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Non finiremo mai di denunciare la scarsa manutenzione delle strade italiane, specialmente fino a che continueranno ad arrivare notizie shock come questa. Questa mattina la campata di un ponte è letteralmente crollata nell'Agrigentino, in Sicilia, facendo precipitare due auto e provocando quattro feriti, per fortuna non gravi, tra cui si annoverano anche una donna incinta ed un bambino.
Il fatto è accaduto al viadotto Lauricella in contrada Petrulla, all'interno del territorio di Licata (AG), lungo la statale 626. La struttura, realizzata in cemento precompresso, ha ceduto provocando anche una serie di tamponamenti a catena tra i veicoli che si apprestavano ad attraverasare il ponte.
Il cedimento strutturale del ponte ha fatto sì che le carreggiate si siano piegate verso il basso, toccando il fondo, da un'altezza di circa 4 metri. Nell'esatto momento del crollo, una Fiat Punto - con a bordo due donne di Delia (Cl) - si trovava a passare sul cavalcavia ed è pertanto finita sul fondo. La donna che era al volante, - secondo la ricostruzione di Carabinieri e Polizia - accelerando, è però riuscita a risalire portandosi dall'altra parte del cedimento.
E se avesse ceduto ad un'altezza di 60 metri?
I feriti sono lievi e soltanto la donna incinta, in via precauzionale, è stata portata in elisoccorso all'ospedale San'Elia di Caltanissetta. La strada è stata chiusa in entrambe le direzioni tra lo svincolo Licata Calandrino/innesto statale 123 di Licata e lo svincolo Casale.
Anche questa volta ci ritroviamo purtroppo a parlare di una tragedia sfiorata. Il caso ha voluto che il viadotto cedesse nella parte meno distante dal suolo e per fortuna non in quei punti dove la struttura arriva ad elevarsi, secondo La Repubblica, fino a 60 metri di altezza.
Anas: «nessuna avvisaglia»
Questo viadotto risale alla fine degli anni '70, è costituito da 12 campate ed è lungo ben 492, ma secondo l'Anas – che è corsa ai ripari diffondendo repentinamente un comunicato - non c'erano state avvisaglie su un possibile cedimento.
"Nessun segnale di possibile cedimento - spiega l'Anas - era emerso neppure nei recenti interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria che hanno interessato il viadotto negli anni scorsi, con l'adeguamento delle barriere di sicurezza e, ancor più di recente, con la sostituzione dei giunti di dilatazione".
“Quanti feriti dovranno ancora esserci prima di vedere infrastrutture stradali realizzate a regola d'arte e mantenute in sicurezza?”
C'erano dei precedenti
L'aspetto inquietante però è che nel 2009, proprio sulla stessa Statale 626, era crollato un altro viadotto, chiamato Geremia II, a soli tre anni dall'inaugurazione. Si creò improvvisamente un gradino di 50 cm contro con andarono ad impattare rovinosamente un poliziotto in sella ad una moto ed un autista che stava accompagnando a Palermo uno donna con i suoi figli. Tutti rimasero feriti, in particolare la donna che andò incontro ad una frattura scomposta delle vertebre cervicali.
Scattò subito un processo e in molti tra tecnici del Tribunale, geometri e responsabili della costruzione del viadotto, finirono in carcere. Inoltre il 2 febbraio dello scorso anno un altro ponte siciliano ha ceduto sulla statale 115 tra Palermo e Sciacca, senza per fortuna provocare incidenti e feriti.
La domanda a questo punto sorge spontanea: quanti feriti dovranno ancora esserci prima di vedere infrastrutture stradali realizzate a regola d'arte e mantenute in sicurezza? Perché le disgrazie possono accadere, ma un ponte non può e non deve crollare. Mai.