Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Carlos Ghosn, un nome che per molti versi può essere celebre e chiacchierato, approfondito nelle sue vicende anche in Italia, eppure no. Da noi se ne parla poco, nonostante ci siano moltitudini di commentatori che spremono quotidianamente aria fritta o faccende inerenti a nomi di peso zero assoluto, rispetto al Ghosn in pieni poteri.
Lui, ex-numero uno di un colosso internazionale dell’auto tra Francia e Giappone, arrestato e poi fuggito, non a caso diventerà oggetto di una serie TV. Intanto nell’ultima intervista “forzatamente libanese” (con AP) parla apertamente del complotto ai suoi danni, dichiarandosi innocente. Secondo lui certi giochi di potere, con la perdita di autonomia Nissan rispetto a Renault e certi appoggi sia dalla Francia sia dal Giappone per equilibrare a piacimento i poteri, lo hanno incastrato.
A breve Ghosn sarà interrogato dai magistrati francesi, quelli che gli hanno sequestrato ingenti beni. In Francia ovviamente, dove a sui carico si parla decine di milioni di euro spesi indebitamente. Ma lui ha comunque più fiducia nel sistema giuridico francese (dice) che in quello giapponese, dal quale è fuggito al contrario di altri nomi coinvolti nella sua vicenda e rimasti in carcere, nel Sol Levante (Greg Kelly, Michael e Peter Taylor). Per loro Ghosn prova buoni sentimenti e se rientrasse in possesso dei propri poteri e denari, anche parzialmente, potrà forse aiutarli (a oggi invece deve decine e decine di milioni in risarcimenti).