Alex Zanardi: prima Mondiale Handbike e Ironman, poi Le Mans

Alex Zanardi: prima Mondiale Handbike e Ironman, poi Le Mans
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Dalle nevi di Sauze d’Oulx il campione parla dei suoi obiettivi per i prossimi anni, non solo motoristici
2 febbraio 2018

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È l'ospite più atteso sulle nevi di Sauze d’Oulx, Alessandro Zanardi. Da quindici anni testimonial per non dire primo attore di queste attività benefiche che, con il supporto di BMW Italia, fanno scendere sulle piste alpine assistiti da istruttori dedicati, persone di ogni età con disabilità varie ma attrezzature adatte, per accoglierli sulla neve in sicurezza. Lui è l'esempio principe, che arriva dal mondo dei motori con gloria e fans, ma non pensa solo a quel settore, anzi. Proprio Alex ci ricorda subito come sia più bello per lui andare ora in handbike piuttosto che in bicicletta classica prima del suo incidente. Lo Zanardi uomo è uno che quando comincia a parlare non ha troppe soste, ricco di aneddoti per spiegare come si vive di sensazioni ed emozioni, in ogni condizione fisica, anche se non tutti riescono a farlo a certi livelli quanto lui.

È proprio questo spirito che lo porta sempre verso nuovi obiettivi, apparentemente impossibili, un Alessandro Zanardi che si rivela sempre interessante sportivamente e che sposa a pieno la filosofia SpecialMente BMW del progetto SciAbile: va forte sui campi da neve in Piemonte e impressiona per quanto sia prestante, anche se non è più un ragazzino; scherza con tutti quelli che condividono i momenti sportivi con lui. Ci spiega che il suo sogno si realizza di continuo, pensando che riesce spessissimo a fare di quello che gli interessa e piace, il classico connubio passione lavoro.

“Quando mi cimento nelle gare paralimpiche sono concentrato perché amo prima fare sport e competere, magari vincere, che il resto; ma so poi bene che l’aspetto importante è quello di essere visibile agli altri, come esempio e possibilmente stimolo”.

Parlavi prima, in conferenza, di bellezza di allargare gli orizzonti.

“Sì, per me un piacere come la vittoria è anche quello di sapere che ognuno pensi di fare qualcosa di sportivo, nel proprio piccolo. Ogni gesto quotidiano, infatti, anche se non fisico ma fatto con impegno, specialmente nelle difficoltà di chi ha meno 'dotazione' di quanto normalmente previsto in natura, ha valore come vincere in uno sport. Se qualcuno vede me e fa qualcosa di simile, o magari prende spunto per cose anche più grandi, è bellissimo. Si vive un tempo limitato e quindi meglio non stare mai troppo fermi”.

I progetti 2018 di Zanardi vedono innanzitutto la riconferma iridata handbike.

“Cosa per cui mi alleno tantissimo e per la quale provo grande piacere, un veicolo che io amo e faccio sviluppare secondo le mie esigenze tecniche, cercando di avere qualche piccolo vantaggio anche lì magari, un po' come si usa nelle competizioni automobilistiche. Soprattutto quest'anno l’appuntamento sarà in Italia, davvero interessante e motivante”.

Dopo pilota, in Formula 1, ora puoi anche essere definito triatleta.

“Esatto, ho l'ambizione di partecipare a due edizioni IronMan quest'anno, di cui una negli Stati Uniti sperando di battere il record per una persona disabile, quel famoso muro delle nove ore che già ho limato; mi preparo a fondo per quello contando su un circuito favorevole”.

Ma non solo quello, sei sempre uno che ci sa fare con il volante, come ami ricordare.

“Sì, l’avventura verso Le Mans è qualcosa di davvero interessante, ringrazio BMW per darmi questa opportunità, ricordandosi che non sono solo un testimonial ma anche un pilota; ho già fatto 800 Km divertendomi molto, nelle prime prove”.

Come sarà la competizione, con che obiettivi.

“Completerò altri test con la M6 e la nuova BMW M8 GTE verso la 24ore del 2019, certo non è la massima categoria in pista, però la GT è molto combattuta, può fare divertire più dei prototipi in termini di competizione e chi lo sa che non salti fuori qualcosa di buono, per noi”.

Persino uno veloce e in attività come Alonso però, correndo nell’Endurance ha faticato, per ora, nel trovar risultati.

“Beh, io ho più esperienza (scherza, ndr) e non punto alla massima vittoria per forza, onestamente, solo a fare bene con la nostra GT e contiamo di farlo”.

E a proposito di competizioni, Zanardi non può non parlare anche dell’attuale F1, quella senza ombrelline in griglia e di Ferrari.

“Alla Ferrari non si può che fare il tifo, io lo faccio. Viene il sorriso solo a parlare di una Ferrari potenzialmente vincente in F1, da italiano. Occorre ricordare che è talmente competitivo l'ambiente che essere secondi vuole dire già essere eccezionali sotto molti punti di vista. Loro sono pronti, validi dal punto di vista tecnico e umano; certo che Mercedes parte un po' più avanti…”.

E a livello piloti invece? Tanti dibattono su chi sia oggi il più forte.

“Si parla di piccolissime differenze, io conosco e apprezzo Lewis Hamilton, precisando che comunque vantaggi possibili da parte del solo pilota su altri bravissimi in pista sono talmente minimi in F1 che non vogliono dire quasi nulla, in termini di risultato; per riuscire a percepirlo devono sposarsi a un'ottima monoposto, come la Mercedes”.

Molti parlano bene di Verstappen.

“Lui è fortissimo, merita gli apprezzamenti, però per definirsi più forte tra i campioni occorre anche essere misurati in condizioni difficili e durante lunghe stagioni sopperendo ai limiti delle vetture; occorre ancora tempo”.

Sulle piste di Sauze d'Oulx Zanardi sfreccia velocissimo, più di molti altri sciatori
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E Zanardi quindi stupisce ancora, all’alba dei suoi cinquantuno anni, lo fa per quello che è oggi e non per il glorioso passato, lo fa prima ancora di partire per una gara che sia sulle piste asfaltate o quelle innevate, con quattro ruote o con gli sci. Per questo spirito semplice e caparbio, tutti gli vogliono sempre bene, indipendentemente dai colori che vesta o lo sport che pratichi.

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