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Una settimana esatta dal lancio, e della Alfa Romeo Tonale si sa poco di tutto, in realtà mancano ancora diversi tasselli che ci accompagneranno da qui al 4 giugno, data ufficiale della vendita in concessionaria, tra cui - cosa fondamentale - i prezzi di listino. Non mancherà l’occasione di guidarla in anteprima, ma intanto i principali media e la comunità degli appassionati hanno dato fuoco alle polveri. Ecco, in ordine sparso, la nostra opinione insieme a tutti gli aspetti negativi che emergono fra le righe.
Alfa Romeo - lo voglia o no - ci ha abituato alle performance anche sulle versioni a gasolio, e questa 1600 da 130 CV (benché basata su un ottimo motore con molta coppia, bisogna dirlo) sembra più adatta alla Fiat 500 L che alla nuova C-Suv. È ben vero che le immatricolazioni crollano (ma più per una mancanza di offerta che di domanda, tanto che i tedeschi non hanno rinunciato), ma un’unità dotata di un cambio più recente e intorno ai 160 CV avrebbe incontrato i gusti di molti. Tanto da qui al 2030 mancano ancora un bel po’ di anni. Si può capire che questa motorizzazione, per altro “buttata lì” nella presentazione quasi con vergogna, sia destinata principalmente ai noleggi a lungo termine e alle flotte ma, perbacco, stiamo parlando di un’auto col Biscione.
I primi a rendersene conto sono stati proprio i (nuovi) vertici Alfa, che hanno bruciato le tappe per arrivare sul mercato a giugno 2022 dopo aver presentato la concept a marzo 2019. Ma la sensazione è che i tre anni passati - molto travagliati per il gruppo FCA - abbiano fatto perdere fatalmente terreno nei confronti della concorrenza, con un design non attualizzato e comunque non di rottura.
Nessuna Tonale Quadrifoglio o GTA in vista? In realtà non lo sappiamo, ma la comunità degli Alfisti (ma anche dei leoni da tastiera) ha sparato a zero su questa lacuna. Potrebbe essere colmata presto, ma il marketing sa bene quanto vale una “M” o un “RS” davanti al nome, e il momento giusto per parlarne è… ora.
Non è un mistero ma, come abbiamo scritto, in Alfa di macchine ne capiscono abbastanza e, almeno fino al momento in cui si potrà guidare, massima fiducia al team di Domenico Bagnasco. Chi rimpiange il nobile pianale Giorgio sappia che, anche volendo, non avrebbe potuto essere “seriamente” elettrificato, quindi sarebbe stato inadatto per un’auto del 2022 che, oltretutto, deve fare grandi volumi. Certo che per questa scelta obbligata qualche compromesso nello stile c’è stato. Lo sbalzo anteriore è molto abbondante, il sedere un po’ curvy fa contrasto col muso affilato.
Questa in tutta sincerità non ci sembra una mancanza fondamentale, la strumentazione è bella così. È vero però che un certo tipo di tecnologie come la visione delle informazioni sul parabrezza , o le adotti alla nascita o molto difficilmente verranno dopo, e la concorrenza, visto che comunque parliamo di un segmento C-Suv di prezzo elevato altamente competitivo, è molto agguerrita sul piano delle personalizzazioni.
Quarantadue litri. Pochi o tanti? Qui solo i test ci potranno dire la verità, però è vero che quando finiscono i 15,5 kWh della batteria in modalità elettrica, che dovrebbero garantire 80 km (ma più realisticamente sarannno meno) il motore gemello 1300 da 190 CV sulla Compass fa segnare 12 km/litro in autostrada (ok, l’aerodinamica è diversa) quindi siamo poco sopra a 500 km teorici di autonomia.
La vexata quaestio è: bene i cinque anni di garanzia (necessario il finaziamento per accedere a questa copertura “lunga”) ma altri concorrenti offrono anche i tagliandi per la manutenzione ordinaria e gli aggiornamenti software. Pensiamo che per un’Alfa sia già un grande risultato arrivare a pareggiare i conti con la Hyundai, le blasonate tedesche si fermano spesso ai limiti della legge europea.
Il disegno soprannominato “Teledial” (rotella del telefono) può non piacere ma è una aperta citazione dello stile Alfa degli anni 60 come la 33 Stradale, e quindi non sindacabile, e di sicuro nel listino delle opzioni ne arriveranno altri, nelle misure da 17 a 20 pollici.
Se lo stile stile esterno vede una prevalenza di consensi, plancia e tunnel hanno raccolto un certo numero di critiche, che si sono concentrate sul grande display da 10,2 pollici “appoggiato” sulla mensola orizzontale, ma visivamente del tutto separato. Qui dobbiamo registrare negli anni un’evoluzione del disegno che ha seguito la tecnologia. Finché gli schermi sono stati piccoli, diciamo al massimo da 8 pollici, non era un problema integrarli nella plancia. Man mano che le dimensioni sono aumentate, è diventata un’impresa farlo, e il display è diventato “galleggiante” (la poco riuscita plancia dell’Audi A4 insegna). Di recente nel segmento premium si è cercata di nuovo questa integrazione, allargando la base dello schermo verso formati “superwide”, e i risultati sono notevoli. Ecco, diciamo che la Tonale è rimasta indietro di uno step. Molti fanno anche rimarcare la spiccata presenza di piccola componentistica Peugeot.
L’ultimo “flame” apertosi fra i commentatori è francamente un po’ strano e irreale: alcuni si sono “offesi” perché il debutto di un’auto italiana non ha avuto il debito commento nella nostra lingua. Ok, magari aver previsto un “buongiorno” in italiano da parte di Jean-Philppe Imparato avrebbe salvato l’etichetta, ma visto che si è trattato di una premiere mondiale, non c’era molta scelta. Piuttosto si potrebbe rimarcare che non tutto il cast degli attori sullo stage parlava con l’accento di Oxford, ma è un dettaglio trascurabile.