEL lo faceva guadagnare. Il primo si notava con un movimento del polso, la seconda col rombo ovattato di un V8 in autostrada.
In un’epoca in cui si correva per arrivare — ma anche per farsi vedere arrivare — questi due simboli parlavano lo stesso linguaggio: lusso funzionale, senza mai perdere il senso della misura.
Insomma, se già doveste avere in box una bella Mercedes 500 SEL, ora è arrivato il momento perfetto per abbinarle il Rolex Datejust del Dogui, perché certi oggetti non passano mai di moda. Anzi, come direbbe lui: “Alboreto is nothing”, ma il Dogui — e il suo stile — erano tutto.