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Balocco - In occasione del lancio della nuova Alfa Romeo 4C, avvenuto tra le incredibili curve del circuito Alfa Romeo inserito nel complesso del proving ground del Gruppo Fiat, abbiamo incontrato Alessandro Maccolini che della nuova 4C ha firmato lo stile. Un elemento chiave, quest'ultimo, non solo perché una vettura così dev'essere bella ma anche perché lo stile deve per forza di cose essere funzionale a meccanica e tecnologia che si trovano al di sotto della “pelle” esterna. E spesso la cosa non è di semplice realizzazione. Scopriamo cosa ci ha detto.
Avesse due parole, come definirebbe lo stile della 4C?
«Direi “Bellezza Necessaria”. Non è una definizione che ho inventato io ma è un titolo azzeccatissimo di una mostra dedicata in passato ad Alfa Romeo. Parole che parlano ancora perfettamente dell’Alfa Romeo, della 4C, delle persone, delle innovazioni tecnologiche e dei modelli mitici che hanno di volta in volta ridefinito i parametri dello stile automobilistico nel mondo. Lo stile Alfa, oggi, nasce dalla creatività del Centro Stile Alfa Romeo a sua volta frutto dell'esperienza di "grandi firme” che hanno reinterpretato negli anni l’identità Alfa Romeo dando vita a un susseguirsi di interpretazioni, di concept car e di vetture di produzione che hanno fatto storia. Quando parliamo di Alfa Romeo non parliamo solo di prestazioni da superare. Immaginando un’Alfa non dobbiamo pensare a una semplice scultura fatta di forme e proporzioni.»
Come sono nate le forme della 4C?
«Le Alfa Romeo sono sculture in movimento che devono essere funzionali a una meccanica e a una tecnologia che si trovano al di sotto della “pelle” esterna. Questo tipo di legame fra “pelle esterna e meccanica interna” ha sempre caratterizzato i nostri modelli ed è all’origine anche dello stile di 4C. I contenuti del briefing erano chiari e precisi: telaio, spezio interno, aerodinamica e missione dell’auto. Abbiamo cominciato a lavorare sul concept nel settembre 2010 seguendo un processo interdisciplinare dove stile ed engineering, si sono “mescolati” e influenzati a vicenda.»
Quando è stato deciso di andare oltre la Concept Car?
«Dopo il Salone di Ginevra 2011. Da allora tutta la vettura è stata completamente rivista, cercando di mantenere lo stile proposto sul concept, eliminando ogni elemento di stile non strettamente necessario o non correlato a una funzione primaria. Al tempo stesso, però abbiamo dovuto garantire alla nostra 4C un vestito elegante e di carattere, e soprattutto decisamente Italiano e Alfa Romeo.»
C'è un modello del passato a cui la 4C si è ispirata?
«Parlando unicamente del layout, il riferimento più diretto va al prototipo “Scarabeo” del 1966. Si tratta di una vettura con motore centrale, trasversale, proprio come la 4C. Per il trattamento di stile, invece, abbiamo ripreso il mood board della 8C Competizione anche se nel disegnarla abbiamo tenuto in considerazione i volumi pieni ed estremi della Disco Volante, le sezioni caratteristiche della Giulietta Sprint Speciale e soprattutto la marcata e sensuale muscolatura della 33 Stradale.»
La 33 Stradale, stilisticamente, è dunque il vero riferimento?
«Sì, la 33 Stradale è il riferimento storico più diretto. Come la 33 Stradale, 4C gode di un’impostazione meccanica fantastica. Quindi realizzare il suo stile è stata un’operazione molto vicina a quella di un sarto specializzato che crea una tuta attorno a un atleta. Sicuramente il fatto di aver considerato 4C più come un corpo e la sua carrozzeria più come a una pelle, ci ha portato a interpretarla in modo più naturale e istintivo.»
Come è stato influenzato lo stile dalla corsa contro il peso dei tecnici?
«In qualche modo la corsa contro il peso ci ha imposto un lavoro sulle “proporzioni e sugli elementi necessari”. I grafismi presenti sulla vettura sono ridotti al massimo e comunque coincidono e sottolineano una funzione. Nell’anteriore la nostra necessità, di stile e di identità, di sottolineare il “trilobo” si è intrecciata alle richieste di maggiori prestazioni per migliorare il raffreddamento e il coefficiente aerodinamico. Per questo, ad esempio, abbiamo eliminato le mostrine e le prese d’aria presenti nel concept e le abbiamo integrate nel paraurti. L’unica parte che si concede una licenza di stile è la fiancata. Ma anche in questo caso il grafismo sottolinea la “sciancratura” del volume della fiancata e la presa d’aria necessaria per l’intercooler e per il filtro.»
E internamente?
«Qui ritroviamo netti i principi del concept, che esprimeva in modo molto chiaro il concetto di “driver oriented”. Chi guida 4C ha il piacere di tenere le mani sul volante e di avere tutte le funzioni sotto controllo sul cockpit davanti a lui. Anche negli interni la meccanica si esprime nello stile. Per ridurre i componenti e dunque il peso, sulla plancia le parti strutturali e funzionali diventano estetiche e vice versa. Ad esempio, la parte estetica che circonda la radio è in realtà strutturale per la plancia e i condotti per l’aria delle bocchette sono ottenuti direttamente dalla pelle della plancia stessa. Inoltre, quello che è il cuore strutturale della vettura ─ il telaio in carbonio ─ è presente all’interno della vettura diventandone così l’elemento dominante.»
Per molti aspetti la 4C ricorda una moto. Non trova?
«Sì, chi guida una moto sa di essere parte integrante di quell’oggetto, una sorta di estensione l’uno dell’altro. Volevamo che 4C potesse dare la stessa sensazione. Volevamo che l’auto desse un piacere di guida interpretato in modo immediato dallo stile. Alfa Romeo 4C è il risultato di un progetto rigoroso, di una grande passione condivisa da tutte le persone che hanno lavorato per crearla.»