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Non molti l'avranno notato, ma tra le tante novità che l'annunciato nuovo corso di Alfa Romeo porta con sé c'è anche il redesign del tradizionale Quadrifoglio Alfa Romeo, quello che distingue le versioni più sportive della Casa del Biscione come la Giulia Quadrifoglio Verde da poco presentata al nuovo Museo di Arese.
Il nuovo disegno del quadrifoglio è stato affidato a Robilant Associati, lo studio di consulenza che ha anche curato il nuovo stile del marchio Alfa Romeo. Robilant definisce lo storico emblema del Quadrifoglio un «simbolo dell’anima sportiva di Alfa Romeo. Ancora una volta nel rispetto dell’effigie originale, il simbolo è stato impreziosito in sintonia con il marchio della casa madre e reinterpretato con un tratto dinamico che ne esalta l’attualità e la sportività».
Il simbolo portafortuna di Alfa fu adottato per la prima volta alla Targa Florio del 1923 sulla RL Targa Florio di Ugo Sivocci che, complice una squalifica comminata al compagno di squadra Antonio Ascari, vincitore al traguardo ma squalificato nel finale, riuscì finalmente a scrollarsi di dosso la sfortuna che lo aveva perseguitato e caratterizzato come eterno secondo dello squadrone Alfa composto anche da Giulio Masetti ed Enzo Ferrari. Da lì venne adottato come talismano il quadrifoglio verde su un campo bianco quadrato, a significare i quattro piloti della Casa milanese.
Sivocci perse la vita pochi mesi dopo a Monza durante le qualifiche del GP d'Europa. La sua Alfa P1 numero 17 ne era sprovvista. Da allora venne scaramanticamente adottato su tutte le Alfa Romeo da corsa ritratto in un campo bianco triangolare, per sottolineare l'assenza di Sivocci. Nel dopoguerra approdò invece sulle vetture stradali più potenti e veloci per sottolinearne il legame con le competizioni.