Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Bergamo - Brembo è un vero punto di riferimento a livello mondiale per quanto riguarda gli impianti frenanti. Il valore di questa realtà italiana è riconosciuto in tutto il mondo, ma nonostante questo l'Azienda di Bergamo è in continua evoluzione, impegnata ogni giorno a studiare, sviluppare e realizzare nuovi prodotti sempre più performanti ed innovativi.
Brembo può vantare anche un rapporto di lunga data con il mondo della Formula 1. Ancora oggi la maggior parte dei team del Circus scelgono i freni italiani, permettendo all'azienda di sviluppare tecnologie avanzattissime, fondamentali per quelle operazioni di "travaso tecnologico" che consentono poi di trasferire parte delle conoscenze acquisite anche sui prodotti destinati alle auto di serie.
Del particolare rapporto che lega l'Azienda di Bergamo alla massima categoria del motorsport ne abbiamo parlato con Andrea Algeri, Brembo Racing Open Wheels Customer Manager.
La Formula è un mondo che vive in costante evoluzione. Quest'anno però, con l'arrivo dei nuovi V6 ibridi è cambiato veramente tutto, non è vero?
«Assolutamente sì. Quest'anno il regolamento è stato stravolto, la potenza del Kers è stata raddoppiata quindi le monoposto possono recuperare molta più energia durante la frenata. Per questo motivo abbiamo dovuto stravolgere l'impianto frenante della F1 2014, soprattutto al posteriore, dove le pinze e i dischi vengono sollecitati in maniera differente rispetto allo scorso anno. Nella prima parte della frenata l'impianto funziona esattamente come in passato, mentre in un secondo momento il Kers prende il sopravvento e questo ha richiesto la riprogettazione dell'impianto frenante posteriore con l'introduzione di un sistema di gestione elettronico»
“La sfida di quest'anno era quella di fornire ai piloti un impianto ed un feeling pedale che sia il più simile possibile a quelli tradizionali”
Dal punto di vista del pilota cosa cambia quest'anno durante una frenata?
«La sfida di quest'anno era quella di fornire ai piloti un impianto ed un feeling pedale che sia il più simile possibile a quelli tradizionali. Abbiamo sviluppato quindi un sistema che simula delle pinze posteriori, quindi il pilota non avverte grandi differenze attraverso la sua gamba rispetto ad un impianto frenante tradizionale. Il driver può sentire qualche differenza solo se l'attuatore dell'impianto posteriore non è particolarmente veloce o intelligente. In questo caso potrebbe avvertire un leggero ritardo o qualche picco di pressione dovuta per l'appunto all'attuatore Brake by Wire».
Se il Brake by Wire non dovesse funzionare cosa accade? Quest'anno del resto l'affidabilità giocherà un ruolo da protagonista...
«Il Brake by Wire è pensato per avere una fail/safe mode. Questo significa che in caso di malfunzionamento il pilota può comunque generare pressione sulle pinze posteriori, frenando ed evitando di andare fuori pista o di creare situazioni di pericolo per sé e per gli altri. Se il Brake by Wire non dovesse funzionare però la prestazione generale della vettura ne risente, provocando la perdita di almeno qualche decimo al giro, se non addirittura secondi».
Quanti Team utilizzano impianti Brembo? Quanti Gran Premi seguite direttamente dalle piste durante una stagione?
«In F1 forniamo impianti frenanti a sette degli undici team presenti quest'anno. Nel complesso abbiamo due ingegneri che seguono tutte le gare direttamente dalle piste del Mondiale, arrivando il giovedì e ripartendo la domenica. Siamo a disposizione delle squadre per tutto il weekend di gara».
“Quando siamo in pista sono giornate lunghe ed intense perché arriviamo in pista alle 8 di mattina insieme ai team e ce ne andiamo spesso dopo cena”
Qual è la giornata tipo di un ingegnere Brembo in pista?
«Il giovedì è dedicato al meeting con i team, dove insieme cerchiamo di capire cosa intendono utilizzare o se ci sono stati problemi durante la gara precedente. Al venerdì invece, con le macchine che scendono in pista, siamo già in grado di rilevare tutta una serie di dati, a partire dalle usure, e preparare quindi i set up dedicati. Sono giornate lunghe ed intense perché arriviamo in pista alle 8 di mattina insieme ai team e ce ne andiamo spesso dopo cena. Il sabato è tutto dedicato alla qualifica quindi con una vettura che dev'essere il più leggera possibile, mentre la domenica verifichiamo che tutti i sistemi funzionino in maniera regolare e poi ci godiamo la gara, sperando che tutto vada bene».
I vostri prodotti hanno una base comune ma poi possono essere personlizzati per assecondare le esigenze di ogni singolo team, non è vero?
«La personalizzazione dei nostri prodotti al fine di assecondare le singole esigenze dei team è estrema. Una pinza che viene utilizzata per la Red Bull per esempio non potrà mai essere utilizzata per la Ferrari perché viene disegnata e pensata in collaborazione con il cliente».
Come giudicate le prestazioni delle F1 2014?
«Inizialmente le nuove F1 turbo sembravano lontane dalla prestazioni delle precedenti V8 aspirate, sembrava che il nostro impianto frenante venisse molto meno sollecitato. I due successivi test in Bahrain invece hanno rivelato che le prestazioni stanno crescendo velocemente, arrivando ai livelli che ci aspettavamo per quest'anno. Noi di Brembo dobbiamo andare incontro a temperatura più elevate sull'impianto frenante a causa della downforce diminuita, ma dobbiamo tenere conto anche di velocità di punta più elevate perché quest'anno è cambiata tutta l'aerodinamica».
“Alonso ed Hamilton riescono a generare delle forze sul pedale davvero eccezionali, pari a diverse centinaia di bar di pressione”
E' vero che alcuni team cercano di sfruttare il calore generato dall'impianto frenante per migliorare l'aerodinamica sulla vettura?
«Senza fare nomi, confermo che c'è chi utilizza volutamente dischi poco performanti, per sfruttare a livello aerodinamico un regime termico più elevato. Il rischio è che oltre ad un certa temperatura i nostri dischi iniziano ad usurarsi in maniera notevole. Per noi è una sfida tecnologica, dobbiamo raccomandare al team di cercare sempre la massima prestazione, ma all'interno dei limiti dei nostri materiali, senza oltrepassarli».
Chi è il pilota più raffinato per quanto riguarda l'utilizzo dei freni?
«I due piloti che hanno una frenata veramente tosta e che hanno una gamba da veri atleti sono senza dubbio Alonso ed Hamilton, che riescono a generare delle forze sul pedale davvero eccezionali, pari a diverse centinaia di bar di pressione».
Ci sono piloti particolarmente puntigliosi dal punto di vista delle richieste?
«Non posso fare nomi, chiaramente c'è chi è più puntiglioso di altri. Quello che posso dire è che chi utilizza Brembo difficilmente poi torna indietro. La nostra sfida è soddisfarli ogni volta con i nuovi prodotti. Può accadere anche che un pilota che ha utilizzato per anni le nostre componenti vada in un team che non lavori con Brembo e allora pretenda di cambiare partner per tornare a usare i nostri prodotti».