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Alez Zanardi è un uomo straordinario. Non finiremo mai di ripeterlo. Lo abbiamo detto in occasione dei tanti successi sportivi, ottenuti una volta ritornato al volante dopo il tragico incidente del Lausitzring. Lo abbiamo ripetuto il mese scorso, quando lo abbiamo seguito nelle meravigliose imprese ai Mondiali di Paraciclismo a Greenville, negli Stati Uniti.
La sua capacità di rimettersi in piedi ha colpito il mondo e la sua vita è diventata un esempio per tutti, non solo per gli sportivi. Per questo gli è stato dedicato uno spazio all'interno di Adrenaline, un film dedicato alla storia delle BMW da competizione in uscita il prossimo novembre.
All'interno del film è stato inserito “Touch the Sky” un breve ma intessisimo ritratto di Zanardi che riesce perfettamente a descrivere l'uomo e il suo essere straordinario.
Le immagini che si susseguono, sono accompagnate dalla voce dello stesso atleta, che racconta l'essenza della propria vita:
«Sono Alessandro Zanardi, un grande ottimista, un uomo che ha imparato che nella vita fino a quando hai qualcosa per cui combattere anche le grandi sconfitte possono diventare le più grandi vittorie».
«Se non avessi creduto che fosse possibile non ci avrei provato ma tornare sul podio quattro anni dopo il mio incidente è stato davvero incredibile. Il gusto dello champagne è davvero fantastico. Londra 2012 è stato un mio obiettivo ed è stato bello avere un obiettivo così importante di fronte a me».
“Quando hai qualcosa per cui combattere anche le grandi sconfitte possono diventare le più grandi vittorie”
«Questo è stato il vero valore, qualcosa che mi ha appassionato. Non solo allenamento ma anche una perfetta preparazione del mezzo, per me è stato eccitante. Non c'è nulla di magico, di nascosto, non ho vinto perché volevo andare a Londra e vincere, ho vinto perché volevo guidare la bici. Forse è questo il piccolo segreto dietro a quello che ho fatto».
«Quando competi il focus è sempre al 100% su quello che fai e su quello che stai facendo ma quando la corsa finisce ed hai la medaglia d'oro nelle tue mani ti accorgi di quanto sia importante tutto quello che ti sta attorno. Toccare il cielo con un dito è stato fantastico. A volte mi chiedono perché alla mia età ho scelto di tornare a correre. Mi piace rispondere dicendo di ascoltare il sound del motore e se non basta come risposta, non è un mio problema».
«Dove sarei se il mio incidente non fosse mai successo? Forse sarei un ragazzo con le gambe ma non felice come sono oggi. Sono Alex Zanardi e sono una persona fortunata perché all'età di 47 anni le cose per me non sono ancora finite».