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Piegata dallo scandalo degli airbag difettosi, Takata ha ufficialmente richiesto la procedura di fallimento al tribunale di Tokyo e in Delaware, Stati Uniti tramite la sua controllata, TK Holdings. Gli indennizzi richiesti a livello globale hanno vessato la società nipponica, i cui debiti ammontano ad oltre mille miliardi di yen, circa 8 miliardi di euro.
Si tratta della più grande insolvenza mai registrata da un'azienda giapponese: un record negativo, questo, che comporterà il delisting dalla Borsa di Tokyo a partire dal prossimo mese.
Una mano salvifica, però, arriverà da Key Safety Systems: stando a quanto riportato da Reuters, la società di proprietà cinese rileverà le attività dell'azienda. I circa 600.000 impiegati di Takata, sparsi in 23 paesi nel mondo, dovrebbero mantenere il posto di lavoro.
La mescola chimica usata per il gonfiaggio degli airbag di Takata può esplodere con forza eccessiva a seguito di un'esposizione prolungata al caldo; questo difetto ha causato almeno 16 morti nel mondo - la maggior parte di quali negli Stati Uniti - e oltre 150 feriti. Moltissimi costruttori sono stati costretti al richiamo di alcuni modelli per via di questo componente difettoso.