Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
La costruzione dovrebbe iniziare a breve di quello che potrebbe diventare il più grande impianto al mondo per stoccare l'anidride carbonica dall'aria e depositarla sottoterra. Lo ha annunciato la società dietro la nascente tecnologia verde, e cioè la start-up svizzera Climeworks AG che ha spiegato come il suo secondo impianto di cattura diretta dell'aria (DAC) su larga scala sarà costruito in Islanda tra 18-24 mesi e avrà la capacità di aspirare 36.000 tonnellate di CO2 all'anno. Si tratterà solo di una porzione dei 36 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 legate all'energia prodotte in tutto il mondo, ma si tratta di un aumento di 10 volte rispetto all'impianto DAC di Climeworks già esistente, attualmente il più grande del mondo, e un salto di scala per una tecnologia che gli scienziati quest'anno hanno definito "inevitabile" se il mondo vuole raggiungere gli obiettivi sui cambiamenti climatici.
Il nuovo impianto "Mammoth" conterrà circa 80 grandi blocchi di ventilatori e filtri che aspirano l'aria ed estraggono la sua CO2, che la società islandese di stoccaggio del carbonio Carbfix mescolerà poi con l'acqua e la inietterà sottoterra dove una reazione chimica la trasformerà in roccia. Il processo sarà alimentato da un vicino impianto di energia geotermica. Il co-Ceo, Christoph Gebald, ha dichiarato che una volta lanciato questo impianto, Climeworks intende costruire una struttura molto più grande che catturi circa mezzo milione di tonnellate di CO2 all'anno - e quindi replicare più impianti di quelle dimensioni, verso la fine del decennio . “Mammoth” ha visto 600 milioni di franchi svizzeri di finanziamento (627 milioni di dollari).
Il mondo ha attualmente 18 strutture di cattura diretta dell'aria, secondo l'Agenzia internazionale per l'energia. La compagnia petrolifera statunitense Occidental prevede anche di lanciare un impianto DAC su larga scala, alla fine del 2024, per raccogliere 1 milione di tonnellate all'anno di CO2. Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha affermato che tecnologie ad alta intensità energetica e costose come il DAC saranno necessarie per rimuovere la CO2 su larga scala nei prossimi decenni, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C ed evitare impatti climatici sempre più gravi. Heleen De Coninck, autrice dell'IPCC e professoressa presso la Eindhoven University of Technology, ha affermato che il DAC deve essere alimentato da energia priva di CO2 e non dovrebbe sostituire le riduzioni urgenti delle emissioni di gas serra.