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Ieri ha fatto parlare il web e gli appassionati parecchio, anche con toni polemici (qualcuno in patria persino velenoso) oggi per fortuna si tira un sospiro di sollievo generale: l’incidente in Svizzera di Richard Hammond con la Rimac Concept One, andata in fiamme, non ha causato serie conseguenze al conduttore televisivo.
Qualcuno meno sensibile oggi può persino già fare delle battute, pensando allo humor inglese, allo scampato pericolo e alla visibilità per certi contenuti del mondo motoristico non sempre graditi a chiunque. Già perché qui si parla di personaggi forti, per un motorismo mediatico un tempo inesistente, che usano delle supercar negate al 99% del popolo per scene altrettanto forti; in produzioni di alto livello e di alto budget, ovviamente. Ma la sicurezza delle persone, al volante o vicino ai veicoli, vale ugualmente per tutti, ovunque.
Il 47-enne britannico ha fatto pensare al peggio chiunque sia stato in zona durante la repentina uscita di strada (perché di strada di montagna si tratta, nel Canton San Gallo, non di pista) con botto simile a una bomba (testuali parole) e successivo indomabile incendio dell’auto croata da 1224 HP. Un po’ come i gatti, che si dice abbiano sette vite, per come sfuggano con le proprie gambe da urti apparentemente letali; Hammond ha in tempo utile tolto se stesso dalla vettura che, dopo essersi intraversata in un ingresso curva, nella Bergrennen Hemberg race, era letteralmente volata giù verso un prato a valle, finendo poi in cenere. A proposito di combustione (già, pur senza essere endotermiche le auto elettriche prendono fuoco alla grande, usando certi materiali ed energie) il buon Richard dovrebbe accendere un bel cero all’entità divina in cui crede, se ne ha una, pensando a quante già gliene sono capitate senza lasciarci la pelle. Dalla recente caduta motociclistica in Monzambico, alla paurosa uscita con un Dragster (Vampire, di motorizzazione aeronautica) a oltre 450 Km/h nel 2006. I suoi colleghi, tra cui Jeremy Clarcson, accorrendo verso l’auto erano tutti convinti di trovarne i soli resti, carbonizzati. Quello che è andato a pezzi invece, già “riassemblato” a quanto sembra, sarebbero un ginocchio e una gamba. Per i piloti veri, specie se giovani, è normale tornare a correre dopo incidenti anche seri, le gare con rischio sono la loro vita, indipendentemente dal denaro. Chissà cosa farà prossimamente Hammond, che oltre a essere protagonista in The Grand Tour, è sposato con figli e prossimo alla cinquantina.