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Ne abbiamo sentito parlare a lungo e non solo per motivi puramente ambientali o tecnici, purtroppo. Polemiche e politica a parte, con oggi sono entrate in vigore a livello europeo le nuove misurazioni sulle emissioni dei veicoli, di cui vi abbiamo già abbondantemente parlato su Automoto.it grazie anche al contributo di Enrico De Vita sul tema e sulla lunga storia, diversificata, del come sia stato affrontato in Europa e negli USA. Ricordiamo brevemente quali le sono differenze e come si corregge anche la stima dei consumi, per automobili e veicoli commerciali leggeri (classi M1, M2 e N1) rispetto al recente passato.
La premessa è quella nota, della teoria di tutela ambientale e della pratica degli scandali, che hanno colpito soprattutto l’industria automobilistica tedesca, ma non solo quella, ravvivando il tema anche a livello mediatico. Un primo step in termini di omologazione è compiuto ora mettendo in vigore a livello europeo i nuovi cicli WLTP (Worldwide harmonised Light vehicles Test Procedures) per le emissioni di sostanze inquinanti allo scarico, in particolare con focus CO2 e soprattutto RDE (Real Driving Emission test) per puntare maggiormente ai gas NOx in condizioni di utilizzo e non solo di laboratorio, o simulazione. La differenza primaria è nel metodo, non tanto nei limiti fissati, che seguono scalini predefiniti nel tempo (normativa CE 715/2007) ammettendo quindi in qualche modo che quello precedente non era così efficace, rispetto a interessi di costruttori e sistemisti che operano nell’automotive.
La misurazione avviene ora anche con l’ausilio del nuovo PEMS (Portable Emissions Measurement System) a livello dinamico, su percorsi predefiniti di tipo urbano, extra-urbano e autostradale, con intervalli di velocità diversi ovviamente coerenti alla media dei limiti imposti dal codice stradale. Anche qui, volendo, potremmo già affermare che sebbene esistano i noti limiti da rispettare nella guida, occorrono comunque poi nella realtà delle condizioni di maggiore velocità, per quasi tutti i veicoli, con livelli emissione non strettamente considerati dal test. È questo però solo un primo passo, volutamente graduale, del cammino sempre più stringente sul fronte che potrà nel giro di tre anni, rivoluzionare quanto ci si trovi sotto il cofano e anche dichiarato nelle schede tecniche, di veicoli sommariamente “prestanti” quanto quelli di qualche anno addietro, per potenza e massa, ma con diversa, vera, cura per le emissioni. Da oggi inoltre, entra in vigore parallelamente anche il nuovo ciclo per stima consumi della vettura, quest’ultimo prevede differenti fasi misurate. Se le novità di misurazione citate riguardano effettivamente solo le nuove immissioni sul mercato europeo di veicoli, con margine di tolleranza a limite 110% oltretutto, entro un anno anche quelli già in commercio dovranno essere in regola con WLTP ed entro due anni con RDE, riducendo man mano la tolleranza a ogni nuovo step.
Gran parte della questione emissioni è nota oggi al grande pubblico per le vicende dei motori a gasolio, ora dotati di sistemi a riduzione catalitica selettiva, per abbattere gli ossidi NOx (SCR con additivazione a base di urea, comunemente nota come AD Blue) gli esisti di queste nuove misurazioni potranno però “penalizzare” in parte anche alcune auto ibride, che in precedenza beneficiavano di molte fasi controllo inerenti nello specifico il minimo. Il nuovo ciclo, che in qualche modo toglie la prevalenza di fasi un tempo parecchio incriminate (tipico l’avviamento con miscela ricca a freddo) dove le ibride potevano avvalersi di molti momenti a emissione zero, potrebbe riavvicinarle alle endotermiche pure sul resto del range utilizzo, ora preso in considerazione in modo più uniforme.