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Siamo davanti ad una situazione che possiamo tranquillamente definire grottesca e paradossale. La classica faccenda all'italiana, per intenderci. Aci ha deferito ben ottanta suoi tesserati per aver partecipato ad una manifestazione storica – una gara di regolarità su vetture d'epoca, la 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche – organizzata dall'Asi, l'Automobilclub Storico Italiano.
Se ci si sofferma per un istante sulla mera lettura dei regolamenti interni, l'Automobil Club parrebbe avere inizialmente ragione. Recita, infatti, un passo dello statuto: «I concorrenti licenziati Aci/Csai che si iscrivono ad una manifestazione non riconosciuta ufficialmente dalla Fia e/o dalla Aci/Csai sono soggetti alle sanzioni previste dal CODE e dal presente RNS». Aci-Csai è, come organo riconosciuto dalla Fia, l'unico ente a livello italiano delegato al sovraintendimento di gare sul territorio del nostro Paese.
Scopo principale di tale norma è la creazione di un unico calendario di eventi motoristici a in ambito nazionale, in modo tale da evitare spiacevoli sovrapposizioni che andrebbero a danno degli appassionati e degli iscritti. Il problema nasce, però, a seguito della dura sanzione inflitta ai “colpevoli”: 300 euro per aver partecipato alla 100 Miglia in Terre Gonzaghesche ed altri 500 come responsabilità in solido.
È questo, infatti, il primo schiaffo inferto da Aci ad Asi. Il sopracitato articolo 125 dello statuto era sempre stato utilizzato in riferimento a gare abusive di velocità, rallystiche ed in salita, ma siamo davanti alla sua prima applicazione per i regolaristi. Fu proprio l'Asi, molti anni fa, ad iniziare ad organizzare competizioni di regolarità, mentre dopo diverso tempo il patrocinio divenne di Aci.
La decisione dell'organismo presieduto da Angelo Sticchi Damiani è arrivata senza preavviso per i tesserati iscritti alla competizione del mantovano, che si ritrovano così a giocare il ruolo degli spartiacque. Dure le loro reazioni, con i più pacati che hanno annunciato di non voler prendere più parte ad alcun evento organizzato da Asi o Aci sino a quando la situazione non verrà del tutto chiarita.
Ciò che sconcerta ulteriormente, tuttavia, è il fatto che la notizia del deferimento sia arrivata a luglio per un evento organizzato a marzo, creando così un clamoroso precedente estemporaneo
Chi ci perde davvero è lo sport. Le manifestazioni di regolarità hanno sempre avuto un vasto richiamo tra gli appassionati ed un valido successo tra il pubblico. Ciò che sconcerta ulteriormente, tuttavia, è il fatto che la notizia del deferimento sia arrivata a luglio per un evento organizzato a marzo, creando così un clamoroso precedente estemporaneo. Molti dei regolaristi, infatti, in quei mesi hanno avuto modo di partecipare ad altre rievocazioni organizzate da Asi, ed ora corrono il concreto rischio di vedersi comminate altre sanzioni.
Una diffida invita in anticipo, dal momento in cui si è deciso di intraprendere la strada della guerra aperta nei confronti di Asi, sarebbe stata sicuramente più elegante ed avrebbe evitato sterili strascichi polemici che colpiscono lo zoccolo duro degli appassionati, vera linfa vitale di ogni forma di motorsport del nostro Paese.