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Si è svolto questa settimana a Verona il quindicesimo Automotive Dealer Day. L’evento B2B leader in Europa del settore è incontro costruttivo non solo commercialmente per concessionari, case costruttrici, fornitori di servizi e prodotti, che per aziende del settore comunicazione, IT e tecnologie. Noi di Automoto.it eravamo ovviamente presenti, con il nostro Stand e l’esperienza che apparentemente sembrava dover riguardare pochi per il contenuto, essendo molto specifica, regala invece spunti interessanti anche per un normale cliente automobilista, visti i molti temi trattati a 360°.
Una rassegna senza auto in loco da approfondire (o quasi, perchè un paio di novità non mancavano) ma parimenti interessante se si sia un minimo legati al settore. Non strettamente per rivenditori, come appare dal nome, o meglio non singolarmente a loro dedicata, visto che l'interesse del rivenditore può coincidere con quello del cliente automobilista finale e quanto è utile uno, può esserlo anche per l'altro. Durante l'edizione 2017 si sono discussi i tantissimi valori utili oggi alla rete distributiva, non solo quelli che si penserebbe da esterni, fermandosi alla tecnica di un veicolo e alla parte commerciale o finanziaria. Dopo i primi due o tre dibattiti, svolti a ritmo serrato nelle varie sale di VeronaFiere, ci si accorge che sono tanti i parametri cui devono sottostare rivenditori sia di piccoli marchi sia di quelli premium (invero maggiormente coinvolti) per soddisfare la richiesta di mercato.
Durante il fitto susseguirsi di eventi come workshop, seminari e conferenze, hanno avuto spazio relatori internazionali che hanno dato spunti per la realtà italiana e sono stati divulgati dati per interpretare quelle che sono le necessità dal punto di vista della vendita; ma anche le esigenze del mercato a valle e della società intera. Considerando il peso dell'automobile non più come semplice veicolo trasporto, ma come parte di una serie di servizi inclusi, è per questo che Automotive Dealer Day vuol dire non solo concessionari ma anche ricambisti, produttori di attrezzature, assicurazioni, associazioni, persino operatori telefonici e ovviamente case costruttrici (tra le quali in visibilità per grandezza di stand, si notavano BMW, Mercedes, Renault, Ford e Kia).
Ma la lista più lunga è quella della serie di attori extra settore interessati a fare il proprio intervento giudicando o suggerendo correzioni per il mercato auto. Illustri rappresentanti di enti esteri che snocciolano numeri, giornalisti titolati che parlano di economia, uomini di marketing e persino Vittorio Sgarbi. In una serie d’interviste che vi proponiamo, sostanzialmente si desume come il vendere automobili in un mercato come quello italiano del 2017, comporti tante attenzioni da dare, a se stessi ai propri dipendenti e ai clienti, per essere non solo vincenti e profittevoli ma anche fidelizzanti. Abbiamo sentito parlare di vendere auto come vendere non un mezzo tecnico, ma un’esperienza intensa di acquisto e mantenimento del veicolo. Certo i conti vanno fatti con il prodotto e il contesto economico, ma a quanto pare i grossi dealer che vengono a Verona sono già fortemente convinti dei marchi trattati e della loro solidità, per scegliere dove puntare. Speriamo puntino correttamente, perché anche se la tecnica è stata poco trattata, di certo avremo automobilisti diversi da quelli del passato a breve, diversi non poco per cultura motoristica e interessi cercati durante lo spostamento.
Automotive Dealer Day è anche momento per scoprire i punti deboli e i vantaggi delle nuove metodologie di ricerca auto online, pur se l’acquisto con una transazione completamente online in Italia non sia ancora la norma prevedibile nel breve termine (come potrebbe invece avvenire in alcuni mercati). In questo caso abbiamo parlato con rivenditori “molto avanti” su questo fronte e con esperti esteri che portano loro esperienza, spesso non uguale a quella italiana. Ad esempio per le tasse e le normative, ambito in cui una pietra miliare è stata presentata da AsConAuto, ovvero un nuovo contratto nazionale del lavoro automotive che va regolare qualcosa che prima non era così specifico, per il nostro mondo, portando maggiori tutele ai lavoratori e flessibilità per il settore.
Una miriade di incontri e conferenze con rappresentanti di moltissime Case presenti sul territorio italiano, tra cui i Top Manager di 18 marchi ma soprattutto molte testimonianze esterne al settore o all’Europa, per capire dove e come si possa andare sempre meglio nella rivendita auto. Che poi, oggigiorno, rivenditore è un termine che va stretto a quanto si teorizza e cerca di realizzare qui all’ADD. Più di 100 le aziende della filiera che hanno partecipato con uno spazio espositivo e ventisei le iniziative di imprese e associazioni che hanno contribuito ad arricchire il programma, organizzando meeting e momenti di approfondimento.
“Ringraziamo i partecipanti, provenienti da oltre dieci Paesi, che hanno animato i 12000 metri quadri di area espositiva e le sale del Centro Congressi Veronafiere – dice Gabriele Maramieri, Direttore Generale Quintegia, società organizzatrice - Siamo molto contenti di aver ospitato oltre settanta relatori d’eccezione, che si sono confrontati in ventisette sessioni di Workshop e Masterclass ed oltre 100 aziende intervenute per confrontarsi sulle tematiche più attuali del settore. La nutrita affluenza conferma che Automotive Dealer Day rimane un punto di riferimento e un appuntamento fisso, per gli operatori della distribuzione automotive.”
Durante la giornata conclusiva è stato consegnato a Giacomo Carli, Responsabile Web di Auto Italia, l'Internet Sales Award, che premia il Best Digital Dealer, concessionario maggiormente distinto nell’ideazione, sviluppo e aggiornamento del sito internet aziendale, oltre che nell’utilizzo del web e del mobile come strumenti per la comunicazione dell’offerta e del processo di vendita. Tema centrale di questa edizione è stata proprio la tecnologia e la sua integrazione nel business dei dealer a diversi livelli dal processo di vendita alla selezione, valorizzazione e formazione del personale. Come sostiene Leonardo Buzzavo, Presidente di Quintegia e Docente di Ca’ Foscari, infatti, “La tecnologia è una grandissima opportunità, ma va integrata con la capacità delle persone di metterla a sistema. Questo si traduce nella necessità di ripensare la strategia sul fronte delle risorse umane ovvero quali talenti cercare, con quali competenze, come incentivarli e come ridisegnare gli spazi di lavoro rimuovendo i silos tradizionali delle organizzazioni”.