Aci: il mercato auto crolla? Colpa degli eccessivi costi di gestione

Aci: il mercato auto crolla? Colpa degli eccessivi costi di gestione
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In due decenni sono raddoppiate le tasse automobilistiche e quelle sui carburanti e la pressione fiscale sulla assicurazioni è cresciuta di sei volte. Ecco spiegato il crollo del mercato auto
4 gennaio 2013

Sono di pochi giorni fa i dati che fotografano il drammatico momento che sta vivendo il mercato dell’auto nel nostro Paese. Il 2012 si è chiuso con un calo di immatricolazioni pari al 19,9%, un dato allarmante che porta con sé una serie di conseguenze altamente sfavorevoli per l’economia dell’intero sistema Paese.

Sull'auto gravano eccessivi costi di gestione

Com’è stato più volte ricordato, anche in maniera assolutamente netta da un giornalista economico dello spessore di Oscar Giannino, uno dei tanti motivi che continuano a soffocare il mercato dell’auto nel nostro Paese sono gli eccessivi costi legati al mantenimento delle quattro ruote, pesantemente aggravati dall’aumento della pressione fiscale che negli ultimi anni è cresciuta fino a sfiorare i 60 miliardi di euro, più che raddoppiando rispetto a solo venti anni fa.

 

Sommando questo a tutti i costi di gestione per l’auto o per la moto, che sono cresciuti del 4,5% nel solo 2012, raggiungendo la cifra record di 3.425 euro l’anno per mezzo si capisce perché, come ha evidenziato l’ultimo rapporto Aci- Censis, oltre il 52% degli italiani dichiari che non cambierà l’auto nei prossimi tre anni.

Il parere dell'Aci

Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia, davanti ai dati recentemente diffusi sul calo delle immatricolazioni auto nel 2012, ha dichiarato: «L’alleggerimento del carico fiscale per l’auto dovrebbe essere una delle prime voci dell’agenda politica di qualsiasi candidato alle prossime elezioni politiche perché l’intero comparto è  allo stremo delle forze».

 

L’Aci sottolinea come nel 1990 gli oneri fiscali a carico degli automobilisti italiani sfioravano i 28.500.000  euro, mentre oggi sono vicinissimi ai 60 miliardi.  In due decenni sono più che raddoppiate le tasse automobilistiche (da 3.031,60 euro a 6.690,00), addirittura quadruplicate quelle per i parcheggi (da 322,79 a 1.384,57), quasi raddoppiate le tasse su carburanti e lubrificanti (oggi alla incredibile quota di 32 miliardi e mezzo di euro).

 

La pressione fiscale sulla RCA, poi, è aumentata di quasi sei volte. Solo nell’ultimo anno la benzina è aumentata del 16% (negli ultimi due anni il pieno è diventato più caro del 25%) ed il costo al chilometro è cresciuto dell’11,3%. L’assicurazione è invece aumentata del 3,2%.

Bisogna aspettare la nuova legislatura

A questo punto occorre sperare che il nuovo Governo che si insedierà dopo le imminenti elezioni metta a punto una politica strutturale e duratura a sostegno del mercato auto in Italia, che oltre ad offrire migliaia di posti di lavoro produce punti di PIL e aumenta il costantemente il flusso di entrate nelle casse statali.

 

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