Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
A poche ore dall'audizione al Parlamento italiano di Carlos Tavares che risponde alle domande dei deputati sul calo di produzione di auto in Italia, entra in essere il piano di avvicendamenti al vertice di alcuni brand del Gruppo. Il più clamoroso è l'accorpamento dei marchi Alfa Romeo e Maserati sotto la guida del nuovo CEO Santo Ficili, che succede a Jean Phlippe Imparato per Alfa e a Davide Grasso per Maserati.
Nel primo caso il passaggio di consegne avviene in un momento molto delicato, il recentissimo caso della Junior (Milano) che aveva mandato su tutte le furie Carlos Tavares (da tempo in attrito con il ministro Adolfo Urso) e l'avvio della nuova Stelvio 2025 elettrica (o forse anche ibrida con il range extender) fabbricata a Cassino, seguita dalla Giulia un anno dopo. Una processo verso l'elettrificazione già ben avviato in cui Imparato ha creduto molto, così come da grande appassionato ha supportato la rinascita della hypercar Alfa 33 Stradale, di cui ha parlato anche nella nostra più recente intervista. I numeri delle vendite di Alfa Romeo in Europa hanno rallentato un po' dopo il buon successo iniziale della Tonale e in attesa che la Junior inizi le consegne. Negli USA, invece, la situazione è diventata molto difficile e il marchio italiano fa fatica, pur avendo auto splendide ma un po' agée in concessionaria la Giulia e la Stelvio, che hanno conquistato il poco meritevole titolo di "auto che si vende con più fatica" in America secondo Car Edge.
Per il marchio Maserati, il board di Stellantis ha cambiato il CEO Davide Grasso prendendo atto di una situazione ancora più difficile, con due modelli usciti di produzione senza sostitute (Quattroporte e Ghibli, fatte a Mirafiori) e un programma di elettrificazione che ha visto sì la presentazione di vari modelli a batterie Folgore ma con un orizzonte molto più lontano, e la stagnazione di modelli come la Grecale e la Levante. Morale: vendite crollate negli USA di oltre il 50% e dati in negativo anche in Europa. Il lancio dei nuovi modelli a batterie è slittato in avanti di tre anni (dal 2025 al 2028), che è una scommessa persa in partenza, perché ci si arriverebbe con una progettualità già vecchia, vista la velocità con cui si evolve la tecnologia. Nonostante Stellantis abbia dimostrato di non saper gestire in modo redditizio il marchio Maserati, anche oggi nell'audizione alla Camera dei Deputati il CEO Tavares ha detto che "il marchio non si vende", e con la nomina di Santo Ficili a CEO sfuma probabilmente anche l'idea di far confluire il Tridente sotto Ferrari che è circolata lo scorso agosto (a proposito: anche la top manager CFO americana Natalie Knight che aveva adombrato questa ipotesi è stata giubilata).
Correva l'anno 2016 quando Sergio Marchionne fa nascere ufficialmente il Polo del Lusso. Maserati e Alfa Romeo, nei piani di Marchionne, avrebbero dovuto costituire un potente caposaldo - uno più luxury, l'altro più sportivo - e presidiare i segmenti alti del listino, appena sotto Ferrari, diciamo, con il cervello a a Mirafiori. Una visione ambiziosa che di certo non poteva tener conto del baratro cui si sta affacciando l'industria dell'auto con il passaggio forzato alle elettriche, ma che valorizzava i due blasoni senza ambiguità e cadute di stile (e di segmento). Oggi quello che è stato lo stabilimento più grande d'Europa è praticamente un guscio vuoto dal punto di vista della produzione di auto, con un futuro da Fiat 500 ibrida. C'è solo da fare gli auguri a Santo Ficili, manager di grande esperienza in FCA e Stellantis, per riportare il Biscione e il Tridente a mordere e pungere la concorrenza come si faceva una volta. Dall'alto.