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La cosa che fa più arrabbiare di questo render proposto da Car Lifestyle su Instagram è una sola: che quest’auto, forse leggermente diversa da questa ma nemmeno troppo, esiste davvero.
Sì perché nel corso del rilancio voluto da Marchionne iniziato nel 2013 ed interrotto troppo presto, l’ingegneria Alfa Romeo guidata dall’Ing. Fedeli a Modena aveva già messo a punto tutta una gamma di vetture basate sulla piattaforma modulare Giorgio in grado di coprire i segmenti di mercato più interessanti: berlina e station wagon di segmento D (Giulia e Giulia Sportwagon) berlina di segmento C (Giulietta), SUV di Segmento D (Stelvio e Stelvio Coupé) ma anche ammiraglie e SUV di segmento E ed F oltre che sportive come la GTV che era già stata mostrata come anticipazione nel corso del Capital Investor Day del 1 giugno 2018 a Balocco alla stregua della sportiva in carbonio e motore oggi convertita in Maserati MC20. L’ultimo evento pubblico di caratura internazionale di Sergio Marchionne.
Facile, anzi facilissimo prevedere le caratteristiche di questa GTV: motore V6, da 510 o 540 CV nella variante GTA e alleggerita GTAm, peso tra i 1.500 ed i 1.600 kg, trazione posteriore e guidabilità Giulia esaltata dall’assetto ribassato ma anche dalla scocca a tre porte, per forza di cose più rigida e leggera rispetto a quella della berlina.
Un vero mostro con un design al solito in stile italiano con la tipica arroganza mista eleganza del fare automobili del Biscione. Peccato non poterla toccare con mano anche perché la cosa che fa più male, come dicevamo all’inizio, è che la GTV…esiste davvero.