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La tragedia che ha colpito l’avvocata Simona Blago, morta il 29 giugno scorso in un incidente sulla Tangenziale Est di Lecce, ha portato alla luce un problema che coinvolge oltre 600.000 veicoli: il malfunzionamento degli airbag Takata, già oggetto di richiami da parte di Citroën. Secondo la perizia tecnica disposta dalla procura, l’airbag della Citroën C3 guidata dalla vittima non ha funzionato come dispositivo di sicurezza, ma si è trasformato in un corpo contundente, causando lesioni fatali tra il collo e il viso.
Dai documenti emerge che Stellantis aveva inviato tre richiami ufficiali alla proprietaria del veicolo tra novembre 2023 e maggio 2024, avvisandola della pericolosità dell’airbag e dell’urgenza della sostituzione gratuita presso un centro autorizzato Citroën. Tuttavia, la vittima non ha prenotato l’intervento. Gli esperti incaricati della perizia sottolineano che senza il guasto all’airbag, l’incidente non avrebbe avuto conseguenze mortali, dato che la conducente indossava la cintura di sicurezza e non aveva superato il limite di velocità.
Le associazioni dei consumatori Codacons, Adusbef e l’Associazione utenti servizi radiotelevisivi hanno denunciato l’inefficacia della campagna di richiamo, definendola fallimentare e inadeguata a garantire la sicurezza dei proprietari di Citroën C3 e DS3 coinvolti. Le critiche si concentrano sul metodo di notifica dei richiami, che sarebbero stati inviati a indirizzi non aggiornati, rendendo difficile per molti proprietari essere informati del pericolo.
Il caso ha riacceso il dibattito sulla responsabilità dei costruttori e sulla necessità di migliorare i protocolli di sicurezza, affinché nessun automobilista si trovi esposto a rischi letali a causa di componenti difettosi. La battaglia legale è solo all’inizio, ma il caso Blago potrebbe diventare un precedente importante per garantire maggiore trasparenza e sicurezza ai consumatori.