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Molti costruttori automobilistici si sono dotati di una divisione sportiva, il cui compito è sostanzialmente quello di sviluppare le versioni più prestazionali della gamma, ma solo pochi possono vantare una storia lunga e gloriosa, ricca di successi e di traguardi tecnologici che hanno segnato in maniera indelebile la storia dell’automobile.
Tra questi c’è sicuramente il Quadrifoglio Verde, il leggendario simbolo che negli anni ha identificato tre le più performanti vetture targate Alfa Romeo, alcune impegnate sui circuiti di gara di tutto il mondo, altre prodotte per essere messe in produzione e commercializzate sul mercato come versioni speciali.
Quest’anno il simbolo del Quadrifoglio Verde raggiunge un importante traguardo, celebrando il novantesimo anniversario, ma per capire il reale valore di questo marchio può essere utile ripercorre le tappe fondamentali che ne hanno scandito la storia.
Dove nasce il simbolo del Quadrifoglio Verde
L'origine di questo simbolo si perde nella leggenda ma è interessante notare la sua corrispondenza con la bandiera che, durante la Grande Guerra, distingueva gli aerei della "X Squadriglia da bombardamento Caproni". Al giorno d'oggi, il Quadrifoglio fa parte dello stemma dell'Aeronautica Italiana e rimane, allo stesso tempo, il simbolo della filosofia Alfa Romeo che storicamente è sempre andata alla ricerca dell'eccellenza applicata alle competizioni per trasferirla poi sulle vetture di serie.
Nel 1923 il Quadrifoglio diventa un emblema indissolubilmente legato all'Alfa Romeo, quando, per primo, il pilota Ugo Sivocci decide di correre la Targa Florio con questo simbolo dipinto sul cofano della sua RL conquistando il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa competizione. La vittoria giunge dopo una gara perfetta: 432 chilometri del Circuito delle Madonìe (4 giri da 108 km ciascuno) percorsi alla media di 59,040 km/h, una velocità incredibilmente alta per l'epoca considerando soprattutto le insidie e le asperità del percorso.
Il Quadrifoglio nelle competizioni...
L'affermazione dell'Alfa Romeo fu netta tanto che gli altri piloti della squadra - fra i quali Enzo Ferrari, Antonio Ascari e Giulio Ramponi - decisero di adottare il beneaugurante Quadrifoglio Verde anche per tutte le altre gare. Da questo momento il Quadrifoglio Verde diventa il simbolo delle Alfa Romeo da corsa, declinato poi anche su particolari serie di modelli di produzione, a testimonianza del "filo rosso" che unisce le vetture del Biscione "da turismo" a quelle da competizione. È il Quadrifoglio Verde a risaltare sul rosso scuro della P2 di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo "Campionato Mondiale di corse automobilistiche", il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall'Alfa Romeo. Alla fine degli anni Venti è sempre il Quadrifoglio Verde a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla "Scuderia Ferrari", che aveva come emblema il cavallino rampante.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe "Nino" Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le celebri Alfetta, al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, poi, il Quadrifoglio Verde caratterizza la versione "ready-to-race" della Giulia, la TI Super, per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell'Autodelta per diversi decenni: dalla GTA alla 33 fino ai due Campionati Mondiali della 33 TT 12 (1975) e della 33 SC 12 (1977). L'attività agonistica dell'Alfa Romeo continua negli anni Ottanta. Dopo il rientro in F.1 nel 1980, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo (GTV 6 2.5), fino al grande trionfo nel DTM (Deutsche Tourenwagen Mesterschaft) con la 155 V6 Ti nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della 156 Superturismo (1998-2004).
... e il Quadrifoglio sui modelli di serie
Anche alcune Alfa Romeo di produzione però hanno orgogliosamente messo in mostra il Quadrifoglio Verde. Si tratta di modelli performanti realizzati tra gli anni ‘60 e ‘80. Alcuni recano il simbolo sulla carrozzeria, senza apparire nella denominazione ufficiale - Giulia TI Super, Giulia Sprint GT Veloce, 1750 GT Veloce - dove in realtà è dorato - Alfasud Sprint - altri invece, dagli anni Ottanta in avanti, portano il Quadrifoglio Verde nella loro denominazione ufficiale, come l’Alfasud ti Quadrifoglio Verde, la Sprint Quadrifoglio Verde, le diverse versioni della 33 Quadrifoglio Verde, la 75 Quadrifoglio Verde anche con la sua declinazione USA, la Spider 2.0 Quadrifoglio Verde, la 164 Quadrifoglio Verde e la 145 Quadrifoglio Verde.
Il Quadrifoglio Verde oggi
L'emblema storico del marchio oggi spicca sulle versioni Quadrifoglio Verde di MiTo e Giulietta che vogliono raccogliere il meglio dell'eredità di questo simbolo non solo in termini di performance dinamiche, ma anche di efficienza energetica.
In particolare, la Giulietta Quadrifoglio Verde viene equipaggiata con il turbo benzina 1750 TBi in grado di sviluppare 235 CV e 340 Nm, un valore peraltro reso disponibile già a 1.900 giri/minuto. Caratterizzano il propulsore alcune soluzioni tecnologiche all'avanguardia come l'iniezione diretta di benzina, il doppio variatore di fase continuo, il turbocompressore ed un sistema di controllo definito scavenging che elimina il cosiddetto turbolag.
La MiTo Quadrifoglio Verde invece è spinta da 1.4 MultiAir Turbo da 170 CV che propone un elvato valore di potenza specifica (124 CV/Litro). Le versioni Quadrifoglio Verde di MiTo e Giulietta hanno svolto il ruolo di Safety Car Ufficiale nelle diverse stagioni del Campionato Mondiale SBK Superbike, di cui Alfa Romeo è sponsor ufficiale dal 2007.
Alfa Romeo MiTo SBK Limited Edition
Prodotta in tiratura limitata - 200 esemplari - e aviluppata sulla base della versione Quadrifoglio Verde, la nuova MiTo SBK Limited Edition si contraddistingue per alcuni elementi specifici che vogliono sottolineare l'aspetto più sportivo di questo modello: dalle minigonne laterali all'estrattore posteriore, oltre che per i cerchi in lega da 18 pollici in titanio dietro i quali spicca il colore rosso delle pinze dei freni firmate Brembo.
La MiTo SBK Limited Edition può vestire due colori di carrozzeria (Nero e Rosso Alfa) abbinabili a tre tinte per il tetto: Nero, Rosso Alfa e il nuovo Bianco Cristallo. La stessa caratterizzazione sportiva si ritrova all'interno dove spiccano i sedili Sabelt con un schienale avvolgente in fibra di carbonio realizzato con la tecnologia RTM (Resin Transfer Moulding) che promette di coniugare elevata resistenza meccanica con ridotti ingombri e leggerezza.
Sul tessuto centrale in Alcantara campeggia il logo Alfa Romeo, il tutto impreziosito da nuove cuciture rosse che si ritrovano anche sul rivestimento in pelle del cambio e del volante, quest'ultimo completo di comandi per il sistema audio. Infine, la mostrina centrale della plancia è resa unica dalla targhetta SBK Limited edition con numerazione progressiva da 1 a 200.
La dotazione di serie di questa speciale edition comprende pedaliera sportiva, vernice bicolore, cornici di proiettori e fanali in grigio Titanio, sensori di parcheggio posteriori, climatizzatore automatico bizona, comandi radio e telefono al volante, sistema Blue&Me con comandi vocali e mediaplayer MP3 con presa USB e AUX-in, stickers specifici SBK Limited Edition in grigio Titanio e predisposizione per navigatore portatile.
Alfa Romeo
Corso Giovani Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 253 200
https://www.alfaromeo.it/
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