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Amanti dei numeri e delle statistiche, non fate i timidi: nei giorni di clausura forzata, anzi, può essere un divertente esercizio per ingannare il tempo che (non) passa analizzare i dati forniti con la consueta precisione dal centro studi ed analisi dell’Aci, che cristallizza con puntualità svizzera la situazione allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno sulla base dei veicoli iscritti al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) a tale data, escludendodal computo i veicoli radiati (per i quali la data di presentazione della formalità può subire uno slittamento temporale rispetto alla consegna per la rottamazione fino a 30 giorni), i veicoli oggetto di furto o appropriazione indebita per i quali sia stata annotata la perdita di possesso ed i veicoli confiscati dallo Stato.
Secondo l’ultimo dato consolidato, al 31 dicembre 2019 erano 52.401.299 i veicoli circolanti nel nostro Paese, con variazione positiva del +1,4% rispetto allo stesso dato riferito a fine 2018; un tasso di crescita percentuale praticamente allineata per quanto riguarda le autovetture (+ 1,35%), che a fine 201; risultavano 39.545.232. crescita anche per veicoli commerciali e industriali (5.775.006 unità e +1,3%), mentre la variazione positiva dei motocicli è leggermente più alta (+1,7% e 6.896.048 veicoli conteggiati).
Per quanto riguarda le alimentazioni, l'incremento maggiore è quello dell’ibrido a gasolio, quasi quadruplicato, a +290,2%; seguono per performance l’elettrico (+87%) e ibrido a benzina (+32%), sebbene si tratti ancora di un mercato di nicchia, con quote che non raggiungono l’1% del totale del parco auto.
Aumenti più modesti, invece, sono stati rilevati per le alimentazioni tradizionali: benzina (+0,5%) e gasolio (+0,9%), anche se bisogna sottolineare che le pesanti flessioni subite dalle iscrizioni di auto nuove a gasolio nel 2019 non hanno ancora riversato il loro effetto sul parco.
Riguardo ancora alla suddivisione del parco auto in base alla classe Euro di omologazione, si registra un incremento di circa il 27% delle Euro6 (9.035.054), mentre le auto fino all’Euro3 (12.841.670) sono diminuite del 6,6%.
La valutazione territoriale riporta che al Nord le auto fino ad Euro3 variano dal 12 al 29%, a seconda della regione; al Centro, il dato sale, con oscillazioni dal 31 al 37%; infine, al Sud e Isole, la stessa percentuale cresce ancora, spaziando dal 38 al 48%, a conferma del minor tasso di sostituzione dei veicoli più anziani nelle aree del Paese a minor sviluppo industriale ed occupazionale.