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Se non fosse stato per il collega Marco Della Monica - Motorsport Republic - in pochi appassionati si sarebbero accorti di una piccola grande svolta che ha interessato Renault in queste ore: il marchio Renault Sport, infatti, viene definitivamente messo da parte e fatto confluire in Renault con effetto 1 gennaio 2022 per favorire la crescita di Alpine negli ambiti che il nuovo AD del Gruppo, Luca De Meo, ha deciso di investire con questo marchio.
A dire il vero questo processo è iniziato da tempo, ovvero da quando timidamente nel WEC l’avventura di Renault in LMP2 avveniva con i colori Alpine, ma l’arrivo del manager italiano e la decisione di utilizzare il marchio Alpine in F1 oltre che a “Le Mans” non poteva che portare all’eliminazione di quello che di fatto era un doppione in tema di comunicazione: alcune attività, come le diverse declinazioni nazionali della Clio Cup, viaggiavano infatti ancora sotto l’effige di Renault Sport mentre Ocon e Alonso vestivano già da mesi i colori Alpine. Una cosa senza senso ed una confusione di cui era indispensabile fare a meno nel momento in cui si è scelta una strada.
Certo, rimane da chiedersi che casa avranno alcune attività customer racing, visto che la Clio da pista e da rally è di fatto una Renault, ma è evidente che tutto passerà sotto i colori Alpine portando con se quell’esperienza che ha permesso a Renault Sport di essere il primo costruttore al mondo a vincere con il turbo in F1 o quello ad aver creato una serie di monomarca attraverso i quali si sono formati numerosi campioni dell’attuale panorama motorsport. Non è che si cancella tutto in un attimo, è che i tempi sono cambiati e pur portando rispetto è arrivato il momento di non creare più confusione nella testa delle persone. Quindi per Renault mobilità urbana, sostenibilità ed ambientazioni più generaliste ma smart e per Alpine una connotazione sportiva più “premium” con gli sbocchi verso l’alto in F1 e WEC e nel prodotto di serie in una gamma di vetture - elettriche - in cui lusso e prestazione si fondono per dare vita a un marchio che prende le basi dai successi sportivi della Alpine A110 e di Jean Rédélé andando però oltre nel concept e nella tipologia di prodotto, per abbracciare quella clientela che De Meo ha conosciuto bene coni marchi Abarth (Fiat) e Cupra (Seat).
Con la scomparsa di Renault Sport se ne va un pezzo di storia dell’auto, certamente, ma si apre un nuovo capitolo. Difficile dire se migliore, sicuramente diverso, comunque estremo, ma di visione più ampia. Non necessariamente e direttamente legato al motorsport ma figlio in tutto e per tutto di quel DNA, spesso vincente, che è riuscito nel corso del tempo a far capire come le qualità ingegneristiche dei francesi fossero al top non solo nella progettazione di automobili ma anche nella realizzazione di auto e motori da corsa che hanno fatto sognare per generazioni. Ora si cambia, ma lo spirito sarà quello vincente di sempre. Su questo non v’è dubbio.