Le dieci proposte Aci al prossimo Governo

Le dieci proposte Aci al prossimo Governo
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Si avvicinano le elezioni ed anche l’ACI scende in campo: in dieci punti avanza proposte all’esecutivo che uscirà vincente dalle elezioni, per invertire la tendenza che vede gli automobilisti aggravati da costi gestionali e tasse sempre crescenti
6 febbraio 2013

Vale come importo ben tre volte quello dell’IMU, ma nessuno ne parla: se dalla tassa sulle abitazioni l’Erario ricava 24 miliardi di euro, sono oltre 60 quelli che ogni anno arrivano dalle famiglie alla casse statali, a causa delle imposte che a vario titolo gravano sulla mobilità. Ma questa imponente cifra, in campagna elettorale, non merita sia spesa neppure una parola, e tutti le promesse sono orientate verso altri obiettivi.

 

Eppure la massa critica di 34 (!) milioni di automobilisti nel segreto dell’urna può diventare decisiva per la vittoria di uno degli schieramenti che si affrontano per il prossimo Governo del Paese: possibile che non ci sia nessun politico che cerchi di intercettare la voglia di rivincita di un intero popolo costretto negli ultimi anni a vivere in trincea, assediato dall’aumento dei carburanti, ostaggio delle tariffe assicurative e massacrato dal superbollo?

10 proposte per risollevare il settore dell'auto

Ai politici distratti, Aci rivolge una sorta di ultimo appello: dieci proposte concrete, una speciale ricetta che permetterebbe di risparmiare 26,8 miliardi di euro, riducendo la spesa annuale per l’auto da 3.500 a 2.800 euro, pari al 20% dei costi totali), cui si aggiungerebbe l’ulteriore risparmio di 850 euro di superbollo per i 200.000 intestatari di veicoli con più di 185 kw di potenza. A conti fatti, il beneficio per 25 milioni di famiglie che posseggono in media 1,5 auto sarebbe superiore ai 1.000 euro. Ed attenzione, perché le misure proposte dall’ACI sono tutte di facile adozione per il prossimo Parlamento e il futuro Governo, con un impatto nullo sul bilancio dello Stato.

angelo sticchi damiani aci
Angelo Sticchi Damiani ha presentato oggi le 10 proposte Aci per risollevare il settore auto

 

«In questi giorni di fibrillazione elettorale, la politica guarda solo l’IMU - ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani – dimenticando la mole di imposte sulla mobilità che fa sborsare alle famiglie più di 60 miliardi di euro ogni anno: i beni mobili sono tassati più del doppio degli immobili. Bisogna contenere i costi dell’auto per recuperare il rapporto positivo che ha sempre distinto gli italiani e il proprio veicolo. La leva fiscale deve essere uno strumento di rilancio per il settore automobilistico e non un elemento che ne compromette l’esistenza».

 

«Gli indicatori di mercato per le quattro ruote sono negativi da troppo tempo  e il 52% degli italiani dichiara che non cambierà auto fino al 2016, a scapito dell’ambiente e della sicurezza stradale, visto che oltre 4 milioni di veicoli hanno più di 20 anni di età e il numero è aumentato del 64% dal 2005. Senza una corretta strategia governativa, il comparto non sopravvivrà: nell’ultimo anno hanno chiuso 350 concessionari e oltre 10.000 sono i posti di lavoro tuttora a rischio. Aci ha inviato il Manifesto degli Automobilisti ai candidati premier: chi lo ignorerà ne risponderà a 34 milioni di elettori. L’Automobile Club d’Italia è pronta da subito a discutere con tutti sui temi della mobilità, della sicurezza stradale, del turismo e dell’ambiente».

 

Ecco, nel dettaglio, le 10 proposte avanzate dall’Aci che riportiamo in modo integrale:

1) Via il codice della strada: serve il codice dei conducenti 

Il Codice della Strada - che dalla sua prima stesura ha subito oltre 20 aggiornamenti - conta 245 articoli e numerosi richiami, con un regolamento di attuazione di 408 articoli e 19 appendici: una giungla normativa che gli italiani ignorano giudicandola “troppo tecnica” e “confusa”. Aci chiede un nuovo Codice dei Conducenti che in 50 articoli che orienti con chiarezza i comportamenti degli utenti della strada, rimandando a uno specifico regolamento tecnico l’insieme di disposizioni sulle caratteristiche dei veicoli e delle infrastrutture stradali.

2) Patente "a livelli" per le auto più potenti 

Ogni anno sulle strade muoiono 300 giovani che pretendono di fare al volante cose che non sanno fare. L’incidentalità costa allo Stato 30 miliardi di euro. Come già avviene per le moto, va introdotta una gradualità per la guida di automobili più potenti. Ai neopatentati è richiesto un solo anno di pratica con veicoli di potenza limitata prima di condurre qualunque auto. Aci chiede un percorso propedeutico che assicuri la più idonea formazione nel tempo di un bagaglio di esperienza e responsabilità, con l’obbligo di un corso di guida sicura e di un esame pratico per guidare un’auto più potente

3) Corsi di rieducazione stradale per recupero punti patente

Il recupero dei punti patente è oggi una formalità burocratica priva di valore formativo, che gli Italiani pagano in termini di soldi (almeno 180 euro) e di tempo. Aci chiede la riforma del sistema di recupero dei punti patente, con l’obbligo di frequentare un corso di guida sicura per i conducenti responsabili di infrazioni gravi o di sinistri mortali, prevedendo un esame teorico e pratico alla fine del corso.

4) Abolire il superbollo e riformare la tassa di possesso

Il superbollo per le auto potenti ha ucciso il mercato delle auto sportive. La fuga verso l’estero di veicoli di gran pregio ha compromesso il patrimonio automobilistico nazionale e ha penalizzato l’Erario, che ha incassato il 20% meno delle attese. Aci chiede l’abolizione del superbollo e la riforma della tassa di possesso. L’attuale sistema di calcolo del bollo auto è obsoleto: non premia chi inquina meno con un mezzo moderno e sicuro. Il bollo va ricalcolato in base alle emissioni di CO2, anche per favorire lo svecchiamento del parco auto circolante.

5) Rimodulare le accise sui carburanti

Il carburante è la prima voce di spesa per gli automobilisti (1.640 euro ogni anno), più che raddoppiata in 20 anni. Solo negli ultimi due anni il costo del pieno è aumentato del 25%. Su benzina e diesel grava una lunga serie di accise (la prima risale al 1935), che insieme all’IVA frutta all’Erario oltre 32,5 miliardi di euro. Lo Stato predilige questa forma di tassazione perché diretta, ineludibile e senza costi di funzionamento per la Pubblica Amministrazione. Aci chiede la rimodulazione delle accise sui carburanti e un efficace sistema di sterilizzazione dell’IVA per compensare i rialzi del petrolio.

6) Riforma RC-Auto per prevenire le frodi e contenere i costi

L’assicurazione è la seconda voce di spesa degli automobilisti (740 euro l’anno). Dal 1990 il prezzo delle polizze è cresciuto del 150% e le tasse sono aumentate di quasi sei volte (da 700 milioni a oltre 4 miliardi di euro). Oltre 4 milioni di veicoli circolano senza assicurazione: il danno per le Compagnie sfiora i 2 miliardi di euro, con pesanti conseguenze per i conducenti onesti. Aci chiede la riforma della rc-auto secondo il progetto di legge presentato dall’Automobile Club d’Italia al Governo Monti, in grado ridurre il costo delle polizze fino al 40% contrastando il fenomeno delle frodi assicurative e razionalizzando il sistema dei rimborsi.

7) Proventi multe per la mobilità e fuori da patto di stabilità

Nel 2012 gli automobilisti hanno speso oltre 2,5 miliardi di euro in multe. La legge stabilisce che il 50% dei proventi sia destinato alla sicurezza stradale, ma è difficile verificare dai bilanci dei Comuni che ciò avvenga realmente. Aci chiede sanzioni agli Enti locali inadempienti e più rigorosi sistemi di controllo. I proventi delle contravvenzioni devono essere esclusi dal Patto di Stabilità, perché destinati ad investimenti per la sicurezza stradale e non a spese correnti delle Amministrazioni.

8) Più metro, bus e tram per rinunciare all'auto in città

Gli italiani cercano ridurre l’uso dell’auto per contenere le spese, ma non sempre è possibile a causa di un sistema di trasporto pubblico obsoleto e inefficiente, i cui ricavi coprono solo il 30% dei costi. L’età media dei bus è di 10 anni, a scapito dell’ambiente, della sicurezza stradale e del comfort dei passeggeri. Le inefficienze del trasporto pubblico locale costano: per muoversi in città gli italiani spendono 1.500 euro in più rispetto agli altri europei. Aci chiede la definizione di un Testo Unico per il TPL che regolarizzi la normativa, risolva incertezze e contraddizioni nazionali e locali, favorisca la concorrenza e avvii uno stabile percorso di riforme.

9) Più infomobilità a livello locale

Un terzo del tempo trascorso in auto è sprecato in code e traffico. La congestione stradale costa oltre  5 miliardi di euro al Sistema Paese. L’infomobilità è la soluzione più efficace per le nostre città, in grado di razionalizzare i sistemi urbani di trasporto, riducendo del 30% gli incidenti stradali e del 15% il traffico veicolare. Aci chiede una legge che preveda un sistema di infomobilità integrato a livello locale, per dare ai cittadini e alle imprese la possibilità di compiere scelte di mobilità efficienti e sostenibili.

10) Cabina di regia della mobilità per il territorio

Regioni e Comuni deliberano sulla mobilità con troppe difformità e senza sinergie sul territorio, stabilendo anche inutili limitazioni alla circolazione sotto l’egida della salvaguardia ambientale. Ci sono Amministrazioni che investono in semafori, altre in rifacimento di incroci ed altre che costruiscono più idonee e sicure rotatorie. Perfino le Polizie locali hanno modus operandi molto diversi: gli automobilisti spendono 225 euro in multe ad Ancona e appena 7 a L’Aquila. Aci chiede l’istituzione di una Cabina di regia della Mobilità, supportata dall’Authority dei Trasporti già in fase di costituzione, che orienti in modo uniforme le scelte nazionali e locali sulla mobilità, indirizzando al meglio le risorse disponibili.

C'è qualcuno in ascolto?

Questo il piano completo che ACI sottopone all’attenzione di tutte le parti politiche: ci sarà qualcuno disposto ad ascoltare e mettersi a discuterne, o ancora una volta la proposta cadrà nel vuoto, rimbalzando dal Palazzo in strada come avesse sbattuto contro un muro di gomma? Alle urne, come un tempo si diceva, l’ardua sentenza...

 

 

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